I taxisti riflettono sull’uso del Gps sui taxi e motivano le loro perplessità.
Ci tengono a chiarire che non sono contrari alle regole, ma mostrano disagio verso un controllo continuato sugli spostamenti con una telecamera in testa.
Questo il concetto espresso in sintesi dal presidente della Veneziana motoscafi Luciano Baroni, che riflette e riporta lo stato d’animo dei suoi colleghi.
L’obbligo del Global positioning system, risale alla Giunta Orsoni, su proposta dell’allora Assessore alla Mobilità Ugo Bergamo, al quale è stato opposto un ricorso al Tar presentato dalle cooperative dei motoscafi. La sentenza è attesa per il 18 Novembre.
Del Gps in laguna, si era occupata la Società Tethis, offrendo un servizio che poteva interessare i vaporetti, i mezzi pubblici, per essere poi esteso, eventualmente, anche ai taxi. L’opportunità sembra non aver accolto molti entusiasmi, forse perché non è gradevole sapersi osservati da una centrale che registra spostamenti e velocità.
I taxisti sono d’accordo su una modalità di controllo, dato il crescente traffico acqueo e le velocità eccessive e avrebbero proposto un Telepass, che però non è stato preso in considerazione. E perché no, affermano, istituire dei varchi elettronici all’imbocco dei canali principali in grado di segnalare le imbarcazioni non autorizzate alla navigazione?
A questo punto non resta che attendere le risposte del Comune e dei giudici del Tar.
Redazione
14/10/2015
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