“Il sistema sanitario veneto per ora tiene, ma da qua ad un mese può succedere di tutto”.
Non lasciano spazio a dubbi le parole del presidente Luca Zaia sulla base dei dati nelle ultime 24 ore relativi al Covid che hanno portato “le terapie intensive in fase 2 avendo superato i 50 ricoverati (62 per l’esattezza ndr) in tutte le Usl della regione, tranne quella di Belluno.
Se continua questo trend – avverte – Zaia – non è escluso che si arrivi a 100 nei prossimi 15 giorni. Oggi l’infezione interessa in percentuale più i non vaccinati”.
Al di là delle criticità Zaia si augura che “il Natale sia Natale”, ma questo dipemderà dai numeri dei prossimi giorni.
Per ora, comunque: “L’impatto ospedaliero è contenuto. Ad oggi è così” ribadisce Zaia, il quale non nasconde una certa preoccupazione per il fatto “che i nosocomi sono presi d’assalto da chi ha patologie respiratorie, che oggi pesano sulla sanità.
C’è una congiuntura astrale – conclude – che non c’era nella stagione invernale 2020-2021 e che ora si fa sentire, quella dei picchi influenzali”.
Il presidente ha anche ribadito il ragionamento fatto nella Conferenza Stato-Regioni, che “è stato quello di evitare di chiudere, di fare lockdown. Non ci sono tante vie d’uscita.”
La classificazione per zone, peraltro è “un modello che è stato vincente. Qualche sassolino – ha aggiunto – ora me lo voglio togliere: ve li ricordate i ”tromboni” che dicevano quanto bravi erano i tedeschi nella prima fase. La Germania ha fatto scelte sanitarie che l’Italia non ha fatto e ora qual è il risultato?. Il paese teutonico ha fatto 4-5 riprese di lockdown , in Inghilterra idem”.
“Il modello di scelte in base ai colori comunque ci ha permesso di accompagnare il percorso evitando il lockdown , tranne quello fatto dall’8 marzo all’8 maggio 2020”.
[quads id=2]