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Uccise ragazza con un ombrello, posta le sue foto al mare e si scatenano le polemiche

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Uccise ragazza con un ombrello in un occhio, posta le sue foto al mare e si gioca la semilibertà

La storia è dolorosa anche solo a ricordarla. Il 26 aprile 2007 nella stazione Metro Termini vi è un diverbio con protagoniste due giovani a causa di una spinta nel momento di uscire dalla metro. Improvvisamente una delle due usa l’ombrello che aveva in mano come arma verso il volto dell’altra: la punta dell’ombrello si infila in un occhio della ragazza, raggiunge il cervello e lo devasta. La vittima cade per terra e non si sveglierà più, mentre l’altra si allontanava assieme all’amica con cui era assieme.

Doina Matei con l’ombrello aveva causato la rottura di un’arteria cerebrale e la morte di Vanessa arrivò dopo un giorno di coma. La giovane abitava nella borgata Fidene e la sua morte colpì molto l’intera città, mentre la feritrice organizzava la sua fuga.
Matei, allora 21enne, giovane romena che viveva di espedienti e piccoli furti, tentò di fuggire con l’amica Costantina, 17 anni, ma fu arrestata qualche giorno dopo a Tolentino, in provincia di Macerata.
Doina Matei fu riconosciuta e successivamente arrestata grazie ai filmati delle telecamere. Per la morte di Vanessa Russo, di 23 anni, fu condannata a 16 anni di detenzione.

Oggi, dopo 9 anni, la giovane gode della semilibertà nel carcere di Venezia, lavora in una cooperativa di giorno e può avere una vita fuori del carcere. La ragazza ha però ha postato in Facebook alcune sue immagini in cui si gode momenti di libertà e la rete si è sollevata. Le immagini che mostrano Doina sorridente, hanno aperto un aspro confronto sui social. Si è costituito anche un gruppo nelle cui frasi dei post ve ne sono alcune che invocano addirittura la pena di morte.

Il caso è finito all’attenzione del magistrato di Sorveglianza di Venezia, Vincenzo Semeraro, che ora potrebbe decidere se la semilibertà debba essere sospesa a causa di quelle foto postate in Facebook in cui la ragazza in costume si gode il mare.

Di parere opposto l’avvocato della giovane romena, Nino Marazzita, “In questo caso il sistema carcerario ha funzionato bene ed ha riportato la pena a livelli accettabili e proporzionati all’omicidio preterintenzionale e anche calibrandolo sulla figura di Doina Matei e sul suo vissuto”. “Quando il fatto avvenne – ha aggiunto Marazzita – la mia assistita aveva appena compiuto 18 anni ed aveva un vissuto difficile alle spalle con due figli. La donna ha scontato la sua pena ed ora ha il diritto di reinserirsi nella società”.

Redazione

13/04/2016

(cod omicidom)

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