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Collaboratore scolastico colpito con un coltello, il feritore ha 11 anni

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L’arma: un coltello da cucina, di quelli appuntiti che si usano per la carne. La lama ha bucato la maglietta e la canottiera ed è penetrata per qualche centimetro.
Ipotizziamo: cosa può indurre un ragazzino che frequenta la prima media a uscire da casa con un coltello da cucina e usarlo a scuola, per qualche ignoto motivo, per infilarlo nel fianco del collaboratore Ata, che ha il compito di aiutare, proteggere e custodire gli alunni e gli ambienti dell’edificio scolastico? Va indagato tuttavia se il coltello sia stato preso a scuola o se portato da casa. Comunque sia, l’alunno è descritto dagli insegnanti, dalla preside e dai suoi amici come un ragazzino molto tranquillo e pacato.

Difficile, se non impossibile per il cronista stabilirne il senso, dal momento che quest’azione sconsiderata necessita di ben altra analisi professionale e di una specifica competenza. Di lui si sa che ha solo undici anni, un bambino, a ben vedere.
La scuola, teatro di questo incredibile fatto è la Media Capograssi di Sulmona. La comunità degli insegnanti, dei compagni, continua a interrogarsi sui motivi che possono aver indotto un ragazzo educato, supportato da una famiglia perbene a compiere quel gesto.

Incoscienza? Emulazione di giochi informatici? Una mal interpretata prova di forza? Un gesto inconsulto? L’età di undici anni obbliga alla massima delicatezza nella narrazione.
Sta di fatto che l’ausiliario Savino Monterisi, che alterna questo lavoro con il giornalismo, stava accompagnando l’alunno insieme alla preside Domenica Pagano, alla ricerca della giacca di una professoressa: insieme sono andati in palestra, negli spogliatoi, hanno percorso corridoi e spazi in ogni dove, senza trovarla.

Poi, per scrupolo, sono usciti dalla scala antincendio per verificare se, per caso, la giacca fosse finita lì.
Constatato l’insuccesso della ricerca, Monterisi invita il ragazzo a rientrare in classe, ed è a questo punto che, inaspettatamente e inverosimilmente l’ausiliario viene colpito di spalle, al fianco, provocando sanguinamento, incredulità e un panico che induce il ragazzo a scappare da scuola e a dirigersi verso la casa dei nonni, inutilmente: è stato raggiunto subito dalla polizia che si è trovata davanti ad un bambino con le mani sporche di sangue.

“Il germe”, il giornale con cui collabora Savino Monterisi, ha dato ampio spazio alla notizia, rilevando “Un fatto gravissimo, segno di un disagio profondo delle nuove generazioni “ e a tratti calcando la mano sulle aggettivazioni “Come sia possibile che lo abbia introdotto a scuola è un mistero, così come del tutto immotivate sono le ragioni per le quali ha deciso di colpire vigliaccamente alle spalle Savino Monterisi”. “Vigliaccamente: le parole sono pietre”

Per fortuna il redattore ora sta bene, i medici del pronto soccorso lo hanno suturato al fianco, dove è stato colpito. E i commenti non mancano. C’è chi sostiene che Il problema di tutto quello che succede risiede nel web e nella violenza e aggressività che genera in tutti, figuriamoci nei bambini. C’è chi augura buona guarigione al collaboratore e spera che anche il ragazzo e la sua famiglia siano sostenuti.

C’è la sua famiglia, appunto, che chiede discrezione per un momento delicato e difficile che coinvolge un ragazzino di soli undici anni, che da un atto inconsulto e irragionevole, potrebbero derivarsi effetti devastanti per la sua crescita e il suo futuro di adulto.

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