I Carabinieri del Nucleo CITES di Venezia e della Stazione Carabinieri Forestale di Portogruaro, nell’ambito di una indagine relativa al posizionamento di trappole poste per la cattura e l’uccisione di animali selvatici come volpi e altri mammiferi predatori, hanno proceduto al sequestro di una trappola armata, già posizionata su un terreno agricolo, nonché di altri sistemi a scatto per la cattura di animali, alcuni realizzati artigianalmente ed altri di origine industriale, il cui utilizzo è rigorosamente disciplinato dalla legge nazionale e regionale.
In particolare, ancorato alla recinzione perimetrale di un pollaio, i militari hanno rinvenuto un laccio-trappola, posizionato in un foro della rete realizzato e strutturato per sollecitare il passaggio degli animali selvatici, armato e pronto per la sua funzione di morte.
Il sequestro è collegato al rinvenimento, nella medesima zona e nei primi mesi dell’anno, di un esemplare di Volpe rossa (Vulpes vulpes) imprigionato da un laccio-trappola ed agonizzante per le ferite procurategli dalla stessa trappola artigianale.
La trappola era posizionata in un terreno agricolo, analoga a quella oggi oggetto di sequestro.
L’Animale, poco dopo il ritrovamento, è deceduto a causa delle lesioni interne provocategli dalla trappola stessa.
Proprio le successive indagini, eseguite dal Nucleo CC CITES di Venezia e dirette dal P.M. Dott. Giorgio Gava, hanno portato all’identificazione del principale sospettato per il reato di “uccisione di animali” (art. 544 bis del c.p.) e al successivo sequestro delle trappole in possesso del soggetto.
È opportuno precisare che l’utilizzo del laccio-trappola, oltre ad essere illegale, è da considerarsi un mezzo di cattura cruento.
La trappola, infatti, nell’imbrigliare l’animale catturato, ne causa la morte lentamente, tra atroci sofferenze, come conseguenza delle procurate lesioni interne.