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Zaia: «È vomitevole la posizione di chi pensa: “questo è il virus dei vecchi”. Oggi incontro i sindaci». In arrivo vaccino anti-Covid

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Sono 373 le terapie intensive in Regione ad oggi, lunedì 14 dicembre, 4 in più. Quasi 3000 mila nuovi contagi in 24 ore. «Il dato è quello di un rallentamento della crescita – dice il presidente del Veneto Luca Zaia – La pressione sanitaria è importante (c’è un andamento costante di test e tamponi effettuati). Ci sono 3267 ricoveri in totale, in area non critica, 1000 in più rispetto alla prima ondata di Covid di marzo. Le terapie intensive invece non hanno sostanziale incremento. Tutti i centri cittadini presi d’assalto – commenta Zaia – questo è il tema. Oggi incontrerò i sindaci alle 14.3 sul tema degli assembramenti». Sono numerose le foto di piazze e negozi affollati, specie Verona e Treviso, che sono circolate nel fine settimana.

Il lockdown e la zona gialla

«È vomitevole la posizione di chi pensa: “questo è il virus dei vecchi” – continua Zaia – La posizione della Germania è il lockdown con il bazooka: 11 miliardi per ristorare le aziende che resteranno chiuse. Se fosse stato così in Italia, le categorie avrebbero capito di poter far parte della sfida. Ho sentito domenica il ministro della Salute Roberto Speranza – continua il governatore – La situazione è preoccupante: i numeri stanno riprendendo a muoversi dappertutto. Gli sforzi fatti rischiano di essere vani. La zona gialla? C’è un protocollo nazionale dell’Istituto superiore della sanità – afferma il presidente – Noi da quando c’è l’algoritmo non abbiamo mai avuto l’Rt superiore a 1,25. E in Friuli Venezia Giulia nonostante le sue settimane di classificazione arancione, il parametro è poi salito lo stesso». In questo momento, spiega Zaia, diamo la fotografia della situazione, «è sbagliato colpevolizzare gli amministratori per l’andamento del Covid. Quanto abbiamo invocato la centralità del cittadino? Probabilmente anche la comunicazione in questi ultimi 20 anni non ha fatto leva sul senso civico, ma più sul consumismo. Si accarezza l’idea che riguardi una fascia di età e questo è ancora più vergognoso». Per quanto riguarda le scuole, dell’infanzia, viste le direttive nazionali il Veneto si è adeguato, per il governatore.

Il vaccino anti Covid

Regioni, governo e il commissario Domenico Arcuri hanno avuto un incontro per il vaccino anti-Covid. Entro la prima metà di gennaio arriveranno in Veneto le prime dosi, conferma l’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin. Si sottoporranno a vaccinazione i dipendenti sanitari e a seguire ospiti e operatori delle strutture per anziani. Delle 177 mila dosi messe a disposizione, che vanno duplicate per la seconda somministrazione prevista, il quantitativo del Veneto è di quasi 185 mila dosi, poiché è stata inserita la sanità privata e convenzionata.

«Ci è stato chiesto dal commissario di avere una pre-adesione di chi si farà il vaccino ma è difficile da prevedere entro questo fine settimana. Distribuiremo intanto un bugiardino all’interno delle Ulss, quello del Pfizer, così verrà preso in esame dal target interessato», dice Lanzarin. La macchina organizzativa intanto si è messa in moto. «I tempi sono stretti». La dottoressa Francesca Russo e le direzioni dell’Ulss hanno predisposto la logistica, la distribuzione nelle strutture sanitarie e poi nelle residenze per anziani. A giugno il commissario pensa di completare la vaccinazione nella sanità, nelle rsa (residenze per anziani), nelle forze dell’ordine e fra la popolazione fragile per poi passare al resto della popolazione.

C’è un bando per 12 mila persone dedicate alla somministrazione, nel frattempo il Veneto procede con proprio personale, soprattutto per le Rsa, per fare il vaccino. Verranno stoccati nei sette presidi hub ospedalieri le dosi e da lì distribuiti negli ospedali. Ci saranno alcune equipe mobili per andare dentro alle case di riposo. Domani è previsto l’incontro dell’assessore Lanzarin con le principali 2 rappresentanti strutture di residenza per gli anziani.

La dottoressa Russo afferma: «la scheda tecnica del vaccino Pfizer verrà diffusa tra gli operatori sanitari per la pre-adesione da comunicare al commissario Arcuri. Per tutte le vaccinazioni abbiamo l’anagrafe perciò appena si inizia le persone vengono registrate in tempo reale per avere l’adesione puntuale alla campagna. Sono stati chiesti dei chiarimenti per la somministrazione: il primo target è per tutti i suscettibili, cioè chi non è mai entrato in contatto con il virus. Mentre chi ha contratto il virus con il vaccino potrebbe semplicemente rafforzare l’immunità: la Regione attende delucidazioni dal ministero della Salute».

La seconda dose viene fatta dopo 19-23 giorni e l’immunità è stata valutata di sei mesi almeno. In genere, dall’esperienza, dopo le prime dosi a distanza di 4 settimane segue una terza dose ma ancora gli studi non consentono di dare certezze su questo fronte. Sicuramente con la seconda dose l’immunità si rafforza. Due milioni e mezzo di persone si stima aderiranno in Veneto, in base alla popolazione target. «Abbiamo chiesto di vaccinare anche gli over ottanta anni che non sono nelle case di riposo», dice Lanzarin. «Il vaccino sarà presidiato e stoccato dall’Esercito. Verrà suddiviso in singole dosi per cui la disponibilità di siringhe di precisione c’è per le singole quantità da somministrare, che si conservano fino a 8 ore», conclude Russo.

 

 

 

 

 

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