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STRAGE IN SCUOLA ELEMENTARE AMERICANA | 20 bambini morti

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Un pazzo criminale scatenato ha compiuto una strage in una scuola di bambini in America. I primi reporter, i primi fotografi, arrivano che i poliziotti chiedono ai bambini mentre li allontanano di disporsi in fila indiana e di camminare con gli occhi chiusi per non vedere quell’orrore che altrimenti li accompagnerà  per tutta la vita.
E’ una scuola elementare di Newtown, nel Connecticut, che mai avrebbe fatto presagire lo scoppio di una furia così cieca.
Sono ventisei le vittime, si tratta di 20 bambini dell’asilo e di 6 adulti, tra cui la madre del killer, di nome Nancy.
Lui, il criminale, era Adam Lanza, ventenne. Ha sparato a se stesso per ultimo.La ricostruzione dei fatti e l’accertamento delle generalità  è andato avanti fino a tarda sera.

La ricostruzione dei fatti ad ora: alle 9.31 arriva una chiamata al 911 della polizia di Newtown dalla scuola elementare «Sandy Hook». Una voce disperata grida: «Stanno sparando». A sparare, come appare ormai certo, è Adam Lanza.
Il killer ha lasciato la sua auto all’ingresso ed è entrato nell’edificio, pare dirigendosi verso la classe dove insegnava sua mamma Nancy.
L’assassino ha addosso un giubbotto militare ed una maschera sul volto. Tra le braccia un fucile semiautomatico e nelle fondine una pistola Glock ed una seconda pistola, una Sig Sauer.

Lanza entra in una classe e fa fuoco sui bambini. Poi in un’altra.
Gli spari fanno accorrere la preside Dawn Hochsprung che fa in tempo a raggiungere il corridoio e a trovarsi faccia a faccia con l’assassino. Il suo destino è segnato.
Il ventenne continua a sparare: uccide lo psicologo della scuola e lascia a terra ferito gravemente il vice preside.
La prontezza di una maestra ha salvato altre giovani vite: sentiti gli spari e il trambusto la professoressa, insegnante di musica, riesce a barricarsi in classe con i 15 suoi alunni chiusi dentro mentre il pazzo spinge per cercare di entrare e prova a sfondare la porta a calci.

Poi dal corridoio arrivano grida: «…mani in alto…», «…fermo, non sparare…». Altri colpi poi il silenzio, e infine le urla strazianti di dolore e pianto.

La polizia ha ora il compito di scongiurare il pericolo che il killer avesse un complice, poi cerca di portare fuori i bambini superstiti rassicurandoli per come può, mentre le maestre raccontano una storia di animali selvatici. Arrivano anche i pompieri. Per terra, nei corridoi così tanti morti che sembra una scena irreale. Pochissimi i feriti.
Il tutto sarà  durato non più di cinque minuti. Cinque minuti di follia.
Cominciano ad arrivare i primi genitori dei bambini. Affannati e sconvolti, e, subito dopo, disperati. La disperazione rende atterriti alcuni di loro perchè non trovano i loro piccoli fuori e nella scuola non c’è più nessuno vivo.

Giorgia Pradolin
[redazione@lavocedivenezia.it]

Riproduzione Vietata
[14/12/2012]

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