Tornano alla mente le passate gestioni amministrative di Venezia, quando qualcuno in Comune sorrideva alle prime denunce di Venessia.com e al ‘contaabitanti’ della farmacia di San Bartolomeo: «Sono solo numeri, vanno e vengono», dicevano.
Ora a Venezia è realmente emergenza sociale, solo che non la si vuole vedere: l’anagrafe comunale di Venezia del Servizio Statistica di Ca’ Farsetti ha segnato 56.799 residenti in centro storico, contro i 58.269 dell’inizio dell’anno scorso.
Ciò significa 1.470 persone in meno in un solo anno e 3201 in meno da quando il social aveva denunciato che ci si avviava a infrangere la ‘soglia psicologica’ dei 60.000 abitanti necessari per definire una città in quanto tale.
Venezia è ormai diventata un’esperienza quotidiana di soggetti quali turisti, lavoratori e studenti fuorisede che attivano un finto movimento giornaliero in una realtà urbana fittizia che sta perdendo inesorabilmente il proprio tessuto urbano.
La conseguenza di ciò sono sotto gli occhi di tutti: panifici e negozi che chiudono e bazar di cianfrusaglie e paccotiglia che aprono ovunque.
Ciò che sorprende, alla fine, non è più neanche che in tre anni la città abbia perso quasi tremila persone, ma che gli amministratori non affrontino neanche più pubblicamente il tema tanto per salvaguardare l’opinione pubblica. Fino a ieri – soprattutto nei periodi elettorali – capitava di sentire annunciate strategie di ripopolamento e iniziative per il problema della residenzialità a Venezia (di cui si perdevano comunque le tracce dopo gli annunci). Ora non se ne parla neanche, come dire: il problema non c’è: risolto il problema.
E allora a poco serve andare sui giornali per affermare di essere contro la riduzione dei servizi (sanitari, ad esempio), o delle attività produttive, perchè qualsiasi ragionamento parte dai numeri. E a Venezia dicono che per ogni bambino tra 0 e i 5 anni ci sono sei anziani over 65, e sono in calo entrambi.
Ricordiamocelo, almeno, la prossima volta che qualche affabulatore imbonitore verrà a chiederci il voto.
Paolo P.
[05/01/2014]
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Un’altro che ha voluto lasciare Venezia per prendersi la villa con giardino in campagna…ma la Domenica viene a farsi la passeggiatina in Europa!! Brutta cosa l’invidia!!!
La colpa di questo disastro, pero’ non e’ solo (o non tanto) del Comune che non si occupa di fare piani di ripopolazione, ma soprattutto dei VENEZIANI a cui da decenni risulta redditizio sfruttare il turismo di massa per far soldi a spese della citta’ e della sua collettivita’: sono tanti anni ormai che a Venezia si trova lavoro solo come cameriere in ristorante o bed and breakfast, o come commesso in negozietti di vetrini e mascherine, ecc. I veneziani hanno trasformato la loro citta’ in una specie di Disneyland fatta solo alberghi, cianfrusaglie e carissimi giri in gondola perche’ cosi si fanno soldi (e si evadono pure spesso le tasse facilmente) – con buona pace di qualsiasi attivita’ produttiva esistente nelle altre citta’. Ricordiamoci anche di questo, quando votiamo e mettiamoci una mano sulla coscienza…