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Tunisino arrestato per terrorismo, era sbarcato a Lampedusa

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Era sbarcato a Lampedusa a fine agosto, sperando di mimetizzarsi grazie a un documento d’identità falso, me le autorità italiane lo hanno seguito nei suoi spostamenti tra vari centri di permanenza. Alla fine, su mandato di cattura internazionale, le Digos delle Questure di Venezia e Gorizia hanno prelevato stamani al Cpr di Gradisca D’Isonzo, e poi arrestato.

L’uomo è un 25enne tunisino, sospettato di far parte di una cellula dell’Isis. Il Tribunale di Tunisi ha ipotizzato nei suoi confronti il reato di “partecipazione ad associazione terroristica e atti di terrorismo”.

Dopo lo sbarco estivo Lampedusa e dopo il periodo di quarantena Covid-19, il giovane tunisino era stato trasferito in un centro di permanenza in provincia di Venezia. E’ stato qui che è partito il monitoraggio dalla Digos nei suoi confronti, durato circa un mese e mezzo, perché era fortemente sospettato di partecipazione a un’associazione e ad atti di terrorismo.

La conferma che si trattasse effettivamente di un affiliato ad una cellula del Daesh, attiva in Tunisia e impegnata in attentati con ordigni esplosivi, è arrivata tramite l’identificazione con le impronte digitali.

Da quel che è stato accertato dagli investigatori, non avrebbe avuto l’intenzione di restare in Italia ma aveva l’obiettivo di raggiungere il Nord Europa.

Dopo la permanenza nel Veneziano, il tunisino è stato quindi trasferito al Centro di permanenza in provincia di Gorizia, in attesa di essere espulso perché considerato “soggetto pericoloso”.

Il 23 novembre scorso le autorità giudiziarie tunisine hanno emesso un mandato di arresto internazionale, e il giovane è stato portato in carcere a Gorizia, in attesa di trasferimento. “Era una sorta di ‘congelamento’ nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio – ha detto il Questore di Gorizia, Paolo Gropuzzo – in attesa di essere coattivamente fatto rimpatriare alla sua originaria destinazione, in una situazione che gli imponeva di non potersi muovere liberamente. Si è poi, invece, giunti a questa richiesta di cattura internazionale effettuata dai tunisini, e agli sviluppi dell’indagine veneziana. Era costantamente trattenuto, in modo che non potesse essere minimamente pericoloso”. “Posso affermare che non si trovava in Italia con fini terroristici”, ha riferito il dirigente della Digos di Venezia, Carlo Ferretti.

L’uomo in Italia “ha sempre seguito le regole in maniera tranquilla e serena. Aveva chiesto di entrare nel circuito di protezione internazionale, e con cognizione di causa affermo che non aveva obiettivi nel nostro territorio”.
Durante la permanenza nel Veneziano non aveva cercato lavoro, né aveva stretto rapporti con persone sospettate di essere affiliate a cellule terroristiche. Soddisfazione è stata espressa dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, per la quale l’arresto “testimonia l’efficienza del sistema di prevenzione, e come sia massima l’attenzione delle Forze di polizia nell’intercettare ogni forma di pericolo”.

In definitiva, era sbarcato a Lampedusa con una falsa identità a fine agosto.
Il 25enne tunisino, appartenente a una cellula dell’Isis, è stato arrestato dalla polizia di Venezia mentre si trovava al Cpr di Gradisca di Isonzo (Gorizia).
Dalla Sicilia, dopo il periodo di quarantena, era stato trasferito in un centro di accoglienza in provincia di Venezia, dove è stato monitorato dalla Digos per circa un mese e mezzo, perché fortemente sospettato di far parte di un’associazione terroristica, e per aver compiuto atti di terrorismo.
La conferma che si trattasse di un affiliato a Daesh, attiva in Tunisia e impegnata in attentati con ordigni esplosivi, è arrivata tramite l’identificazione con impronte digitali.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha invece annunciato un’interrogazione urgente alla responsabile del Viminale sul caso: “La notizia è gravissima – ha commentato – chiediamo controlli su tutti gli attuali ospiti dei centri italiani”.
Replica Elio Vito, di Forza Italia: “Cosa sfugge a Salvini del fatto che l’arresto è stato possibile proprio per i controlli che già si fanno?”.

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