La partecipazione dei lavoratori alla gestione, ai risultati e ai profitti delle imprese è un tema che negli anni ha acquistato nuova linfa nel contesto europeo, e grande impulso anche a livello di legislazioni nazionali, in quanto la diffusione di schemi partecipativi è considerata uno strumento per facilitare lo sviluppo di un modello evoluto di relazioni industriali in una logica di fidelizzazione e promozioni.
La partecipazione finanziaria dei dipendenti ai profitti delle aziende per le quali lavorano, come elemento aggiuntivo alla retribuzione mensile, non è altro che l’attuazione pratica dell’idea che la creazione di ricchezza in una azienda è il principale risultato del lavoro e del know-how dei suoi dipendenti.
Al datore di lavoro offre, invece, la possibilità di armonizzare i propri interessi con quelli dei dipendenti, di legare parte del costo del lavoro al rendimento aziendale e se ben organizzata, di aumentare le motivazioni. Codice della partecipazione, che rappresenta la risposta italiana, condivisa dalle parti sociali con l’Avviso comune del 9 dicembre 2009, al crescente interesse e all’apertura del nostro sistema alle istanze che giungono dell’Europa.
Le quotate venete vola in borsa, L’Italia fa schifo ma la sua Borsa è la migliore .
Nonostante le critiche di Ue e Fmi, da inizio anno Milano è salita del 18%,ma nel frattempo i salari hanno perso potere d’acquisto e gli industriali continuano ad ottenere taglie e agevolazioni ,allora si dia inizio a quella rivoluzione copernicana che avviene già in altri paesi industrializzati, ossia la ri-distribuzione degli utili aziendali e con il sindacato seduto nei consigli d’amministrazione ,solo così possiamo definirci europei ,altrimenti saremo e resteremo sempre gli stessi ,ossia che la forza lavoro costa di più ma percepisce meno della media europea ,allora che senso ha parlare di Europa se non si azzera questo gap .
Bragatto Gianluca
Caorle(ve)