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“Non è che chi va fuori non ami più Venezia, è lei che non c’è più”

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In risposta alla lettera: “Go fato ben a andar via (da Venezia) chea volta e no me dispiaxe proprio”.

Per Frank. La tua risposta a Luca. S è stupida. Io sono veneziana doc, conosco benissimo la storia dell’arte (ho studiato con artisti famosi), ho una laurea in architettura, so vogare, adoro la mia città e sono affascinata dalla sua poesia, ma 5 anni fa me ne sono andata e non tornerei a viverci.

Venezia è sempre là, io ci vado spessissimo ma non è più lei. Dove sono i vecchi bacari con i tavoli pieni di giocatori di carte, dove le cantine Sima con i veri cicheti, dove i vovi duri, la spienza, i nervetti ? Dove lo stecco di patate fritte di S. Polo, i negozi di vicinato, i merciai, i panettieri, il mercato di Rialto, luoghi che frequentavamo ogni giorno e dove ci incontravamo con gli altri veneziani. Tutto sparito. Il bianco era un calicetto e ne bevevamo tre con amici vari, oggi è un calicione di barricato che costa un mutuo e se non ti ingozzi di patatine ti te imbriaghi.

Caro Frank, non è che chi è andato a vivere fuori (in terra ferma) non ami più Venezia e non vada più in laguna o all’accademia o nelle chiese varie a vedere Bellini, Bassano o il Tintoretto, no, è che LEI non c’è più, l’hanno trasformata in un’altra cosa.

Purtroppo tutto si trasforma e anche la Venezia dei miei 10 anni (ne ho 70) era diversa da quella dei miei 40, ma quella degli ultimi 20 non è più neanche nostra.

Veneziana doc
(lettera firmata)

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27 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Vivo a Venezia da sempre. Ho 60 anni. Capisco tutto ciò che dite. Ricordo la Venezia di cui parlate dagli anni’60. Ma non ne posso più di lagne come le vostre. Non si abbandona la Patria perchè non ci sono più i bacari o i negozi di una volta o perchè, cime in tutte le città d’arte, è mutato il tessuto sociale. Se davvero amaste Venezia non potreste aprire le finestre al mattino e non vedere la sua luce, i suoi profili, le sue opere d’arte, i suoi canali. Sono tutti pretesti. La verità è che non capite e non amate Venezia, altrimenti lasciarla vi sarebbe stato insopportabile. Non avete la minima idea del privilegio che vi fu dato a nascere e vivere parte della vostra vita in un miracolo di Storia, tra terra ed acqua, di cui semplicemente non eravate e non siete degni. Non veniteci più, perchè quando venite fate solo parte delle masse che la calpestano andata e ritorno in giornata.

  2. Vengo da un’altra città ma ho scelto di vivere a Venezia nel 1970. Ogni tanto sono andata via, ma ritorno e piango per gli stravolgimenti che sono via via aumentati. Anche nella mia città natale i cambiamenti sono stati enormi. Ma più sopportabili.
    Ma rimango, resisto e lotto. Troppo semplice abbandonare. No! Non lo farò mai

  3. A Venezia, ormai, manca l’anima.
    Quella è stata venduta e svenduta.
    Una persona per sentirsi a casa ha bisogno di autenticità…negozi i cui proprietari sono amici, bambini che giocano nei campi, parole in dialetto, le nonne con le sedie in campo a parlare, i tuffi in canale, i sapori di casa.
    Tutto ciò è sparito per lasciar posto a decine di migliaia di ospiti temporanei e indesiderati.
    Ospiti che fingono di aver vissuto un’esperienza magica e romantica quando, in realtà, hanno vagato ammassati in mezzo a migliaia di altri corpi, mangiando male e pagando tanto.
    L’unica consolazione sono piccole oasi, come Cannaregio, dove in parte è rimasta la vita di un tempo e dove soprattutto si sentono ancora le grida dei bambini nei campi.

