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Zaia sui vaccini tira dritto. Chiesta autorizzazione per importare 4 milioni di dosi autorizzate

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Scende il numero dei ricoverati e dei contagi in Veneto. Sotto quota 1500 le persone ospedalizzate nelle aree non critiche ad oggi, venerdì 12 febbraio, e meno 15 pazienti nelle terapie intensive nelle ultime 24 ore.

Ordinanze impianti sci e scuole

Oggi è il giorno della certificazione del colore delle regioni. Tutti i parametri per il governatore Luca Zaia, compreso l’Rt a 0,71-0,74 sono tutti da zona gialla. Continua l’impegno regionale per la riapertura degli impianti sciistici. «Stiamo lavorando a un’ordinanza. Il Dpcm scade il 15, stiamo attendendo il Comitato tecnico scientifico, ad ogni modo si tratterà di linee guida per stabilire la capienza massima di sciatori sulle cabinovie, il distanziamento, i servizi pubblici», anticipa il presidente.

La prossima settimana è anche l’ultima settimana dell’ordinanza per le scuole con il 50% di frequenza in presenza. «Poi decideremo che percentuale fissare. Ci preoccupa ciò che sta accadendo nel centro Italia con la recrudescenza del virus e in Alto Adige che ha parametri da zona arancione. Stiamo capendo».

Vaccini

«Noi i progetti li facciamo tutti nella legalità, nel rispetto delle regole. Non tollero polemiche inutili – afferma Zaia tornando sul tema caldo dei vaccini comprati al di fuori della fornitura prevista dagli accordi nazionali -. Siamo davanti a un governo che non si esprime, a multinazionali che non hanno mai smentito la possibilità di acquistare. Ma il mio oggetto sociale è quello di occuparmi dei veneti e tiriamo dritti su questa partita – continua il governatore – Oltretutto c’è un aspetto morale che impone di andare fino alla fine nella trattativa per procurare le dosi. Se non si comprano è perché qualcuno non lo permette, ma io questa responsabilità non me la voglio assumere. Farò di tutto per rispondere alle aspettative e alle necessità dei veneti, per quanto mi riguarda. Abbiamo un sacco di persone che chiedono urgentemente di essere vaccinate. In questo paese siamo arrivati al punto di essere criticati se cerchiamo di fare il nostro lavoro», tuona Zaia.

«Una percentuale attorno al 50% dei pazienti arriva da fuori regione, come posso non vaccinare tutti? È vergognoso quello che sta accadendo: se cerchi di risolvere un problema sei una persona che crea problemi e davanti a sto dibattito sui vaccini resto allibito. Per fortuna tanti cittadini hanno capito che le polemiche sono inutili».

Le trattative

Il Veneto è in grado di vaccinare seimila persone al giorno, in certi giorni anche 10 mila, afferma il direttore della Sanità regionale dottor Luciano Flor. La capacità di vaccinazione è legata solo alla disponibilità di vaccini. Servono almeno 720 mila dosi per gli anziani ultra ottantenni. «Di questo passo per fare la prima dose e il richiamo andremo avanti, solo con le coorti anziane, fino a fine aprile – afferma il direttore -. Abbiamo una popolazione da vaccinare di 4 milioni di persone. Visto che qualcuno ci ha fatto capire che c’era una disponibilità di vaccini abbiamo chiesto all’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) l’autorizzazione a negoziare e procurare questi vaccini regolarmente, autorizzati da Ema (Agenzia europea per i medicinali). L’autorizzazione è arrivata il 4 febbraio mattina (e viene esibita pubblicamente). Quindi siamo andati avanti a verificare le offerte, con chi stavamo parlando e la disponibilità di vaccini. Nelle situazioni giudicate serie abbiamo chiesto a che condizioni e in quali tempi, che vaccino è e quanto costa – prosegue Flor -. Elementi per arrivare a un contratto da sottoscrivere. Abbiamo subordinato la possibilità di chiudere la partita all’autorizzazione necessaria per l’importazione. Le tempistiche si aggirerebbero intorno al mese per avere le dosi. In ballo ci sono tre aziende», della quali non fa il nome. In tre o quattro giorni dovrebbero arrivare alla regione le bozze di contratto, almeno due.

Cgil: «No a trattative parallele»

«Dopo il servizio della trasmissione Piazza Pulita sul mercato parallelo dei vaccini, andrebbe interrotta qualunque trattativa da parte di singole regioni – afferma il segretario Cgil Veneto Christian Ferrari -. Secondo l’inchiesta giornalistica questo mercato sarebbe nelle mani di mediatori e aziende estere poco trasparenti. Gli eventuali contratti verrebbero sottoscritti non con le imprese produttrici, bensì con le suddette aziende e i relativi mediatori. Questo creerebbe enormi problemi di affidabilità, di tracciabilità e di sicurezza. Non è inoltre da escludere il rischio di subire truffe, considerato che due aziende (Pfizer e AstraZeneca) negano di aver immesso dosi sul mercato fuori da quelle prenotate dall’Unione europea. Riteniamo prudente, se non doveroso, interrompere qualunque tipo di trattativa portata avanti in autonomia da singole regioni e informare il ministero della Salute e le autorità competenti».

Antonella Gasparini

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