Acqua alta a Venezia in arrivo, e dopo molti tira-e-molla è possibile che venga azionato il Mose anche se la base di partenza della previsione è di “soli” 110cm. che però potrebbe avere tendenza al rialzo.
La massima di marea è prevista per le 11 di domani, martedì 5/10.
Ritorna dunque puntuale la minaccia dell’acqua alta con l’autunno.
Ottobre, con i suoi presagi, il vento che ondeggia sulla nebbiolina, si confonde con le prime piogge insistenti che ci obbligano a ricordare che il mese di Novembre è alle porte, con le sue maree straordinarie e incombenti sulla città e sulla sua memoria, troppe volte ferita.
Già domani mattina alle 11.00, si prevede, complice il vento di scirocco, una marea superiore ai 110 centimetri e i lavoratori delle imprese che attivano e sollevano il Mose, circa 300, sono pronti a svolgere con competenza e senso del dovere, il loro lavoro, a usare le braccia anche questa volta, come hanno sempre fatto e come faranno tutte le volte che sarà necessario.
Lo fanno per senso del dovere e perché alla città ci tengono e intendono proteggerla. Nonostante e oltre i loro diritti violati.
Ci si ritrova, come dice Francesco Guccini in una sua canzone “a dire cose vecchie con il vestito nuovo”.
Il Mose, è costato oltre 6 miliardi di euro e non è ancora terminato (i tecnici prevedono almeno due anni d’interventi e un miliardo di spesa in più), anche se nell’autunno e inverno scorsi ha già difeso Venezia almeno una ventina di volte dall’acqua alta, alzando le sue paratoie pur in fase sperimentale.
Ora, però, rischia nuovamente di fermarsi per la grave situazione debitoria del Consorzio Venezia Nuova, l’associazione di imprese e aziende (Comar e Thetis), che aveva avuto dallo Stato l’incarico di costruirlo.
Nel tempo ha portato allo stato di agitazione i dipendenti, a largo raggio anche quelli delle ditte appaltatrici, per i mancati o ritardati pagamenti.
Le imprese però non possono evitare di rilevare che la disponibilità è ìmpari se tarata sulle lungaggini per l’emanazione di quei finanziamenti dovuti al personale preposto da un contratto di lavoro vissuto in condizioni di incertezza e precarietà, nonostante svolga servizi di primaria importanza destinati alla salvaguardia dell’intera laguna di Venezia con grande senso di responsabilità.
Con i conti bloccati dalla crisi del Consorzio Venezia Nuova mancano le risorse per far ripartire i cantieri e per retribuire i lavoratori.
Sullo sfondo della storia del Mose, molte ombre e amarezze, i troppi sprechi sono stati al vaglio della magistratura, molti segni dell’incuria ci hanno raccontato il degrado dei materiali del Mose, colpiti dalla salsedine, dalla ruggine e diventati inutilizzabili, se non come rifugi inediti di nidi per i pesci e radici di alghe.
Non vi è dubbio, poi, per ricercatori e ambientalisti sulle conseguenze dell’inquinamento della laguna dovuto al deterioramento dell’acciaio e dallo stesso uso ripetuto del Mose, perché ridurrebbe rapidamente l’ossigeno della laguna e, di conseguenza, le popolazioni di pesci e di molte specie di uccelli che nidificano nella zona, come fenicotteri, falchi pellegrini, cigni neri e garzette.
La commissaria alla realizzazione del Mose, Elisabetta Spitz, è ora alle prese con la responsabilità del completamento dell’opera, con le esigenze delle imprese e dei lavoratori.
E con un occhio rivolge lo sguardo alla futura Autorità per la laguna, per ora senza nomina alcuna, il cui compito sarebbe quello di governare la salvaguardia, subentrando al Provveditorato, al Consorzio e agli Enti locali.
Nel frattempo i veneziani sperano che cambi il vento.
Andreina Corso
04/10/2021
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Acqua alta straordinaria in arrivo a Venezia
Acqua alta in arrivo a Venezia, dice il meteo, e non si tratterebbe di un giorno bensì di alcuni con valori “rinforzati”.
Essendo previsioni a lungo termine occorre mettere in preventivo che si tratta di stime, è giusto essere in allerta, però.
La previsione ufficiale di marea del Comune di Venezia si ferma al 1° ottobre indicando semplicemente un rialzo ma, stando alle previsioni meteo sul lungo periodo, sarebbe dalla sera del 3 ottobre in poi che la situazione si fa preoccupante.
Dal 4 ottobre si ipotizza una marea dai picchi elevati. Le massime? Sfioreranno il metro, con le condizioni osservate oggi.
Ma, come noto, basterà che rinforzi – ad esempio – il vento di scirocco per avere i valori da emergenza.
L’anno scorso, proprio il 3 ottobre ci fu il primo episodio di acqua alta con valori molto sostenuti con attivazione del Mose che celebrò il buon funzionamento del sistema.
Proprio quel Mose celebrato un anno fa per l’ottimo comportamento è invece oggetto oggi di polemiche.
E’ stata infatti confermata la sua operatività “solo” con una previsione di 130 cm o superiore.
I detrattori affermano che un’acqua alta di 125 cm. fa ugualmente danni alla città. Inoltre se dovesse esserci malauguratamente un superamento delle previsioni dell’ultimo minuto, a quel punto sarebbe troppo tardi decidere la sua attivazione.
Sull’altro piatto della bilancia, però, c’è il costo di ogni singola attivazione nonché il fatto che le barriere alzate troppo spesso significherebbero la paralisi del traffico navale.
In questa situazione di incertezza si è deciso di partire con i lavori per isolare la Basilica di San Marco in fretta e furia nonostante il periodo, proprio per le prime acque alte in arrivo, lo sconsigliasse.
Redazione – 28/09/2021