  4. Ho letto ora i numerosi commenti ,condivido il pensiero di tutti ,anch’io sono una espatriato per molto tempo ci sono ritornata ogni qualvolta potevo ,respirando la atmosfera ritrovando colori e sapori lasciati che piano,piano ,di anno in anno svanivano anche se nel mio cuore rimanevano indelebili,ma ahimè la realtà era ben diversa ,ora ci vado sempre meno , mi fa male vedere lo stravolgimento di questa città, è come una cartolina sempre bellissima, ma finta

  5. Cari amici ci rimane solo il mugugno e purtroppo la Venezia che conoscevano non la vedremo più. La colpa maggiore è da attribuire al denaro e subito dopo alla pochezza della classe politica che ha governato la città negli ultimi 50 anni e gli ultimissimi sono disastrosi .il governo nazionale è parimenti responsabile di quello che non si è fatto. Gli unici contenti di questa Venezia sono i cinesi , giornalai del Bangladesh e i furbetti delle LT…..locazione turistica . Viva San Marco .
    Lorenzo Magnifico

  6. Io ho abitato 29 anni a Castello ora ne ho 47,e sinceramente Venezia non sono mai riuscito a sopportarla,essendo amante di sci,moto,arrampicate,macchine,viaggi,bicicletta,natura etc..mi ha sempre tagliato le gambe,ho deciso di andarmene e sono rinato.Ora abito su una zona piena di verde,e sto da Dio,uno dei motivi principali che manca a Venezia infatti e’ il verde ..troppa umidita’,troppo caldo d’estate e freddo beco d’inverno..difficolta’ nel fare le spese,esci di casa e fai sempre lo stesso giro..L’ho sempre vissuta come una prigione.

  7. Sono una ex veneziana migrata in altra città italiana per lavoro. Parte della mia famiglia abita ancora a Venezia ed io mi reco almeno una volta al mese per incontrarli. SI Venezia come tutte le città sono cambiate si sono evolute ed aperte all’integrazione alle situazioni globali. Venezia c’è sempre sicuramente trasformata con le sue difficoltà. Concordo con il commento del giovane Davide. Mi auguro che tanti giovani veneziani possano dare il loro contributo nei futuri cambiamenti della nostra città.

  8. La sintesi dei vari interventi risulta chiarissima. Si puo’ continuare ad abitare in una Venezia completamente stravolta ed irriconoscibile perché rimane un Unicum sedimentato nei secoli che permette di vagare e passeggiare in un contesto speciale, variegato e affascinante.Tuttavia non esiste più una vera vita sociale, una comunità viva e vivace né attività extraturistiche veramente solide e promettenti.Molti anziani resistono, parecchi non hanno mai guidato né desiderato farlo, sanno di essere reclusi di lusso, si attaccano tristemente a qualsiasi manifestazione o ricorrenza, con avidità e senza gioia, ricordando mestamente, come diceva un lettore, le varie Venezie di 60,40,20 anni fa, ognuna diversa dalle altre e progressivamente sempre peggiorata fino ad arrivare a un punto di “non ritorno”.

  9. A Venezia sono rimasti gli edifici, le calli e i canali. Spettacolari. Ma per troppi aspetti è diventato un luna park, troppe falsità. Il turista spesso arriva e ricerca oltre alle bellezze artistiche anche modi di vivere, cose tipiche …e se ne va così in parte deluso con un sentore di morte o semplicemente di troppe sgradevoli finzioni …speriamo in una rinascita!

  10. Cara Veneziana doc, non è che le botteghe di una volta hanno chiuso perché tanti, troppi veneziani se ne sono andati? È la solita domanda è nato prima l’uovo o la gallina?

    • No, è la città ed i suoi politici poco lungimiranti che non sono stati in grado di permettere che la gente restasse. Detto ciò, non mi sembra che il Mont Saint Michel e la città medievale di Carcassonne siano vive ed abitate come lo furono in passato. Stiamo parlando di realtà che sono oggettivamente difficili da traghettare nel futuro a meno da non volerle stravolgere. È una scelta difficile, da un lato un museo a cielo aperto, dall’altra una città più moderna e funzionale correndo il rischio di farle violenza.

