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Trasporti insufficienti, impatto turistico e lotte sindacali: viaggiare a Venezia è un coacervo di nervi tesi

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Ancora panorama inquieto in una Venezia invasa dalle folle che celebrano la libertà, camminando per le strade della città e spostandosi con i mezzi di trasporto dell’Actv che annaspano fra richieste e dinieghi, diritti violati o rivendicati.
I cittadini alle prese con un sistema di trasporto che giudicano insoddisfacente, i pendolari che si lamentano per le corse saltate, recenti le proteste documentate a Murano e alla Giudecca. E ora nuove transizioni intransitive si associano a fatti spiacevoli che la dicono lunga sull’umore dei protagonisti.
In un momento in cui il Covid sembra essersi allontanato dalla nostra vita e gli animi rasserenati, ecco rilevato un episodio odioso.
È successo ieri in tarda mattinata sulla linea 4.2, quando un uomo voleva far salire sul motoscafo il suo cane senza museruola.
Al rifiuto dell’equipaggio che ha ricordato al passeggero la norma di legge che obbliga i cani medio – grandi a portare la museruola a bordo, l’uomo si è fatto strada sgarbatamente, con modi inurbani, impaurendo la marinaia che non si sarebbe aspettata un comportamento tanto veemente.
Sono intervenuti i carabinieri per appurare se l’uomo possa aver aizzato il cane contro la marinaia, ma potrebbe essere che il cane si sia spaventato sentendo parlare ad alta voce e che abbia avuto una reazione istintiva, fatto sta che la dipendente ha interrotto il turno di lavoro.

Se è pur vero che siamo tutti più liberi, è anche vero che nei mezzi (e fuori) la mascherina si deve tenere in modo corretto, che la capienza non deve impedire il rispetto della giusta distanza, che sarebbe poi prevenzione a vantaggio di tutti.
E quando un controllore, un dipendente Actv ha cercato di far rispettare le regole, talvolta si è sentito catapultare addosso offese e minacce.
I dipendenti temono il ripetersi di questi episodi e chiedono tutela.
Preoccupano le tensioni che potrebbero nascere nei vaporetti, nei motoscafi, negli autobus, nei tram tensioni legate al rispetto delle regole, soprattutto quelle anticontagio, ancora in vigore e le uniche che con il vaccino ci permettono di sperare in una vita più serena e rilassata.
Che cosa sta succedendo? È la libertà, bellezza, direbbe qualcuno.
Vale a dire? Vale a dire che in suo nome e dopo tanto buio ‘dentro’ varrebbe la pena che tutti pensassero positivo, che si sapesse rinunciare a qualcosa, per il bene di tutti, meglio non trasformare un mezzo pubblico in un ring. E una città in un gregge. Ne trarrebbe vantaggio la ragione.

Sul fronte dei diritti e con lo sciopero di domani, si agitano problemi e conflitti.
Si lamenta l’Assessore ai Trasporti Renato Boraso di un sospetto crescendo di dipendenti in malattia e invita tutti a maggior responsabilità. Si lamentano i cittadini pressati sui pontili e quelli che sono rimasti a terra.
Si lamentano i sindacati che difendono i lavoratori perché nel 2020 l’Azienda ha bloccato il turn over, riducendo così l’organico ed erogando meno servizi di quelli invernali.
E ricordano alla città e a chi compete che mentre si esternalizzano i servizi affidandoli ai privati, molti mezzi sono in manutenzione e urge una gestione, una programmazione condivisa e ragionata sui bisogni della città e di chi la vive.

Andreina Corso

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