Vandalismo Basilica Redentore: importanti novità erano state anticipate dalla nota della Procura della Repubblica di Venezia di ieri. Le indagini della Digos si sono presto indirizzate sul mondo dei writers scoprendo che proprio in quelle ore nei pressi della chiesa c’era un evento street art . E da lì parte tutto.
Le novità dicono che l’abitazione di un “writer” è stata sottoposta a sequestro, su ordine della Procura della repubblica di Venezia. Il writer sarebbe un “artista” altoatesino.
La magistratura veneziana sta ora esaminando gli “interessanti elementi indiziari” acquisiti. Le indagini, condotte dalla Digos, hanno portato a individuare che il giovane aveva partecipato a un evento di “street art” a poche decine di metri dal Redentore, e il cui stile è compatibile con i disegni tracciati sul muro.
All’iniziativa di “street art” hanno partecipato sette artisti, noti nell’ambiente delle arti figurative. Dall’analisi dei loro profili social e dei siti web, gli investigatori hanno concentrato i primi sospetti sul writer, che nelle proprie opere utilizzava sistematicamente gli stessi caratteri simbolici, numerici e figurativi utilizzati nell’atto vandalico al Redentore.
In base al quadro indiziario la Procura lagunare ha poi emesso un decreto di perquisizione e sequestro per impedire compromissioni probatorie.
L’atto vandalico perpetrato è consistito nell’applicazione su una superficie di circa tre metri quadrati, posta nell’intercolumnio di destra, sotto alla statua di San Francesco d’Assisi, di uno strato di colore rosa/fucsia solcato da simbolismi, numeri e lettere prive di significato.
L’atto vandalico, come noto, è consistito nell’applicazione, su una superficie di circa tre metri quadrati della facciata, sotto la statua di San Francesco d’Assisi, di uno strato di colore rosa/fucsia solcato da simbolismi, numeri e lettere prive di significato. La gravità del danno renderà necessaria la rimozione del graffito con un intervento specialistico di un restauratore di beni culturali iscritto all’Albo ministeriale, indicato dall’arch. Emanuela Carpani, Soprintendente per i Beni Culturali del Veneto.