Sull’andamento della pandemia in Veneto, “ci sono piccoli campanelli d’allarme, in linea con l’andamento nazionale” ha affermato il presidente del Veneto Luca Zaia.
“La situazione è buona – ha aggiunto – rispetto a quanto sta accadendo ad altre Regioni. Se guardiamo i dati del Veneto, tranne l’altro ieri abbiamo sempre calato, ma vedremo fino a quando”.
“Se guardiamo i positivi, la percentuale di incidenza che all’inizio anno era intorno all’1,4%, adesso è quasi al 3%. E’ quasi raddoppiata, su numeri piccoli ma c’è tendenza all’aumento”.
“L’indice Rt era sotto lo 0,60, oggi è di 0,92 più o meno. È pur vero che abbiamo avuto comportamento anticiclico. Preoccupazione ce n’è, dal punto di vista sanitario dobbiamo evitare l’aumento della pressione ospedaliera, poi con Rt 1 si va in zona arancione, e vorrebbe dire ancora restrizioni”, ha concluso.
Il presidente ha anche pensato ad approcci di tipo nuovo:
“Ho chiesto a Governo che ci sia una circolare per cui chi ha avuto il virus e si vaccina una volta possa non fare il richiamo, così risparmio sulle dosi”.
“Si tratta – ha precisato – di applicare una direttiva dell’Ecdc in questo senso”.
“Poi ho chiesto di valutare l’opportunità scientifica e organizzativa di pensare se non sia più conveniente fare una dose a tutti che due a pochi”.
“La Gran Bretagna ha fatto questa scelta. E i più recenti studi su AstraZeneca dicono che ha performance simili agli altri due”, ha concluso.
Zaia ha anche parlato delle attività chiuse inviando n messaggio preciso: “Ci sono delle attività che sentono di essere state usate come capro espiatorio per il contagio”.
“Ho parlato – ha aggiunto – con le discoteche, gli spettacoli viaggianti, le palestre: sono tutte massacrate. Ci dicono che erano state chiuse dicendo che erano fonte del contagio”.
“Tutti si sono messi a disposizione ma adesso vediamo che il contagio è galoppante. Adesso
chi è la fonte del contagio?”.
“Con il collega Bonaccini e con gli altri governatori abbiamo posto la questione che le misure abbiano ragionevolezza”.
“Se è vero – ha ribadito Zaia parlando dei ristoranti – che non è pericoloso aprire alle 12.00 lo sia anche alla sera. Penso sia ragionevole”.
“Così vale anche per altre attività, se alcune sono chiuse e altre con maggiore assembramento aperte, lo si deve spiegare ai cittadini. Non è questione di principio ma di giustizia. Abbiamo chiesto al Governo l’impegno di entrare nelle singole attività, non con il semplice codice Ateco” ha concluso Luca Zaia.
(foto da archivio)