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Tabaccheria di Santa Croce apre l’angolo del riuso solidale

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ennio zane

Tabaccheria di Santa Croce apre l’angolo del riuso solidale.

C’è chi prende una maglietta e lascia un paio di scarpe, chi sceglie un libro in cambio di un orsacchiotto di peluche. All’interno di una tabaccheria tra campo San Giacomo da l’Orio e campo San Stin, a Santa Croce, c’è una stanza dedicata ad un progetto di solidarietà.

Si chiama “Angolo del Riuso solidale” e la sua mission, spiega il tabaccaio edicolante, Ennio Zane, è aiutare le persone in difficoltà in questo periodo: “Noi a casa abbiamo tante cose che non utilizziamo più, ma quelle stesse cose possono avere valore per una persona. Ad esempio chi non può permettersi di acquistare un cappotto e chi non può fare la spesa”.

Nulla si compra e nulla si vende, è infatti vietato il “transito” di denaro. La logica è un po’ quella del baratto ma non è determinante, nel senso che chi ha bisogno di qualcosa ma non ha nulla da lasciare, può comunque avere i prodotti.

E’ un progetto di volontariato nato a gennaio scorso, dopo l’acqua alta eccezionale che aveva messo in difficoltà attività e famiglie. L’attività ha ripreso un paio di settimane fa con l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria che ha inferto un altro duro colpo alle attività, soprattutto coloro che lavorano nel settore turistico. “Grazie ad una signora che ha diffuso la notizia su gruppi whatsapp – spiega Zane – l’angolo del riuso solidale ha iniziato a riempirsi e oggi abbiamo in media tra le 15 e le 20 persone al giorno che vengono a prendere o lasciare qualcosa”.

Tra loro famiglie di residenti in difficoltà con figlie minori, che vivono grazie alla cassa integrazione di uno solo dei genitori e qualche ex lavoratrice che faceva le pulizie negli appartamenti turistici. Ex operatori a chiamata che oggi non hanno sussidi né contributi, i nuovi poveri di questo difficile periodo.

“Sono persone che fino a poco tempo fa lavoravano e che faticano a rivolgersi alla Caritas o alla parrocchia – continua il tabaccaio-edicolante – Spesso proprio chi ha più bisogno fa fatica a chiedere, e il messaggio che vogliamo dare è quello di un angolo di solidarietà “informale” all’interno di una qualsiasi tabaccheria e non di un’associazione o istituzione, crea meno imbarazzo”.

All’interno della stanza della solidarietà c’è un po’ di tutto: indumenti e giocattoli, scarpe e libri, prodotti alimentari a lunga conservazione e qualche igienizzante per la casa, scaldabiberon, una biciclettina per bambini, qualche zainetto per la scuola e marsupi. Non mancano cappotti e piumini per l’arrivo dell’inverno.

“Non vogliamo sostituirci alle associazioni di volontariato – conclude Zane – ma semplicemente dare una mano alle famiglie in difficoltà della zona. Una sorta di “solidarietà di quartiere” che sta iniziando a farsi conoscere e con la quale è iniziata una collaborazione con la parrocchia”.

Giorgia Pradolin

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