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Veneto prossima settimana in zona arancione o gialla. Zaia: «Sicuramente non rossa»

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Sono 1359 i positivi nelle ultime 24 ore in Veneto con l’incidenza dei contagi al 3%. Non avendo più con la nuova circolare la necessità di confermare la positività con i molecolari, si va verso una distribuzione equa dei positivi tra tipologie di tamponi. Prima infatti il molecolare caricava molto perché conteneva anche le conferme dei test rapidi.

Ci sono 57.469 contagi in totale ad oggi, due settimane fa si era a 90 mila. Sono 2898 i ricoverati, di cui 338 nelle terapie intensive, e 612 persone sono state dimesse dagli ospedali; 69 i decessi. I dimessi sono oltre 13 mila.

Zona arancione o gialla

Siamo nella giornata clou delle valutazioni, venerdì avremo la nuova classificazione. «I dati ce li abbiamo buoni. Vedremo se avremo zona arancione o gialla, di certo non zona rossa – ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia -. Che non ci sia qualcuno che possa pensare che è finita. Dobbiamo evitare ogni forma di assembramento. Se torna il sistema dello struscio nelle piazze, con la riapertura ad esempio della zona gialla, creiamo un elemento di diffusione che potrebbe diventare un moltiplicatore».

La scuola

Altro tema caldo è quello della scuola. «La curva dei contagi si alza con la riapertura degli istituti. I ragazzi non hanno colpa, ma oggi a nostro avviso la sicurezza non è totale. Spero il Tar valuti le relazioni che i nostri tecnici hanno voluto fare. Abbiamo procrastinato l’apertura delle superiori al primo febbraio, e sarà anche una casualità ma oggi con i contagi stiamo scendendo». La classificazione che il governo attribuirà al Veneto sarà fondamentale, secondo il governatore, anche per ricalibrare l’ordinanza sulla riapertura delle scuole.

Vaccini tagliati

«Se nel contratto, che non abbiamo mai letto, che il plafond della fornitura Pfizer non ha un impegno formale contrattuale formalizzato a livello settimanale, dobbiamo far i complimenti all’azienda, direi. Mi viene anche il dubbio che la sesta dose contenuta nelle scatole, che rappresenta il 20% in più, abbia portato a una riduzione dei flaconi. Il taglio del 29%, se è per noi, sarà per tutte le regioni. Mi risulta che anche in Germania la fornitura sia stata sospesa. Mi risulta che per un paio di settimane ancora avremo una riduzione, poi si dovrebbe tornare ad avere i rifornimenti regolari. Se Ema (Agenzia europea per i medicinali) autorizza AstraZeneca vuol dire che si impegna con 8 milioni di dosi e andiamo molto più veloci anche perché questo vaccino è molto meno complicato da conservare rispetto a Pfizer e Moderna». Accantonate in Veneto 20 mila dosi, per i richiami per ora. «Ci sono regioni che non hanno avuto alcun taglio o quasi nella distribuzione delle dosi». Si dovrebbe andare comunque a recupero nelle prossime settimane, con l’arrivo delle dosi che in precedenza non sono state consegnate». Sono 35.217 le dosi di vaccino che arriveranno il 25 gennaio. L’ipotesi di redistribuzione intanto è di 24.570, fornitura da ricevere, si spera a giorni, per il taglio sbagliato fatto la settimana prima. E arrivano direttamente da Pfizer: è il recupero di quelle arrivate dimezzate oggi, mercoledì 20 gennaio (23 mila circa).

Cosa è successo

Dovevamo avere 38 mila dosi a settimana da Pfizer, che sono diventate 45 mila con la sesta dose aggiunta nelle scatole. La prima e seconda fornitura sono state complete, del 4 e 11 gennaio, quella d’oggi è la terza fornitura ricevuta: anziché 45.600 dosi ne abbiamo ricevute 23 mila. Sulla fornitura della settimana scorsa abbiamo trattenuto vaccini per poter fare i richiami fino al 21, 22 gennaio. Siamo coperti, ha spiegato il direttore della sanità del Veneto, Luciano Flor. «Abbiamo bisogno della fornitura del 25 gennaio, per andare avanti con i richiami. La prossima settimana verranno fatte solo seconde dosi, in attesa della nuova fornitura. Non stiamo ad oggi vaccinando per la prima volta. Poiché occorre completare la prima dose». Nella nuova ripartizione, la quinta consegna avrà probabilmente 35 mila dosi, come detto. Quindi sempre circa 10 mila in meno di quelle che dovrebbe ricevere la regione.

I vaccini fatti finora

Dal 31 dicembre ad oggi sono state vaccinate 110 mila persone, che dovranno essere richiamate tutte nei prossimi 20 giorni. Servono 110 mila dosi solo per il richiamo, ma ad oggi ne abbiamo 42 mila. Poi arriveranno le 35 mila più le 23 mila di riequilibrio, ma non si arriva alle 110 mila da vaccinare per richiamo, e in più non è stata chiusa la partita delle 185 mila persone (sanitari, ecc.) che fanno parte della fase uno del piano vaccinale Veneto, che dovevano essere vaccinati. In pratica c’è un blocco delle nuove vaccinazioni. «Con le rianimazioni siamo sotto i 300. Abbiamo disattivato qualche posto di rianimazione. Avevamo stamattina 110 posti liberi in rianimazione. Stiamo ragionando sul far ripartire l’attività programmata dal primo febbraio probabilmente, se l’andamento tiene – ha detto Flor -. Il provvedimento sulla scuola è stato necessario, avevamo 60 mila studenti in quarantena o isolamento. Arancioni o gialli occorre continuare con tutte le precauzioni. I nuovi casi comunque ci sono», ha concluso Flor.

 

 

 

 

 

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