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Tragedia a Riva di Tures, slavina su scialpinisti: 6 morti tra cui ragazzo di 16 anni

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Tragedia a Riva di Tures, slavina su scialpinisti: 6 morti tra cui ragazzo di 16 anni

Tragedia a Riva di Tures (Bolzano). Erano le 11 di ieri mattina quando un’enorme massa di neve si è staccata dalla parete ovest del monte Nevoso, in alta val Pusteria.
Una slavina con un fronte largo 500 metri ha travolto e ucciso sei scialpinisti a tremila metri di quota. Nessuna possibilità di scampo.
La slavina di sicuro è stata provocata dalle recenti nevicate che hanno appoggiato uno strato di neve sullo strato di ghiaccio precedente. Un piccolo innalzamento di temperatura e la neve è venuta giù con una potenza letale.

La tragedia a Riva di Tures ha visto travolgere diversi gruppi che da lì a poco avrebbero raggiunto la vetta. Dopo l’allarme, si sono subito mossi i soccorsi con Aiut Alpin, Guardia di Finanza e soccorso alpino con unità cinofile.
Sei le vittime alla fine, cinque altoatesini e un austriaco. Tutti erano sciatori molti esperti. Uno di loro, Bernard Stoll, 43 anni di Villabassa, aveva addirittura scalato gli 8.156 metri del Manaslu, sull’Himalaya.

Avrebbe dovuto essere una normale escursione di fine stagione, fino a lassù sul Monte Nevoso, con la sua vista mozzafiato, a quota 3.358, circondato da altre vette da 3000 metri in una mattinata che il Föhn, il vento caldo che viene da nord, aveva reso soleggiata e scintillante.
Ma all’improvviso il cielo si è fatto scuro, come spesso accade in montagna. Si è udito un boato ed una valanga del fronte di 150 metri si è staccata dalla vetta abbattendosi su un gruppo di alpinisti della vallata, travolgendoli.

Il bilancio finale della disgrazia è di sei morti, e da queste parti si tratta del più grande incidente in montagna in una stagione avviata ormai al termine. Tra le vittime un ragazzo di appena 16 anni, una donna di 32 e un austriaco, Horst Wallner, 49enne direttore generale della Camera di Commercio del Tirolo.
Morto anche l’altoatesino Bernhard Stoll, imprenditore 43enne ed alpinista esperto, che nel 2011 aveva scalato un ottomila, il Manaslu.

La slavina si è staccata a causa del fenomeno del accumulo nevoso, vale a dire uno strato di neve caduta da poco che scivola sulla neve sottostante, più dura perché ghiacciatasi nel corso delle settimane, questo il parere dei soccorritori. Il luogo dove gli alpinisti si trovavano al momento del distacco della slavina era uno di quelli che non lasciano scampo.

Hans Berger, senatore della Svp che in Valle Aurina è di casa e che è un appassionato alpinista, ha spiegato che il campo da dove è caduta la slavina è un grande triangolo con il vertice puntato sulla vetta: gli sfortunati alpinisti si trovavano ai piedi di questo triangolo, in una specie di avvallamento nel quale la neve si è accumulata senza lasciare loro vie d’uscita.

La tragedia avrebbe potuto avere dimensioni ancora più gravi se alcuni dei 15 alpinisti che componevano i tre gruppi in salita non fossero riusciti a trarsi in salvo con i propri mezzi, “galleggiando” sulla neve farinosa mentre questa cadeva loro addosso. Tra quelli che si sono salvati c’è anche un’austriaca, portata a valle con un elicottero: al momento di scendere dal velivolo, la donna appariva estremamente provata, tanto che è stata accompagnata in un vicino albergo dove la protezione civile aveva nel frattempo mandato alcuni psicologi incaricati di occuparsi dei superstiti.

La disgrazia della Valle Aurina ha suscitato un grande cordoglio tra gli alpinisti della vallata. Anche il premier Matteo Renzi ha seguito lo svolgersi dei soccorsi, in collegamento con la protezione civile mentre era impegnato a Parigi per il vertice dei progressisti europei. Solidarietà è stata espressa, a nome di tutti gli altoatesini, ai parenti delle vittime dal governatore Arno Kompatscher.

I nomi delle vittime: Horst Wallner, 49 anni, di Innsbruck, Alexander Rieder 42 anni di Chienes, Margit Gasser, 32 anni di Campo Tures, Christian Kopfsguter, 21 anni di Villabassa e Matthias Gruber, 16 anni, di Valle Aurina, il più giovane.
Quando la slavina si è staccata sul posto c’erano quindici escursionisti. Otto sono stati sfiorati alla massa di neve, una è rimasta parzialmente sepolta e si è liberata da sola. Per gli altri sei invece non c’è stato nulla da fare.

Mario Nascimbeni
13/03/2016

(cod slavadi)

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