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Venezia, nuovo Ponte Raspi senza gradini, pareri divisi

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Venezia, nuovo Ponte Raspi senza gradini, pareri divisi
Sempre, in materia di barriere architettoniche ritorna in mente lo sforzo del prof. Enzo Cucciniello, che dall’Istituto Universitario di Architettura di Venezia ha lavorato intensamente con i suoi studenti per la realizzazione di un sogno: “Veneziapertutti”, così aveva voluto chiamare il suo progetto fatto di studi, tesi di laurea con un occhio particolare ai problemi della disabilità motoria e non solo.

Ora c’è il ponte Raspi di San Polo, tra Ruga Rialto e Calle dei Boteri ad aver seguito le indicazioni di quella vocazione: i gradini trasformati in rampa liscia permettendo, a chi ha problemi di deambulazione o è in difficoltà, di attraversarlo agevolmente. C’è chi afferma che il ponte è brutto e che forse si poteva far meglio, quella ristrutturazione.

Certo, il ponte perde quella caratteristica ‘veneziana’ e non sfugge oggi, come non era sfuggito ieri, il dilemma: si può sacrificare lo stile, la bellezza di un ponte trasformarlo in una passerella, una rampa, se questo cambiamento facilita l’uomo e il suo diritto di accedere, di spostarsi in una città piena di barriere, con i suoi ponti, le calli labirintiche. . .

Certo, ci sono i vaporetti, ma al di là del fatto che entrarci in un mezzo di trasporto non è semplice, rimane un diritto sacrosanto per chi vive nello svantaggio, poter accedere alla città, viverla e perfino assaporarla, senza sentirsi umiliato dall’invalicabilità dei gradini.

Le passerelle sono una risorsa se si mette in primo piano l’uomo, diventano brutte se le si accostano all’architettura della città e proprio per questo il prof. Cucciniello aveva parlato di Ergonomia, cioè della necessità di mettere insieme architetti, urbanisti, associazioni, ma anche medici, psicologi, artisti, Soprintendenza, per andare al superamento di un aspetto del vivere che certamente non è neutro e che impegna l’amministrazione comunale in primis a sviluppare quelle scelte, chiamiamole di civiltà per dire se Venezia può sopportare o no qualche rampa al posto dei gradini dei ponti.

Chi cammina deve guardare a chi non può farlo, insisteva il prof. Enzo Cucciniello, che lasciandoci ci ha consegnato un patrimonio di esperienza e umanità prezioso per dare alla disabilità un aiuto e a tutti noi una risorsa.

Molti sono preoccupati per l’estetica della città, ed è giusto, Venezia va rispettata e tutelata, ma questi specifici interventi sono talmente necessari e per anni desiderati e agognati che ogni riferimento alla bellezza violata, in qualche misura, stride, se messa a confronto del disagio interiore di chi tutti i giorni vive il disagio che la città gli riserva e sopporta come può l’imbarazzo dell’altrui inadeguatezza.

Andreina Corso

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