Una condanna a 45 giorni (pena sospesa) è il prezzo da pagare dal gondoliere Mauro C., 33 anni che aveva speronato con il barchino la gondola di un collega.
Il fatto era stato ripreso dalla telecamera di sorveglianza dell’hotel Gritti.
Ieri – accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato del gondoliere colpevole, Vincenzo Di Stasi – il Tribunale ha fatto cadere l’accusa più pesante, quella che punisce chi danneggia volontariamente un’imbarcazione che prevede una pena che varia da un anno a cinque anni di reclusione.
Il gondoliere è stato quindi assolto dall’accusa di naufragio e condannato per lesioni e minacce, sia pure con il riconoscimento delle attenuanti generiche e di quelle della provocazione.
Il gondoliere a giudizio ha ammesso di aver speronato la gondola del collega morso dalla gelosia, perchè era stato abbandonato dalla moglie che aveva scelto il collega.
Nello speronamento era andata distrutta la fiancata della gondola e il gondoliere “rivale” era finito in acqua fratturandosi due costole.
Laura Beggiora
29/10/2014
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