Voleva violentarla prendendola con la forza.
Sono pochi i dettagli trapelati sul fatto di violenza accaduto la scorsa notte nel sestiere di Cannaregio, come è normale per proteggere le vittime in questi casi, cioè nei casi di violenza bieca, quelli che vedono bersaglio donne sole.
Secondo quanto appreso: lui l’ha presa da dietro cercando di immobilizzarla subito prendendola alle spalle contando sull’effetto sorpresa.
L’ha schiacciata contro una porta inizialmente, la stringeva e la toccava con grande violenza. Poi l’ha trascinata giù, a terra.
Lei è una ragazza di 25 anni residente a Venezia ma originaria di una città del sud, e non è certo rimasta paralizzata dalla sorpresa o dalla paura.
La ragazza ha morso quella mano che le chiudeva la bocca, ha stretto tra i denti con più forza possibile quelle dita che si è trovata sul volto.
Così, appena ha avuto un po’ di spazio per far uscire la voce ha urlato con tutto il fiato che aveva in gola. E intanto scalciava, si divincolava.
Questo ha salvato la ragazza: la sua energica reazione.
Ciò nonostante sono passati secondi interminabili. Sono i secondi che sono stati necessari a far accendere le prime luci alle finestre all’una e 35 della notte.
Secondi che intanto sono comunque serviti allo stupratore a portare avanti il suo piano malvagio: appena si è affacciato il primo dirimpettaio, ha visto l’uomo con i pantaloni già alle ginocchia. Solo a quel punto si è interrotta l’azione, grazie alle urla del residente in dialetto.
La successiva visita medica alla giovane donna, d’altro canto, sgombra il campo da qualsiasi dubbio: le braccia, ma non solo, portano i segni di ecchimosi con lividi evidenti prodotti da chi voleva mantenere la presa.
Lui è un uomo di 50 anni.
E’ originario di Treviso.
Avrebbe notato la giovane già mentre lei trascorreva qualche momento lieto con amiche.
Una volta rimasta sola per rincasare, è scattato nella mente dell’uomo il piano barbaro, complice il caldo e l’alcol a sua volta trangugiato.
La zona dove sarebbe avvenuto l’ “aggancio” è quella fondamenta degli Ormesini già eletta zona di ritrovo dei giovani.
Da qui sono partiti i poliziotti che si trovavano in “servizio anti-movida“.
Di corsa sono arrivati sul punto dell’aggressione dove i residenti accorsi hanno indicato la direzione di fuga dell’aggressore e una sua sommaria descrizione.
Lo hanno fermato un centinaio di metri più avanti, in fondamenta, ed è stato portato in questura.
Ora si trova a Santa Maria Maggiore.
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