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L’aereo caduto e il giallo dei problemi al motore già segnalati da giorni

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L'aereo caduto e il giallo dei problemi al motore già segnalati da giorni

L’aereo caduto ieri ci aveva messo 23 minuti per salire a 9.400 metri e arrivare in quota. Ce ne ha messi solo cinque per sparire dai radar e precipitare quasi in verticale, a duemila metri al minuto. Un’immagine mentale che solo a pensarla, angoscia.

Alla torre di controllo del Cairo, dicono d’aver sentito solo la voce agitata del comandante Valery Nemov: abbiamo un problema tecnico, tentiamo d’atterrare a El Arish… L’ultima comunicazione. Poi il pilota ha capito che le sue dodicimila ore di volo terminavano lì, assieme alle vite degli altri 223 a bordo. Quasi tutti russi, diciassette bambini compresi.

L’aereo caduto ha provocato la morte di tutte le 224 persone a bordo.
Come noto si trattava di un aereo civile russo schiantatosi sabato mattina sulle montagne del Sinai meno di mezzora dopo il decollo.
L’aereo, un A-321 della piccola compagnia siberiana Kogalymavia, era decollato in mattinata da Sharm el-Sheikh ed era diretto a San Pietroburgo carico di turisti russi di ritorno da una vacanza sulle sponde del Mar Rosso.

L’Airbus e’ precipitato nella zona di Hasana, dove l’esercito egiziano sta combattendo dei jihadisti affiliati all’Isis, e gli estremisti hanno rivendicato la tragedia con un comunicato e con un video in cui sostengono di aver abbattuto l’aereo “in risposta alle incursioni dei jet russi che hanno ucciso centinaia di musulmani in terra siriana”.

Sia le autorità di Mosca sia quelle del Cairo smentiscono pero’ categoricamente questa ipotesi, bollata come “inattendibile” dal ministro dei Trasporti russo Maksim Sokolov. E secondo fonti della sicurezza egiziana sentite dall’ANSA, all’origine del disastro ci sarebbe “un guasto tecnico” e sarebbe quindi da escludere “un atto terroristico”.

Anche per il ministero dell’Aviazione civile egiziano e’ impossibile che l’Airbus sia stato abbattuto da un missile perché nel momento in cui e’ scomparso dai radar viaggiava a quota 9.450 metri: un’altezza troppo elevata per i razzi a spalla di cui si sa che i miliziani del Sinai sono in possesso.
In ogni caso, per motivi di sicurezza Lufthansa e Air France hanno deciso di sospendere i loro voli sulla penisola.

Si sono intanto ormai spente le speranze di trovare dei sopravvissuti al disastro aereo. Stamattina dei soccorritori avevano dichiarato di aver “sentito delle voci dall’interno dell’aereo che chiedevano aiuto”, ma sia le autorità del Cairo sia l’ambasciata russa in Egitto escludono che qualcuno dei 217 passeggeri e dei sette membri dell’equipaggio che erano a bordo dell’A-321 sia rimasto vivo.
E tra le probabili vittime dello schianto ci sarebbero – secondo il Comune di San Pietroburgo – almeno 27 tra bambini e ragazzini, e non 17 come affermato prima dalle autorità egiziane.

Chi sta partecipando alle operazioni di recupero dei corpi tra i rottami dell’Airbus – in una zona a cui l’accesso e’ rigidamente controllato dall’esercito – riferisce di “una scena tragica” con l’aereo spaccato in due e cadaveri dappertutto, alcuni dei quali ancora legati al sedile con la cintura di sicurezza.

Poco dopo le prime notizie sullo schianto, alcuni media avevano annunciato che l’A-321 aveva “contattato i controllori del traffico aereo turco”. Ma la tragedia e’ stata poi confermata dal premier egiziano Sherif Ismail proprio mentre l’ente aeronautico russo Rosaviatsia ammetteva che si erano perse le tracce dell’aereo sulla penisola del Sinai e che 23 minuti dopo il decollo, avvenuto “alle 6.51 ora di Mosca” da Sharm el-Sheikh, meta turistica molto in voga tra i russi, l’Airbus non aveva “contattato Larnaca (Cipro)” come previsto ed era “scomparso dai radar”.

Una fonte dello scalo di Sharm el-Sheikh denuncia che i piloti lamentavano da alcuni giorni dei problemi di avviamento a uno dei motori dell’aereo, che volava da ormai piu’ di 18 anni. Mentre stando ad un membro dell’ente aeronautico egiziano, poco prima della tragedia il comandante aveva chiesto un atterraggio di emergenza sulla pista più vicina.

Quest’ultima notizia e’ stata pero’ smentita in serata dalle autorità egiziane, che hanno dichiarato di non aver ricevuto alcuna richiesta di soccorso dall’aereo russo.
Putin ha intanto ordinato di indagare sulla tragedia e ha proclamato per domani una giornata di lutto nazionale, mentre il Comitato investigativo russo ha aperto un’inchiesta per “violazione delle norme di sicurezza dei voli” contro la Kogalymavia.

L’aereo caduto si è schiantato con a bordo persone pacifiche che rientravano da una vacanza a Sharm el-Sheikh. Tra loro c’erano anche 27 tra bambini e ragazzini e sette membri dell’equipaggio, e sembra purtroppo ormai certo che nessuno e’ sopravvissuto allo
schianto.

All’aeroporto pietroburghese di Pulkovo, dove l’Airbus A321 della Kogalymavia sarebbe dovuto atterrare, si si sono susseguite a ciclo continuo scene di dolore e disperazione, mentre la tv russa mandava in onda lo strazio dei parenti delle vittime, che non riuscivano a trattenere le lacrime.
La protezione civile russa ha mandato sul posto oltre 30 psicologi per assistere chi nel disgraziato volo Sharm el-Sheikh-San Pietroburgo ha perso un proprio caro o addirittura quasi tutta la propria famiglia.

E’ il caso di Igor Osipov, un imprenditore locale del settore stradale, che – secondo LifeNews – ha perso la moglie Natasha, la figlia Margarita e i nipotini di due e tre anni. Tra le probabili vittime della tragedia ci sono anche Aleksandr e Ielena, due giovani sposi che avevano appena celebrato sulle sponde del Mar Rosso il loro primo
anniversario di matrimonio.
E il vice sindaco di Pskov, Aleksandr Kopilov, con la moglie Ielena.

Sono state molto piu’ fortunate Katerina Ghiunninen e Iulia Kazantseva, che hanno deciso all’ultimo minuto di prendere un altro volo scampando cosi’ alla tragedia. Katerina si trova ancora a Sharm el-Sheikh perché ha preferito partire da Mosca invece che da San Pietroburgo e ha cosi’ cambiato anche il volo di ritorno, mentre Iulia e’ tornata ieri invece che oggi perché il marito ha pensato bene di anticipare l’arrivo in modo da riabituarsi al rigido clima russo prima di affrontare una nuova settimana di lavoro.

Intanto all’aeroporto di San Pietroburgo i sanitari prelevano dei campioni di sangue dai parenti delle vittime: serviranno, se necessario, per i futuri esami del Dna per identificare le vittime.

Nello stesso tempo la polizia russa perquisiva la sede di Mosca della compagnia siberiana, che dal 2012 opera con il marchio Metrojet.
Ad aiutare a far luce sulla sciagura potrebbero essere le scatole nere dell’aereo, che sono state entrambe ritrovate.

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