Un fischio annuncia l’arrivo del treno. I viaggiatori scendono con i loro bagagli e subito sono avvicinati da uomini che si offrono di portare le valigie verso i mezzi di trasporto pubblici o i taxi.
Molti di questi uomini vengono definiti “abusivi”, in quanto sottraggono il lavoro ai “veri” Portabagagli dell’Associazione veneziana, che esercitano in pieno diritto il proprio lavoro.
Talvolta, nell’offrire il servizio, giocando d’astuzia sul tempo, o chiedendo pochi euro, gli “irregolari” sfidano multe e fogli di via, che non li convincono ad abbandonare il campo, e mal che vada, si spostano in altre stazioni.
La Polizia ferroviaria, non sa bene identificare le persone, che sono tante, da disoccupati a stranieri, da senza fissa dimora a disperati, tutti con la stessa esigenza di guadagnare qualche euro.
La Polfer assicura che sta mantenendo tutto sotto controllo, ma alcune situazioni sfuggono agli occhi della vigilanza, anche se la zona è costantemente presidiata, e spesso la polizia interviene nei confronti dei comportamenti illeciti, con il foglio di via che dovrebbe indurre gli abusivi a desistere perché qualora fossero colti nuovamente in flagrante, scatterà la denuncia e il processo.
Il fenomeno è conosciuto e diffuso dentro una tendenza all’arrangiarsi, a cercare di approfittare di luoghi e lavori che possono garantire di mettere in tasca qualche euro.
L’Associazione Bagagliai di Venezia avverte l’amministrazione comunale e sta valutando lo svolgersi di una manifestazione cittadina per protestare nei confronti di un problema che sente minaccioso e che ogni giorno procura loro rabbia e preoccupazione.
L’ispettore della Polfer, Massimo Bedendi, assicura che il controllo della Stazione ferroviaria è quotidiano e accurato, anche attraverso le telecamere di sorveglianza e un vero proprio sistema ispettivo sempre in essere.
Anche circostanze come queste, sono il rovescio della medaglia di una città piena di contraddizioni, che fatica a comprendere le innumerevoli situazioni che si sovrappongono e che rivelano disagio a catena, e che non possono risolversi solo attraverso le multe e i fogli di via, ma con la lettura attenta dei bisogni, delle contrapposizioni e delle compatibilità.
Andreina Corso