Il piccolo frequentava la prima media ed era stato seguito a scuola da un insegnante di sostegno e dall’«Assistente educatrice culturale», figura assegnata ad alunni con problemi. Le stesse operatrici lo scorso marzo avrebbero segnalato alla scuola e ai servizi sociali una situazione familiare «difficile». Quel giorno lo studente, in uno dei tanti momenti di particolare agitazione, aveva detto piangendo frasi strazianti, angosciose, inconciliabili con i suoi 11 anni: «Non ce la faccio più, ora mi ammazzo». Aveva detto alle assistenti di un clima familiare duro da sopportare, raccontando di genitori che si drogavano davanti a lui, di violenze subite.
Possono quelle grida d’aiuto c’entrare nella tragedia accaduta ieri? Al momento nessuno può dirlo. L’unica cosa certa è che quelle grida sono rimaste inascoltate.
La disgrazie è avvenuta lunedì pomeriggio sul litorale a nord di Roma, a Fiumicino. Il bambino di 11 anni è stato trovato morto dopo essere caduto in un canale di irrigazione. E’ accaduto in viale di Campo Salino, nella zona agricola di Maccarese.
A tirare fuori dall’acqua il corpo un poliziotto del commissariato di Ostia libero da servizio che era andato a prendere il figlio in una scuola vicina. L’agente si è precipitato e ha afferrato il bambino portandolo in superficie.
E’ atterrata anche l’eliambulanza Pegaso 33, partita dalla base di Viterbo e attrezzata per il recupero di persone in zone particolarmente difficili. Le manovre di rianimazione sono durate a lungo, ma purtroppo non sono servire a salvargli la vita. Sul posto vigili del fuoco e agenti del commissariato di Fiumicino che indagano sulla vicenda.
L’ipotesi è che il piccolo sia morto annegato probabilmente dopo essere scivolato e aver sbattuto la testa. Ma solo l’autopsia potrà chiarire con esattezza le cause del decesso.
Secondo quanto ricostruito finora, il piccolo stamattina era andato a scuola e dopo a pranzo a casa della nonna. Poi è uscito per andare a giocare con gli amichetti. Il canale che si trova nei pressi di un asilo nido è a circa 200 metri dalla casa dei nonni. Secondo una prima ricostruzione, intorno alle 15.45 la nonna non vedendolo più ha cominciato ad impensierirsi e urlando ha richiamato l’attenzione dei residenti del comprensorio.
In quel momento, tra l’altro, nell’asilo nido “L’isola che non c’è”, che si trova proprio a pochi metri dal canale, c’era tanta gente per festeggiare la festa dei nonni. Così diversi genitori hanno aiutato la donna a cercare il nipotino.
Sulla vicenda sono in corso indagini per ricostruire esattamente l’accaduto. La zona è stata transennata e c’è la polizia scientifica per i rilievi. La polizia sta ascoltando testimoni per ricostruire esattamente l’accaduto. Non ci sarebbero al momento testimoni diretti dell’incidente.
Ancora da chiarire se il bambino fosse solo quando è caduto nel canale e il punto esatto in cui è scivolato. L’autopsia potrà dare elementi importanti.
Nel frattempo, emergono particolari importanti sulla vita dello sfortunato undicenne di cui riferiamo in apertura.
Mario Nascimbeni | 04/10/2016 | (Photo d’archive) | [cod banne]