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Uomo e Donna: dalla collaborazione allo scontro? A cura del dott. Angelo Mercuri

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In questo periodo si fa un gran parlare di violenza sulle donne e sui femminicidi soprattutto dopo la folle uccisione della giovane innocente Giulia che tanta emotività ha suscitato.
Eppure va considerato che in Italia, per una donna, essere uccisa dal compagno o ex compagno è un evento piuttosto raro: negli ultimi 7 anni per esempio è successo in media 67 volte l’anno, su una popolazione femminile (dai 15 ai 90 anni) di circa 26 milioni. Questo non per sminuire quelle uccisioni ma solo per tranquillizzare le donne: è bassissima la probabilità che un uomo vi uccida; ultimamente sembra infatti che ogni maschio in determinate circostanze possa trasformarsi in un killer: è vero, in giro ci sono uomini assassini o potenziali tali ma sono relativamente pochi e comunque non uccidono in un raptus ma danno prima molti, molti segnali che non è difficile cogliere.

Guardando i dati ISTAT (vedi tabella alla fine dell’articolo), si nota poi che, almeno negli ultimi 7 anni, gli uomini uccisi (sempre da uomini perché sono quasi sempre gli uomini ad uccidere) sono da 1,5 a quasi 2 volte dippiù delle donne uccise (negli anni ’90 erano spaventosamente dippiù, poi sono via via diminuiti).

Certamente uomini e donne vengono uccisi per motivi diversi, le donne prevalentemente in ambito relazionale (quindi con molti segnali premonitori che, se ascoltati, possono far evitare la tragedia) da parenti, amici, colleghi di lavoro, mariti, compagni, ex compagni e il colpevole si scopre quasi sempre; gli uomini invece vengono prevalentemente uccisi in modo repentino, imprevedibile, inevitabile (quindi senza segnali di preavviso) e da assassini che si dileguano e spesso restano impuniti, in seguito a liti, rapine, risse, futili motivi (come un apprezzamento a una donna, un banale diverbio alla guida o l’aver negato una sigaretta).

L’aggravante del vincolo affettivo per l’omicidio di una compagna o ex compagna è odioso ma controbilanciato dall’aggravante dei “futili motivi” per molte uccisioni di maschi. Se il femminicidio è l’uccisione di una donna in quanto donna e il maschicidio è l’uccisione di un uomo in quanto uomo allora i maschicidi superano di gran lunga i femminicidi. E tra i maschicidi dobbiamo includere anche i maschi uccisi in guerra, perché se scoppia una guerra sono da sempre loro che partono e muoiono, in quanto uomini.

Direi quindi di andarci piano con la vittimizzazione solo delle donne perché un papà che viene ucciso per un banale diverbio in auto non vale meno di una donna e non ha più colpe; un ventenne per bene che viene picchiato a morte dal branco fuori da una discoteca, non vale meno di una donna e non ha più colpe. Un giovane padre che parte e muore per una guerra insensata, non vale meno di una donna e non ha più colpe. E sottolineo che i maschi vengono uccisi molto dippiù delle donne.

In realtà, l’uccisione di una donna indigna molto oggi perché è vista come la forma estrema di prevaricazione dell’uomo sulla donna, ma non è così: uomini grezzi e maneschi con le donne purtroppo ce ne sono tanti ma uomini determinati ad ucciderle, molto pochi. E a proposito di maltrattamenti, va detto che la donna maltrattata dal compagno ha oggi tutti dalla propria parte e può abbondantemente difendersi sia per vie legali che economiche essendo di solito lavorativamente autonoma. Si, ci sono anche maltrattamenti psicologici, ma attenzione: la donna è brava quanto e più dell’uomo a maltrattare psicologicamente e con un’arma in più: un uomo separato, in Italia, resta di solito senza casa, senza soldi e senza figli e il tutto per decisione di un giudice; non è questa una forma estrema di maltrattamento legalizzato?

Oggi in Europa e America è in atto il tentativo di azzerare le differenze di genere tra uomo e donna (si spera lascino quelle anatomiche) e in questo contesto si trovano parole sacre in Occidente come “Parità di genere” e “Pari opportunità”: purtroppo però si è notato che, nell’ambito dell’Unione Europea ad esempio, proprio nei Paesi (soprattutto in Nord Europa) dove si è raggiunta una maggiore parità di genere ci sono i più alti tassi di violenza sulle donne. Perché questo? Probabilmente perché la spartizione di ruoli, compiti e comportamenti tra uomo e donna, sulla base delle innegabili differenze fisiche, ormonali e psicologiche, ha consentito finora una convivenza e una collaborazione sinergica tra i due sessi, equilibrio che si rompe se si vuole creare un unico genere ibrido. E’ cioè intuitivo che se la sera torna a casa una donna che ha fatto lo stesso lavoro di un uomo, con lo stesso livello di stress, di frustrazione, e (quasi) di testosterone, lo scontro violento e rabbioso è più probabile.

Nei piani della Natura, la spartizione dei ruoli sulla base delle diverse attitudini di maschio e femmina, serve anche per evitare conflitti e una donna con le doti tradizionali femminili di arrendevolezza, pazienza e accoglienza non è una donna frustrata, sottomessa e umiliata, tutt’altro: e’ una donna felice di essere differente dall’uomo, che non si pone gli stessi traguardi del maschio perché è orgogliosa dei propri.

Nella storia dell’umanità, il rapporto tra uomo e donna è sempre stato una sinergia, una collaborazione e non un rapporto tra carnefice e vittima come si vorrebbe oggi insinuare e prova di ciò è che le donne hanno sempre avuto una vita media più lunga e più sana di quella dell’uomo e ancora oggi è così. Se non si fosse raggiunto un perfetto equilibrio di forze tra uomo e donna, se davvero l’uomo fosse un carnefice prevaricatore sempre vittorioso sulla donna, la biologia ci insegna che il genere femminile si sarebbe ormai estinto (e con esso la specie umana) mentre invece è vivo, longevo e in buona salute.
Un’ultima rassicurazione: dopo la tragica uccisione di Giulia sembra che per ogni donna vi sia un killer in agguato mentre i sottostanti dati ISTAT indicano che negli ultimi 7 anni i femminicidi non sono aumentati (nemmeno negli anni della pandemia Covid); nell’attuale 2023 poi, almeno fino al 12 novembre, sono addirittura diminuiti.

Un caro saluto a tutti,

A. Mercuri

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. i toni dell’esposizione mi sembrano pacati, non è il caso di creare un clima da Santa Inquisizione, è l’ora del coraggio per un confronto delle idee su di un tema che va sviscerato nei suoi aspetti, per trovare le migliori soluzioni che pongano fine o quanto meno facciano tendere a zero la pratica del femminicio odiosa come qualsiasi altro delitto

    • anch’io la penso così. Si è voluto dare all’esposizione una matrice “scientifica” e va bene, ma non bisogna spostare l’attenzione dal fatto che le violenze contro le donne sono situazioni da affrontare con priorità assoluta. Poi, senz’altro, c’è anche il resto, ma non cerchiamo di scalzare dal primo posto i drammi attuali altrimenti perdono importanza. Grazie

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