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Vaccinazione: usate finora dal 16 al 34% delle dosi disponibili

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Vaccinazione: usate finora dal 16 al 34% delle dosi e, ovviamente, delle persone: circa 45 mila persone in Italia
Contro il coronavirus in Italia, secondo l’ultimo dato disponibile sul portale online del commissario straordinario per l’emergenza, in testa per persone vaccinate c’è la Provincia Autonoma di Trento che ha somministrato 1.730 dosi, il 34,8% delle 4.975 disponibili.
Al secondo posto c’è il Lazio con 9.301 vaccinazioni, cioè il 20,3% delle 45.805 delle dosi disponibili.
Al terzo il Friuli-Venezia Giulia con 1.948 vaccinazioni, cioè il 16,3% delle 11.965 dosi a disposizione.
Sulle vaccinazioni già compiute, la fascia di età più vaccinata è quella tra i 50 e i 59 anni (13.086), seguita da 40-49 (10.475) e da 30-39 (7.972).
Attualmente siamo nella fase 1 della vaccinazione, quella che ha preso ufficialmente il via tra il 30 e il 31 dicembre a seconda delle regioni che interessa operatori sanitari e sociosanitari (al momento sono 40.148 vaccinati), personale non sanitario (2.181) e gli ospiti delle Rsa (3.338).
La Biontech, intanto, ha lanciato l’allarme: non ce la farà a produrre il vaccino per tutti.
Globalmente contro il Covid sono state finora vaccinate quasi dieci milioni di persone in tutto il mondo, ma la Biontech ha avvertito che da sola non ce la farà a coprire la domanda ed ha chiesto

all’Europa di approvare altri farmaci in fretta. La pandemia, del resto, non allenta la presa, tanto che l’Oms ha dato il via libera all’utilizzo del prodotto Pfizer in tutto il mondo per accelerare.
Rimarrà scritto nella storia questo mese di dicembre come quello che ha segnato la svolta nella lotta al coronavirus, con le prime dosi del vaccino prodotto dall’azienda farmaceutica tedesca Biontech, in collaborazione con l’americana Pfizer, inoculate nelle fasce più a rischio in Gran Bretagna, Nord America e Unione europea (ultima a iniziare, il 27).
Non sono gli unici paesi a vaccinare, però, in Russia procede la profilassi con lo Sputnik , vaccino autoprodotto, così come in Cina dove ne hanno uno proprio sul quale non è stato condiviso molto, in verità.
La Biontech, l’unica ad aver ricevuto il via libera in Ue, Usa e Canada, sta intanto reggendo tutta da sola il peso della vaccinazione sulle spalle: “La situazione non è buona”, ha avvertito il capo del colosso tedesco Ugur Sahin, rilevando che si è “creato un vuoto perché mancano altri vaccini approvati e dobbiamo colmarlo con il nostro vaccino”.
Biontech sta cercando di rendere operativo un nuovo impianto di produzione nella città tedesca di Marburg a febbraio, “molto prima del previsto”, che dovrebbe essere in grado di sfornare altre 250 milioni di dosi nella prima metà del 2021. E c’è già un accordo con altre aziende per aumentare ulteriormente la produzione.
Per assurdo, a complicare la situazione è l’ordinazione Ue.
1 miliardo di dosi è la richiesta della Commissione Europea

fatta a 6 aziende farmaceutiche, ma al momento può contare solo su 300 milioni di fiale della Pfizer. Troppo poche per i 27 stati membri. Berlino ha esortato l’Ema ad approvare rapidamente anche il vaccino sviluppato da Oxford e AstraZeneca, seguendo l’esempio di Londra, ma i tempi restano incerti, perché l’agenzia europea del farmaco aspetta altri dati.
La Gran Bretagna è andata per conto suo accelerando i tempi con un’autorizzazione “temporanea” ad AstraZeneca, imponendo all’azienda di presentare ogni aggiornamento e riservandosi il diritto di fare marcia indietro. Inoltre è previsto che il richiamo avvenga fino a 3 mesi dalla prima iniezione, per consentire di vaccinare il maggior numero di persone (già un milione ne hanno beneficiato). In questo modo il governo Johnson ha aggiunto un’importante freccia al suo arco, dotandosi di un prodotto più economico e più facile da gestire, che dovrebbe coprire l’intero fabbisogno della popolazione dell’isola.
L’Europa, al contrario, procede con lentezza. La Germania, dove si registra la percentuale più alta di vaccinazioni (quasi 170mila), i medici si sono lamentati che il personale ospedaliero viene lasciato ad aspettare nonostante faccia parte dei gruppi prioritari. Anche in Francia si procede con il contagocce, tanto che il presidente Emmanuel Macron, nel discorso di fine anno, ha affermato che non accetterà “lentezze ingiustificate”.
Problemi analoghi si riscontrano negli Stati Uniti, che hanno superato i 20 milioni di contagi. Le persone vaccinate sono quasi 3 milioni, ma molto al di sotto rispetto alle prime promesse fatte da Donald Trump, che ne prevedeva almeno 20 milioni entro Natale.
L’India, il secondo paese per numero di contagi,

ha dato il via libera ad AstraZeneca per iniziare quanto prima la sua campagna. Israele va veloce: ha superato il milione di vaccinati, il 10% della popolazione.
Un altro ostacolo all’immunizzazione di massa è rappresentato dal fatto che molti paesi non hanno gli strumenti per verificare l’efficacia e la sicurezza di un vaccino. Per fare fronte a questa situazione l’Oms ha concesso la convalida di emergenza al vaccino Pfizer-BioNTech, aprendo così la strada ai paesi di tutto il mondo per approvarne rapidamente l’importazione e la distribuzione del farmaco. L’iniziava dell’Oms è molto importante, soprattutto perché aprirà la strada alla diffusione del vaccino nei paesi poveri.

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