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“Tagliare la testa del Toro per Carnevale: sconcertante”. La lettera

"Il "Taglio della testa del toro" andato in scena per il Carnevale di Venezia iniziativa da trasformare per simboleggiare la non violenza"

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Ho letto dell’iniziativa di ieri, giovedi grasso, in Piazza San Marco, del “taglio della testa al toro” (ovviamente di cartapesta).
Si è voluto rievocare una vicenda nata nel 1162: il Doge vinse sul Patriarca di Aquileia, che aveva tentato di conquistare Grado, città della Serenissima. Imprigionato, il Patriarca per essere liberato doveva pagare un tributo, rappresentato da 12 maiali, 12 pani e un toro, che annualmente doveva dare alla Repubblica di Venezia: la carne dei maiali e del toro andava ai senatori e ai patrizi, i pani venivano distribuiti al resto della popolazione.

Successivamente la cosa venne trasformata in una sorta di cerimonia, a Carnevale, il giovedì grasso: non si usavano più maiali e pani, ma 3 tori che venivano decapitati, a simboleggiare la chiusura del conflitto. Da qui il famoso detto (che, come animalisti, decliniamo in altro modo).

Ieri era presente anche il Sindaco di Aquileia, che ha dichiarato: “Questo è un modo di far rivivere la nostra storia comune con Venezia tramite le tradizioni, perché il futuro ha radici antiche”.
Parole, a mio avviso, sconcertanti, al pari della stessa iniziativa, soprattutto in un periodo come questo, in cui abbondano violenze e crudeltà e non cessano le guerre.

Ritengo – e con me tante e tante altre persone – che si debbano valorizzare solo le tradizioni che rispettino tutti gli esseri viventi. Il futuro non può certo basarsi sul sangue e sui conflitti.
Con creatività e sensibilità si potrebbe, per gli anni a venire, trasformare l’iniziativa, salvando la vita al toro, festeggiando tutti armoniosamente assieme.
A simboleggiare la nonviolenza da utilizzare per risolvere conflitti e guerre.

Cristina Romieri,
Venezia Lido

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7 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. I grilli non vogliono diventare farina per le Multinazionali, Il ciclo di vita dei grilli è affascinante e comprende diverse fasi:

    Uova: Le femmine dei grilli depongono le uova nel terreno o in altre superfici adatte. Le uova sono piccole, ovali e di colore bianco o beige.
    Ninfale: Dalle uova emergono le ninfe, che assomigliano agli adulti ma sono più piccole e prive di ali. Durante questa fase, le ninfe subiscono diverse mute per crescere.
    Stadio giovanile: Le ninfe passano attraverso una serie di stadi giovanili, chiamati “instar”. Ogni instar è caratterizzato da una muta, durante la quale la ninfa si libera del suo esoscheletro esterno e ne sviluppa uno nuovo. Questi stadi giovanili possono variare da 5 a 10, a seconda della specie di grillo.
    Adulto: Dopo l’ultima muta, la ninfa diventa un grillo adulto. Gli adulti hanno ali funzionali e possono volare. Sono anche dotati di organi per la riproduzione.
    Riproduzione: Gli adulti si accoppiano e le femmine depongono nuove uova, completando così il ciclo.
    I grilli sono insetti preziosi nell’ecosistema, poiché svolgono ruoli importanti come decompositori e fonti di cibo per altri animali.

  2. …riprendo le parole della Sig.ra Romieri: “Ritengo – e con me tante e tante altre persone – che si debbano valorizzare solo le tradizioni che rispettino tutti gli esseri viventi.”
    Non pensate che sia giunto il momento di essere dei veri “esseri umani”? Dotati di compassione e gentilezza verso il prossimo, siano essi persone o animali?

  3. La presenza del Sindaco di Aquileia all’evento ha suscitato discussioni. Le sue parole sulla rivisitazione della storia comune con Venezia tramite le tradizioni e le radici antiche sono state giudicate sconcertanti, soprattutto in un periodo in cui la violenza e la crudeltà abbondano e le guerre non accennano a diminuire.
    Concordo con te e con molte altre persone: dovremmo valorizzare solo le tradizioni che rispettano tutti gli esseri viventi. Il futuro non può essere costruito sul sangue e sui conflitti. Forse, con creatività e sensibilità, potremmo trasformare questa iniziativa negli anni a venire, salvando la vita al toro e festeggiando in armonia. Potrebbe diventare un simbolo di nonviolenza, un modo per risolvere conflitti e guerre.

  4. La storia dovrebbe insegnarci a non commettere più crudeltà e non far scoppiare più alcuna guerra….
    Bene , a mio parere , rievocare il taglio della testa del toro ( di cartapesta ) ma nello stesso tempo si deve insegnare ai bambini e ai ragazzi che quella era una barbarie (ecco perché il toro è di cartapesta e non più vero)e che non si devono commettere crudeltà verso gli animali….

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