Sono arrivati a Venezia da Tel Aviv, da qualche giorno girano la città verificando vie di accesso e anfratti più nascosti. Hanno il compito di affiancare l’intelligence italiano e della questura veneziana. Sono gli agenti del Mossad, l’istituto dei servizi segreti israeliani, e saranno confusi tra gli altri, in borghese, in tutte le attività di oggi che celebreranno i 500 anni del Ghetto di Venezia.
Venezia oggi infatti ricorda i 500 anni di vita del suo ghetto, il più antico del mondo ma anche il più aperto, un unicum nell’universo dei luoghi urbani di costrizione. Nel giorno del suo 500. anniversario, è prevista una visita del presidente della Camera Laura Boldrini e poi, nel tardo pomeriggio, un concerto al teatro ‘La Fenice’.
Al massimo livello le misure di sicurezza, anche con la chiusura nel pomeriggio al traffico acqueo di alcuni canali attorno al teatro.
I residenti ebrei del ghetto sono attualmente una trentina (sostituiti nel corso degli anni dai veneziani non ebrei) ma più di 500 risultano gli iscritti alla Comunità ebraica. «Il cinquecentenario sarà un’occasione per combattere l’antisemitismo e il negazionismo di oggi» ha detto nei giorni scorsi il sindaco Luigi Brugnaro, perché il Ghetto di Venezia è prima di tutto un simbolo.
Paolo Pradolin
29/03/2016
(cod ghettove)