Il mercato delle affittanze turistiche a Venezia è diventato una sorta di Far West, di questo se ne rendono conto tutti. Oggi l’asticella delle “furbate” destinate a guadagnare con l’impatto turistico a scapito della residenzialità, registra un nuovo livello. Il “trucco” viene denunciato dal quotidiano “La Nuova Venezia” in edicola oggi con un accurato articolo a firma Alberto Vitucci. Nel testo viene spiegato come non sia affatto necessario essere proprietario di un appartamento per destinarlo al mercato turistico, bensì come sia sufficiente affittarne uno aggirando con escamotage le regole che, per quanto minime, ci sarebbero. Intanto, nella giungla di furberie che circonda i residenti e chi cerca, tra mille difficoltà, di far restare Venezia una città vera, si stampa sullo sfondo un altro dramma umano: l’Ater intima ad una coppia di ottantenni, che pur pagava l’affitto, di lasciare libero l’appartamento.
Affitti ai residenti, ma con il trucco
di Alberto Vitucci
Subaffitto degli appartamenti già locati alle famiglie. Con la creazione di strutture ricettive «senza alcuna autorizzazione e in frode alla legge».
La denuncia è di Marco Sitran, primo firmatario della proposta di legge per il referendum di separazione Venezia-Mestre.
Sitran di mestiere fa l’avvocato. E dice di essersi imbattuto, negli ultimi mesi, in casi simili e piuttosto curiosi.«Molti speculatori del settore immobiliare turistico, non residenti a Venezia», racconta, «hanno affinato le strategìe per l’acquisizione di appartamenti da utilizzare come locazione turistica.
Propongono in prima battuta ai proprietari della casa di sottoscrivere contratti di locazione abitativa «ad uso transitorio a canoni calmierati, come da accordo che il Comune ha sottoscritto in base alla legge 431 del 1998 e al decreto del dicembre 2002». Ma non si tratta di affitto a famiglie.
«In realtà», continua il legale, «i beni vengono subito immessi nel circuito delle affittanze turistiche».
Lo schema è ormai collaudato: si definisce con il proprietario la “transitorietà” della locazione, giustificata con la necessità da parte del conduttore di adibire temporaneamente l’appartamento ad abitazione propria e della sua famiglia «per motivi di lavoro». Con una clausola che però gli permette di subaffittare «saltuariamente» a turisti.
La formula, continua Sitran, viene proposta a più proprietari dal medesimo soggetto. Così il mercato turistico si alimenta a scapito della residenzialità. Per avere le proroghe ai contratti chiedono anche la restituzione delle somme versate “in più” come strumento di pressione.
«Il risultato», denuncia l’avvocato, «è che abbiamo centinaia di camere stipate di brandine e affittate anche più volte nel corso di una giornata».
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Intanto i residenti vengono sfrattati, anche dalle case di proprietà pubblica. «Le autorità pubbliche, proprietarie di un patrimonio abitativo cospicuo, con migliaia di immobili spesso chiusi o abbandonati», dice ancora Sitran, «non fanno che agevolare l’esodo dei pochi abitanti rimasti in laguna». È il caso di un anziano signore di 81 anni che vive con la moglie ottantenne, con vari problemi di salute e una pensione minima. «Ha ricevuto un avviso di sloggio dalla sua abitazione», dice il legale, «pur pagando regolarmente l’affitto al proprietario, l’Ater di Venezia… (l’articolo completo su La Nuova Venezia del 29/04/2018).