  11. Norberto e Gigi avete ragione.
    Anch’io me ne andrei a malincuore ma ho tre nipoti ed una figlia e se andassi lontano mi mancherebbero troppo.
    Sia io che mia moglie soffriamo per questa città che non è una città qualsiasi. È più fragile di un vaso di Murano! Ma non lo capiscono. Un commento sugli affitti ai negozi-: perché la cosiddetta amministrazione comunale non interviene?
    Come è possibile che da euro 5/7000 possano chiedere 20/20000 euro al mese? Lo strozzinaggio – forse – è più soft! Ed è tutto dire. Giri per Venezia e trovi ogni giorno un locale chiuso. Dicono sia causa covid. Può essere in parte ma per me dipende dall’esosita’ degli affitti.
    Allora ai locali sfitti si facciano pagare tasse come quando erano affittati.

  12. Rispondo alla Veneziana Doc. Non sono il Frank che ha risposto a Luca. Però devo dirti che hai ragione. Ho 75 anni e sono nato a Venezia e purtroppo ci sono ritornato dal Lido.
    La Venezia che conoscevo la rimpiango tutti i giorni. Capisco che i tempi passano, ma ricordo quando gli abitanti erano da 100 a 150 mila. I turisti erano compatibili con la fragile città. Poi è stata svenduta: un bar, un ristorante, un bed&breakfast uno attaccato all’altro. Il Covid ha evidenziato tutto sto svendere la Città: una volta i locali vivevano con i veneziani, ora – notizie continue snche di questi giorni – ci sono locali che sono costretti a chiudere perché troppa concorrenza. Su il Gazzettino di oggi un piccolo locale del Gran Viale chiude perché oltre al rinnovo affitto esorbitante, si trova attorniato da nuovi locali così che la clientela si sparge e spalma. Se prima con 100 clienti c’erano 2 bar , adesso con 100 ce ne sono 10 o più in 100 mt.
    È chiaro che non c’è da vivere per tutti così
    Vorrei anche toccare il penoso tema del ristoro per i poveri gondolieri proposto dal Miranese.
    Perché poveri? Perché non rilasciano ricevute a fronte del servizio svolto? Lì si vedrebbe-in sede di dichiarazione reddituale- quanto poveri.
    Chiudo pensando alla Venezia dei veneziani.

  13. Sono genovese,negli anni 70 lavoravo a Mira, nel tardo pomeriggio andavo spesso a Venezia. Era bellissimo perdersi senza meta dentro di lei . Una continua scoperta….una poesia infinita.Cenavo in un bacaro con sarde in saor e nervetti…He vero colleghi che vi abitavano si sono trasferiti in terraferma e oggi le calli non sono più percorribili come allora anche per gli aspetti negativi del turismo di massa. A mio giudizio l’ingordigia e la non lungimiranza di amministratori e operatori turistici ha contribuito a velocizzare il degrado di quella che secondo me è qualcosa di più di una semplice città. Ora vecchio, sono tornato a Venezia ……..ma……….

  14. Tutti parlano di amare Venezia di volerla ripopolare. Bene, perché i Veneziani rimasti non affittano le loro case e i loro negozi a noi campagnoli emigrati perché costretti da prezzi inarrivabili? Perché non la smettono di affittare ai turisti o vendere ai Cinesi arricchendosi e vivendo di rendita, perché un buon 70 % dei Veneziani vivono di rendita e non si alzano la mattina per andare al lavoro.
    Venezia la portano avanti i pendolari, i bistrattati campagnoli che muovono il culo e vengono ogni giorno a lavorare nella città che li ha visti nascere. Noi ce ne siamo andati perché ci avete mandato via arricchendovi e adesso parlate di ripopolamento con le case Ater..dateci le vostre case a prezzi normali affittate le vostre botteghe a prezzi normali e in tanti torneranno, continuate a lamentarvi salvo poi fare i conti a fine mese di quanto avete guadagnato. Persino i gondolieri e tassisti ormai abitano in terraferma, sono stufo di questa ipocrisia, amate Venezia? Dimostratelo cazzo!

