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Zaia: «Dovremmo essere fra le regioni che passano in zona rossa»

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Il contagio in Veneto sta crescendo. Oggi, venerdì 12 marzo, è giorno di attribuzione delle fasce con i colori per l’emergenza Covid e la chiusura eventuale per alcuni territori. Il Veneto ha un Rt a 1,28 (1,16 quello italiano): sul filo del rasoio per il passaggio alla zona rossa, ovvero di lockdown praticamente (anche se non sarà tutto chiuso come a marzo del 2020). Le terapie intensive in Italia soffrono. I morti tornano a crescere, come i contagi e i ricoveri. La preoccupazione è per la variante inglese e anche per la brasiliana e sudafricana che hanno portato le regioni del centro a prendere provvedimenti di restrizione. In questo contesto il vaccino Johnson&Johnson è stato autorizzato.

«Dovremmo essere nel contingente delle regioni che passano al rosso, attendiamo conferma – dice il governatore del Veneto Luca Zaia – L’incidenza è a 194 su 100 mila abitanti (la soglia stabilita dal governo è 250). Abbiamo 1530 ricoveri. La situazione è problematica e il clima non è quello di marzo, la gente è stremata, il Veneto ha perso 60 mila posti di lavoro. Le imprese riducono business e traffici. Tante imprese non hanno più visto la luce. Per questo ho chiesto che ai cittadini si dia anche una prospettiva di programmazione futura nel comunicare il decreto», dice il presidente.

Il periodo nel mirino del governo è dal 15 marzo al 6 aprile, per cui si parla di zone rosse per le festività e i fine settimana. In caso di zona rossa con tutte le scuole chiuse di ogni ordine e grado, il Veneto ha chiesto di provvedere subito ai bonus baby sitter, permessi parentali e ristori per la gestione dei figli a casa. Inoltre è stato sottolineato che è necessario ci sia un punto di riferimento che comunica come voce ufficiale istituzionale per la posizione scientifica.

Sulla vicenda AstraZeneca, e la partita delle dosi accantonate per ordine di Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) per precauzione anche in Veneto, dopo gli effetti collaterali sospetti, dice Zaia: «Attenzione ad aver certezza della correlazione fra gli effetti e la somministrazione del vaccino. Non lo dico perché ho partecipazioni nella casa farmaceutica». Sono 17.276 le dosi somministrate in Veneto del lotto di AstraZeneca che è stato ritirato, su 20 mila (48.500 mila finora in tutto le dosi di AstraZeneca fatte in Veneto), ha riferito la responsabile del dipartimento di prevenzione del Veneto, Francesca Russo. A ieri sono state segnalate 349 reazioni ad AstraZeneca, tutte lievi tranne 12 (febbre sotto 38, stanchezza e cefalea). Dodici invece sono state le febbri alte, dolori e reazioni più complesse, con 2 reazioni allergiche. Le reazioni associate al lotto ritirato di AstraZeneca sono 7 e rientrano nella normale sorveglianza, ad ora. Approvato intanto il protocollo per le vaccinazioni aziendali. Da marzo si attendono 36 milioni di dosi di vaccino per l’Italia, un milione e mezzo per il Veneto.

A livello nazionale, dopo le classificazioni, se la fascia sarà quella rossa per il Veneto potrebbe durare fino a Pasqua quando, per le festività, è previsto il rosso in tutta Italia. Il governo sta ultimando il decreto che entrerà in vigore lunedì 15 marzo. Potrebbe esserci una generalizzazione della fascia arancione con i weekend e le festività in zona rossa e le scuole chiuse, oltre ad altre regole più ferree sulle visite e gli spostamenti fra Comuni.

 

 

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