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The Hater, l’universo della Rete con fake news fino all’estremo (su Netflix)

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Vincitore al festival Tribeca 2020 per il regista di “Corpus Christi”, in lizza per l’Oscar come miglior film straniero, poi vinto da “Parasite”, il film polacco “The hater” è reperibile sulla piattaforma Netflix ed è un’offerta da prendere seriamente in considerazione.
Il quarto lungometraggio del regista Komasa decide di affrontare l’universo della rete e le smisurate possibilità che sono offerte a una mente agile, pronta e capace di creare un universo di fake news fino alle estreme conseguenze.
Riprendendo un po’ lo stile di Fincher di “The social network” ma inserendosi all’interno della realtà sociale polacca contemporanea (che è simile a quella di tanti paesi europei, in cui il contrasto tra europeismo e integrazione si scontra contro nazionalismi di stampo fascista), “The hater” prende come protagonista della sua narrazione un giovane uomo che è il perfetto modello ideale per una rappresentazione del soggetto “invisibile”, una specie di double e addirittura triple agent, che sa muoversi nell’ombra dal quale si intuisce venga.
I soggetti con cui Thomasz (ottimamente interpretato da Maciej Musialowski) entra in contatto sono

diverse facce della contemporaneità: famiglie di sinistra radical chic, le cui passioni per l’arte, la solidarietà, la cultura vengono in parte stigmatizzate dall’occhio del regista; il sottobosco infernale delle agenzie di comunicazione, universi senza pietà dove si demolisce la realtà grazie al potere delle fake news e dove immagini false create attraverso profili falsi acquistati in paesi come l’India sono capaci di demolire chiunque; le ondate di protesta nazionaliste e le punte dell’iceberg di questo malessere, fatte di paranoici che se adeguatamente sobillati, passano da balordi del villaggio a esecutori spietati. Politici delle due opposte fazioni che non possono essere liberi e mostrare del tutto la loro vera natura.
Questi universi, visti nelle loro virtù come nelle loro debolezze ma anche nelle loro ragioni intime sono le pedine in cui si svolgono i maneggi del protagonista; uomo a cui una ferita abissale, quasi rimossa, se non fosse per una particella d’amore per la figlia minore della famiglia altoborghese non lo portasse ad accenti di verità, fa compiere una scelta gravida di conseguenze.
“The hater” sembra quasi volerci dire che, mentre noi siamo impegnati ad essere antagonisti nel conflitto sociale, potrebbe succedere che un uomo invisibile, strisciante,

senza altra bandiera che la personale affermazione, animato da un desiderio di riscatto che lo fa perpetuare in un gioco pericoloso chevia via si raffina, potrebbe essere agente del caos.
Il merito del film sta proprio anche nel mostrarci un protagonista che ha delle fragilità e che essendo avventizio al tipo di operazione che si è prefisso non è un mostro infallibile; forse in certi suoi sguardi lo spettatore individua i germi di una possibilità di empatia con Tomasz.
Ma Komasa sa anche come limitare questa nostra compassione; perché in ballo c’è qualcosa di più grave che non permette ripensamenti affettivi.
E così abbiamo le riprese di una Polonia metropolitana notturna dove la somiglianza con qualunque altra città europea o americana cozza contro le mattinate livide, i bar frequentati dai giovani di destra che ben poco somigliano alla lussuosa casa degli “zii” che sono la parte buona e civile della società, così come le discoteche (bella la scena della silent disco), al solito unici paradisi in cui, con qualche aiutino, si riesce per qualche momento ad essere ciò che si è.
Forse qualche indugio

poteva essere asciugato in “The hater” ma anche così il film riesce a tenere sempre la giusta tensione, a sviluppare logicamente i suoi snodi e ancor di più, forse, può servire a farci tentennare ogniqualvolta su un social desideriamo postare qualche notizia senza verificare le fonti e a esprimere il nostro odio senza prima esserci fatti una qualche introspezione o aver debunkato ciò che stiamo per affermare.
Perché dietro potrebbe esserci un agente della banalità del male e contribuire al famoso battito d’ali della farfalla che, nemmeno così lontano, innesca un uragano le cui conseguenze ricadono su noi stessi.




THE HATER
(Sala samobójców. Hejter, Polonia 2020)
Regia: Jan Komasa con. Maciei Musialowski, Vanessa Aleksander, Agata Kulezsa

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