  15. La colpa è solo dei veneziani benestanti, che hanno iniziato sfrattare gli inquilini locali per speculare coi turisti, per guadagnare in pochi giorni l’affitto di un mese. La soluzione (utopica), non è far entrare a Venezia un numero chiuso di persone, ma trovare il modo per fare alloggiare i turisti SOLO negli alberghi, di conseguenza se ne ridurrebbe la presenza, e vietare (chissà come) che piattaforme come Airbnb siano usufruibili per Venezia. Un sogno impossibile. Ormai Venezia è un parco di divertimenti in cui i turisti (soprattutto americani) pensano di avere a che fare con finte architetture in carton gesso, si lanciano nei canali dai ponti, bivaccano come farebbero nelle finte Venezie che hanno riprodotto a Las Vegas o altrove.

  16. Anche a me fa male vedere Venezia ridotta così, sicuramente abbiamo delle colpe, il fatto di non aver mai fatto delle varie opposizioni con le varie amministrazioni comunali, cominciando da *** per finire al pessimo *** . Qualche volta sono andata a protestare per il Mose, contro le grandi navi, ma poi qualcuno mi diceva sei una no global? Non mi interessano queste etichette, bisogna aprire gli occhi e guardare avanti…

  17. Tante cose di cui leggo non le ho viste essendo troppo giovane, eppure io la amo ancora Venezia. Non me ne andrei mai seppur faccio un’enorme fatica a pensare al mio futuro. Vorrei avere figli e crescerli qua, ma ogni cosa anche più semplice è una impresa da affrontare.
    Ci vorrebbero meno persone che piangono perché non riconoscono più la loro città, meno persone che piangono dalla terraferma che sono stati costretti, e più persone che si attivino da dentro per salvare gli ultimi 50mila. Si perché in mezzo a loro ci sono anche nuclei familiari che non sguazzano nella ricchezza, ma hanno deciso di vivere fra tanti sacrifici pur di restare e non contribuire alla morte della città.

  18. Anch’io sono Veneziana doc da generazioni e provengo da una famiglia di gondolieri, ci vivo e vorrei viverci fino alla fine dei miei giorni in questa città che amo, ma non è facile! A volte mi sento ospite a casa mia e mi fa male vedere chi ci governa non amare abbastanza la nostra città per considerare chi ci abita! Pensiamo solo ai tanti appartamenti di proprietà dell’Ater o Comune che sono chiusi da anni, perché non darli alle giovani coppie che possano restaurarli e viverci? Sarebbe un primo passo per la ripopolazione!

  19. io sono nato in pescheria a rialto e ci sono rimasto anche con il lavoro fronte al mio ponte de rialto per 60 anni ma da venti sono emicrato sul monte grappa da due non vengo a venezia per chè covid a parte non è piu la mia venezia non la riconosco più non ci sono più i miei negozzi i miei coetanei o sono morti o emigrati o i rimasti non si possono muovere da casa perchè non riconoscono piu la nostra venezia che a cambiato nome è VENELAND

  20. Infatti Venezia non è più dei dei Veneziani,purtroppo si sono dovuti trasferiti per motivi di costi,e quei pochi che sono restati sono tutti super benestanti che hanno ereditato patrimoni a dieci zeri , e con la puzza sotto il naso, a noi “poveri “un tempo passato ci guardavano dall’alto verso il basso xchè vivevamo nelle zone più popolari,questi cari signori una buona parte stanno facendo mambassa di Venezia xchè gli appartamenti se li sanno ben sfruttare facendo affittanze turistiche o alberghi e poi c’è una altra piccola fetta che gestiscono privatamente “cioè mani sulla città” linee pubbliche date in concessione sottraendo lavoro al ACTV ecc.ecc.

