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Zika, il virus che può provocare danni ai bambini, è arrivato in Italia nel 2015

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Zika, il virus che produce malformazioni ai bambini, è arrivato in Italia nel 2015

Zika, virus di cui si comincia ora a parlare, conquista le pagine dei giornali gettando in allarme il Centro e il Sud America. Il pericolo maggiore sembra essere per le donne gravide: gli Usa raccomandano alle donne incinte niente viaggi in 22 Paesi, ma anche nel nostro Paese si è registrata questa presenza: ricoveri a Firenze e Roma concentrati nella primavera del 2015.

Marzo 2015. Un turista fiorentino percepisce dolore ai muscoli, prurito a mani e piedi. Sintomi tutto sommato banali se non fosse che è appena tornato da un viaggio a Salvador de Bahia, e appena sbarcato dal Brasile ha sentito che stava circolando una malattia virale di cui parlavano tutti con grande preoccupazione. L’uomo si è recato all’ospedale Careggi di Firenze. Vengono eseguiti i test inviati all’Istituto superiore di sanità: si tratta di Zika, il virus responsabile di malformazioni sui feti in Sud America, specie Brasile, Colombia ed Ecuador, Caraibi fino a Capo Verde, costa occidentale africana, e Isole Samoa.
Quattromila bimbi brasiliani sarebbero già nati con microcefalia, cioè con la testa molto piccola e conseguenti danni neurologici. Il paziente fiorentino è uno dei quattro casi italiani (alcuni curati anche allo Spallanzani di Roma), tutti concentrati nella primavera 2015 e terminati con una guarigione rapida.

‘I casi sono relativi alla Primavera del 2015 ed ora – ha spiegato il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito – i pazienti stanno bene. Tre di loro sono stati trattati allo Spallanzani ed uno a Firenze”.

Un virus meno letale del temutissimo Ebola, che comunque fa aumentare la preoccupazione delle autorità sanitarie mondiali.
Zika intanto aumenta: i primi tre casi di contagio sono stati infatti registrati anche in Gran Bretagna e due casi sarebbero stati segnalati in Spagna, mentre almeno due casi (di cui uno è un bimbo nato con microcefalia) sono stati rilevati negli Stati Uniti.

Gli epidemiologi tranquillizzano, sottolineando che questo virus, trasmesso attraverso le zanzare del genere Aedes, non è naturalmente presente in Europa e non vi sono evidenze di trasmissione da uomo a uomo.

Zika sta però allarmando le autorità sanitarie, dai Centri statunitensi per la prevenzione e controllo delle malattie Cdc all’Organizzazione mondiale della sanità, per il fatto che sembra colpire in maniera grave i feti nel grembo di donne infettate: gli esperti indicano infatti un possibile legame del virus con la comparsa di gravi patologie nei neonati, come la microcefalia fetale che, caratterizzata da uno sviluppo minore del cranio, può determinare seri ritardi cognitivi e problemi alla vista e all’udito.

Il Brasile, come dicevamo, è il paese più colpito: 3.893, ad oggi, i casi sospetti di microcefalia causata da Zika, mentre in Colombia esiste finora solo un caso confermato. Tanto è bastato per spingere il governo brasiliano a misure drastiche, sconsigliando alle donne di rimanere incinte almeno fino al
prossimo luglio. Analoghe avvertenze sono state diffuse anche dalle autorità colombiane e del Salvador, dove il governo ha sconsigliando fortemente le gravidanze per tutto il biennio 2016-2017. Ad oggi, sono 22 i paesi dell’America Latina dove il virus è presente e nei quali il Cdc ha sconsigliato viaggi alle
donne in gravidanza.

Paolo Pradolin
25/01/2016

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