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Venezia, stop alle affittanze turistiche: la proposta del sindaco che scatena il terremoto

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“Città d’arte? Non metterle da parte”. S’intitola così il manifesto redatto dai sindaci di Venezia e Firenze che sarà presentato al ministro del Turismo Massimo Garavaglia. L’obiettivo dei primi cittadini è di sostenere, salvaguardare e regolamentare un settore tra i più colpiti dalla pandemia. “Non possiamo farci trovare impreparati quando ripartiranno i viaggi internazionali e la filiera turistica, ad oggi devastata dall’emergenza sanitaria – annuncia su Facebook Luigi Brugnaro – Servono però aiuti concreti, incentivi, norme e poteri”.
Ecco quindi un decalogo suddiviso in tre punti: salvaguardia, trasporti e residenzialità. Ma mentre i primi sono passati inosservati, a destare malumori è stato soprattutto il terzo, che vedrebbe una limitazione se non un vero e proprio “stop” alle attività extra-alberghiere.

Tra le voci più discusse c’è quella di considerare “forma imprenditoriale” la locazione turistica di “più di due unità immobiliari” dello stesso soggetto per più di 90 giorni nell’arco di un anno. In tal caso, gli alloggi saranno “parificati” alle strutture ricettive in termini di normative fiscali. Inoltre, “tutte le attività immobiliari locate per finalità turistiche, gestite sia in forma imprenditoriale che non imprenditoriale, devono essere dotate di certificato di agibilità per la destinazione d’uso conformi alle normative vigenti” che includono
l’adeguamento delle fognature.
E sui social veneziani si è scatenato un terremoto. Pietro scrive “ecco il modo migliore per distruggere un’economia in un periodo in cui è già al tappeto”, Franco replica “grazie a questa trovata le case senza fosse settiche (e sono la maggioranza) non valgono più niente. E le famiglie veneziane che vivono di questo e hanno fatto mutui per comprare casa?”.

La polemica non ha risparmiato la pagina Facebook di Luigi Brugnaro, accusato di favorire i colossi della ricezione a discapito dei cittadini. Un utente chiede: “Quindi un piccolo proprietario non può affittare casa propria per più di 90 giorni mentre se quello stesso appartamento viene assorbito da un albergo che ha già la partita iva può continuare ad affittare senza problemi?” mentre un altro aggiunge “Perché accanirsi contro l’extralberghiero quando lei e il suo collega Nardella continuate ad autorizzare nuovi mega alberghi e ostelli low cost?”.
Della stessa idea un terzo che parla di “piazza pulita dei veneziani che cercano di prendere qualche briciola dal turismo affittando ai turisti la casa e tutto il business ai grandi alberghi”.

A difesa del manifesto si schiera invece Roberto, che lo vede come un “regalo a chi a Venezia ha deciso di viverci” perché “in una società moderna è assolutamente inaccettabile che un qualsiasi scarico finisca dritto in laguna”. Dello stesso parere anche Riccardo (“bravo sindaco: via la promiscuità tra turisti e gente che ha famiglie e che vuol andare a lavorare il giorno dopo”) e Loreta (“le case a Venezia si stanno trasformando in case turistiche, spariscono le attività essenziali”) mentre Marco ricorda come “diverse città nel mondo abbiano già fissato dei limiti per le locazioni turistiche” citando i 90 giorni di “Los Angeles, San Francisco e Londra” e i 30 di Amsterdam, “ancora più restrittiva”.

Ciò che è certo è che il mercato andava regolato: secondo i dati dell’Osservatorio Civico sulla Casa e la Residenza, nella sola Venezia Insulare nel 2000 si contavano 14.248 posti letto, diventati 59.373 nel 2019: a far registrare la maggior crescita era stato l’extralberghiero, passato in 19 anni da 2.438 a 39.401 unità. Uno scenario di saturazione che non invogliava gli investimenti né da una parte né dall’altra: Ca’ Farsetti non poteva accontentare tutti e così è stato, creando una spaccatura tra le due anime della ricezione che difficilmente vivranno ancora sotto la stessa egida.

Gli interventi favorevoli si perdono tra decine di commenti polemici: “ma che vi aspettate eleggendo il presidente di Confindustria a sindaco di Venezia, che facesse come San Francesco? Mangerà tutti i piccoli” scrive Patrizia. Ma c’è chi va oltre le polemiche ricordando le incertezze della pandemia. Perché se il turismo non tornerà agli stessi numeri del 2019, a rimetterci non sarà solo il comparto extralberghiero ma l’intera economia cittadina.
Per Davide “in Grecia hanno il boom delle prenotazioni per l’estate perché le isole sono tutte covid-free. Se non ci siamo una mossa nel vaccinare gli operatori turistici puoi fare tutta la pianificazione possibile ma i turisti se non trovano il covid-free non si muovono”, per Rossana “finché non avremo un piano di vaccinazioni serio, chi viene in vacanza dove una settimana siamo gialli, poi arancioni, rossi, ora chiusi, aperti, richiusi? Davvero pensiamo che dopo il 6 aprile cambierà qualcosa?” mentre per Sandro quelli del sindaco sono “proclami rivolti ad un mondo che non esisterà più, una linea politica zavorrata ad un modello economico superato e non più sostenibile”.

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(foto: Rialto, Venezia, 2018)

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Prendere qualche briciola dal turismo ? Ci sono appartamenti affittati anche a 300€ a notte (con un bagno solo e naturalmente senza fosse settiche). Nei tempi pre covid i giorni in cui non sono affittati li contavi sulle dita di una mano. Hanno ridotto Venezia ad un dormitorio. Questa non è imprenditorialità, è appropriazione indebita.

  2. La crassa incompetenza dei nostri politici va al di là dell’immaginabile, ma Brugnaro sembra deciso a battere dei record. Continuiamo ad eleggere gente del genere : povera Venezia e poveri noi !

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