  21. Mi dispiace leggere e rileggere sempre le stesse osservazioni, purtroppo le motivazioni per le quali si lascia Venezia sono sempre le stesse, la casa più grande, arrivare con la spesa in garage ecc ecc, in realtà non la si ama abbastanza, non vedo e sento tra l’altro tanti ubriachi che gridano e tanto meno vomito che scorre a fiumi per le strade, non so dove vive il signore ma di certo Cannaregio dove vivo io non è tra le zone più nobili della città. Cofani a remi ne ho visti veramente pochi da Veneziano doc sinceramente….e la Venezia dei veneziani non è mai stata quella del ponte dei giocattoli, di lambrogini ne ho mangiati molti, volgarità e ignoranza Le assicuro che ormai ci sono in qualsiasi città decida di raggiungere…anche a me fa male vedere la nostra perla ridotta in questo stato, ma di certo la soluzione non è andare a vivere a Mestre o Marcon, mia moglie è “campagnola” e le assicuro che non lascerebbe più il remo della sua caorlina, adesso che ha imparato a vogare, per tornare in terraferma, saluti.

  22. Io ne ho 80 ci vivo dalla nascita, ho girato il mondo (abbastanza), continuo a viverci e non la cambierei con nessuna altra città al mondo. Nel tempo libero giro nei vari sestieri ed e’ sempre una continua scoperta di bellezze e curiosità cosa impossibile in alte realtà’. Che dire di più? Come già e’ stato detto per il suo tenore di vita: “ la città antica più moderna al mondo”

  23. Dico la mia. Venezia l hanno fatta grande i ricchi coi schei. Anche gente che partiva con poco. È diventata quello che è perché coi schei si viveva meglio che altrove. Ma parlo dei passati 1600 anni. Oggi noi residenti per quanti conti e duchi ci siano non viviamo in un posto che con i schei si vive meglio che altrove. Da lì spopolamento e turismo. 70 anni fa non eravamo maturi per capirlo. C era ancora l illusione della serenissima. Ma anche all epoca di serenissima c era ben poco. Magari molto bello, molto più bello che la terra ferma ma Venezia faceva invidia ad Oriente e Occidente. 70 anni fa magari faceva invidia ai campagnoli. Nulla togliere al vostro vissuto che non voglio minimamente criticare. È più grande di noi questo processo. Saluti

  24. Cosa dire, gentile signora, ha ragione in tutto, e la capisco. Anch’io ho lasciato Venezia, a dire il vero ho abbandonato l’idea di quella Venezia che lei racconta, che ormai non c’è più, quella Venezia nella quale, a 10 anni potevi scorazzare in laguna con un piccolo cofano a remi, senza rischiare di perdere la vita sotto un lancione gran turismo. Quella Venezia che ho vissuta da liceale, che con 100 lire mi compravo tre ambrogini al panificio Colussi in calle della Mandola, la Venezia del ponte dei giocattoli, la vera Venezia dei veneziani.
    Ho abbandonato l’idea di quella Venezia che ormai non esiste più, alla quale sono rimasto aggrappato disperatamente per tanti anni, vedendola sfuggire inesorabilmente. Dieci anni fa, sono partito, stufo di battermi contro la volgarità del turismo di massa, contro la volgarità e l’ignoranza di certi veneziani, stufo di rientrare a casa la sera tra il vomito, il piscio e le grida e i canti degli ubriachi in fondamenta. Sono partito perchè mi faceva male vedere la città ridotta in questi stati e viverci.
    Per quelli che diranno che parlo come la volpe e l’uva, voglio spiegare che se volevo, avevo le possibilità di continuare a vivere a Venezia, ed ho anche la possibilità di tornarci quando voglio, ma non lo farò, la Venezia di oggi non mi manca proprio.

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