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Andrea Camilleri, un uomo grande e immortale

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Andrea Camilleri, un uomo grande e immortale

Quando muore un uomo che ci ha detto, non vedo, ma sogno, qualcosa di intimo del nostro sentire si spegne e insieme si accende, perché le Parole del Poeta sono terra piena di sementi e dai sementi nasceranno fiori e dal prato sbucherà un ruscello per dissetare gli animali che sanno che lui è un uomo buono, che contano sulle sue attenzioni e sul suo pensiero limpido.

Andrea Camilleri, che con l’indovino Tiresia e la sua drammatica semplicità ci ha mostrato con gli occhi spenti di chi ha visto tutto, una Sicilia piena di stelle, luminose come le sue parole, vibranti come la sua indignazione, quando con la sua voce ferma e insieme tremante difendeva gli ultimi della terra.

Eccolo con i suoi occhi ciechi e con la luce nel cuore a raccomandarci di ricordare la nostra umanità, eccolo senza posa a donarci mani piene di vento a rinfrancare la sua Sicilia e noi, assetati e affamati della bellezza della sua persona, commossi nel capire quanto si può essere grandi e come spariscano subito, come per incanto gli uomini infami, gli avari, quelli che ci siamo prima noi, quelli che le regole anzitutto e del più meschino bla bla.

La Sicilia, con il commissario Montalbano, a rivelarci fragilità e forza di una terra piena di conflitti e di interiorità, profumata di mare, di arancia e limoni, conformata da mistero, per vedere tutto ciò che non si vede, che è invisibile e che poi dimora nei cuori generosi della gente di Lampedusa, che come lui, le braccia le tiene aperte e accoglienti.

Lui e la sua Sicilia, la Sicilia e lui, i tratti gentili della nobiltà del cuore di un intellettuale che tanto ha dato al mondo e che ancora tanto darà alle generazioni future che respireranno il salso del mare, la storia dei miti greci e dell’uomo del sud, con tutte le qualità e le contraddizioni che lo riguardano.

Una sorgente, il suo cuore, e grande la nostra gratitudine. L’amaro in fondo al cuore diventa commozione per chi si sa aggrappare alla bellezza dei sentimenti, per chi non rinuncia a un mondo migliore. Rimane il dono, vergine, immacolato della sua parola e della sua prosa, rimane la grazia di una voce rude e pur piena di melodia, rimane lo stupore verso un’esistenza così piena e insieme così umile, così simile alla luce dell’alba e del tramonto.

Un pianto quasi felice bagna il suo ricordo e disseta il sogno di quegli occhi che hanno saputo e voluto vedere, appartando il buio che obbedisce quieto.

Andreina Corso

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. La notizia della sua morte mi ha spiazzata. Nonostante le notizie sempre più tragiche, ho sperato fino all’ultimo che aprisse gli occhi e ci apostrofasse con una delle sue frasi, tutte da ascoltare, tutte da conservare.
    E invece è arrivato il momento di ricordare. Di cercare le parole per spiegare chi sarà per sempre per noi Andrea Camilleri. Un Maestro prima di tutto, un uomo fedele al suo pensiero sempre leale, sempre dalla parte della verita’ che ha raccontato tutti noi e il nostro paese.
    Ha chiuso la porta senza farla sbattere e se n’è andato.
    Manchera’. È inevitabile, è doveroso. Per la tua statura artistica, culturale, intellettuale e soprattutto umana.
    Era bello sapere che la sua vena creativa di cantastorie avrebbe a breve partorito un altro racconto. Poco importava se il protagonista sarebbe stato Montalbano o qualche altro personaggio messo a recitare in un secolo passato.
    Mi mancherà la sua ironia, il suo umorismo fine, ma anche la sua indignazione per i soprusi e le violenze. Di ieri e di oggi.
    Se ne è andato e lascera’ un senso incolmabile di vuoto, ma so che ogni volta che dirò, anche da sola, nella mia testa, “Montalbano sono!” dovunque sia andato ,sorridera’ sornione, magari fumando una sigaretta e facendo l’occhiolino in segno di intesa.
    Addio maestro, la terra ti sia lieve!

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