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Sfratti a Venezia, l’allarme dei sindacati: 10 al giorno. Di Andreina Corso

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Non sono passati secoli da quando i Comitati inquilini per il diritto alla casa difendevano i residenti sfrattati. Presidiavano dentro e fuori l’abitazione e attendevano l’ufficiale giudiziario che avrebbe dovuto eseguire lo sfratto.
Spesso si concordava un rinvio e qualche volta è stato possibile eseguirlo, ma le persone rimanevano nella loro casa, era l’assessore Giuseppe Santillo a garantire ai proprietari che il Comune avrebbe assegnato un appartamento entro un certo numero di mesi e restituito la casa ai legittimi proprietari.
Vi era inoltre una clausola importante. Lo sfratto ‘per necessità’, per un figlio, per una situazione familiare, era considerato diversamente dallo sfratto per finita locazione.
Una questione di carattere etico guidava la valutazione dei bisogni, caso per caso nella delicata questione del diritto a vivere e lavorare in questa città che ormai è ridotta a una residenza minima e preoccupante.
In quegli anni c’era una città che viveva con solidarietà e vicinanza il problema degli sfratti, i veneziani lottavano per il diritto ad abitare, a resistere.
Eppure le possono vedere tutti le imposte chiuse gran parte dell’anno a Venezia, aperte solo per un mese in estate e poi rimesse tranquille in letargo.
E chi li ha affittati o venduti quegli appartamenti a stranieri o italiani benestanti se non i veneziani? Ne avevano, ne hanno diritto? Certo, il proprietario di un immobile può farne ciò che vuole: tenerlo chiuso a chiave, farne un b&b, affittarlo settimanalmente o mensilmente.
Oppure e magari, affittarlo a una coppia di giovani veneziani che sognano di poter rimanere a vivere e a lavorare a Venezia.

Oppure, nell’oblio, sceglie di ignorare che, come informa il Corriere del Veneto, l’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale) è in procinto di sfrattare 130 affittuari e di aumentare il canone di affitto ad altri 700.
Per questo c’è grande preoccupazione per L’Unione Inquilini e il Sunia perché il 30 giugno scade il blocco degli sfratti e a Venezia i sindacati ne prevedono una decina al giorno: ovvio aspettarsi una reazione e tensioni sociali.
Il blocco aveva aiutato anche chi, non potendo pagare l’affitto era stato sfrattato per morosità.
Eppure la pandemia ha dimostrato che molte famiglie e anche singole persone sono rimaste un anno e mezzo senza lavoro e quindi a queste deve essere assegnato un alloggio popolare, perché la loro “è una morosità incolpevole”. Per non parlare degli anziani o disabili ai quali dovrebbe essere riservata un’attenzione particolare.
La Regione, i Sindaci della Città Metropolitana riceveranno una lettera dalle dirigenti dei Sindacati inquilini, che spiegherà la drammaticità cui stiamo andando incontro, soprattutto a danno delle persone socialmente ed economicamente povere e fragili.

Si dice che Venezia si ribelli a questo stato di cose. Ma non si comprende di quale Venezia si parli.
C’è chi lotta per la sopravvivenza e chi si arricchisce con case e alberghi di lusso.
L’Ater due anni fa aveva riscontrato 500 posizioni d’irregolarità di inquilini che non avevano diritto a un alloggio di Edilizia residenziale pubblica per motivi di reddito o di proprietà di altri immobili. Molti di questi, 370 hanno regolarizzato la loro posizione o hanno cambiato casa, per i rimanenti 130 son tempi duri.

Ater sta pensando alla ristrutturazione degli immobili che per il momento non possono essere assegnati e allo scopo pensa di utilizzare l’ecobonus, previsto da un decreto governativo che permetterebbe all’Agenzia di intervenire su 4000 alloggi. Sono molti, infatti, gli appartamenti sfitti.

Intanto il Comune di Venezia ha pubblicato proprio in questi giorni un nuovo bando per “strong>social housing” come vediamo qui sotto.
Aiuterà? 


 


“4 bandi per la locazione “Social Housing” a Venezia Centro Storico, Giudecca, Burano e Sant’Erasmo”
Il Comune di Venezia comunica che sono stati emanati 4 Bandi validi per la locazione di complessivi 66 alloggi in regime di “social housing”, situati negli ambiti territoriali di Venezia Centro Storico, Giudecca, Burano e Sant’Erasmo.
Gli alloggi sono dotati di superfici comprese tra 40 e 103 mq circa, con canoni mensili indicativi compresi tra 200 e 538 euro.
“Con questi bandi – sottolinea l’assessore alla Coesione Sociale Simone Venturini –  l’Amministrazione comunale prosegue nel percorso di potenziamento delle politiche abitative per Venezia e per le isole della laguna, anche utilizzando lo strumento del “social housing” secondo le modalità già sperimentate con successo nel recente bando per l’isola di Murano. L’obiettivo di questo strumento è quello di intercettare la domanda di chi possiede un reddito non sufficiente ad accedere con facilità al mercato libero e, nello stesso tempo, superiore a quello mediamente previsto per partecipare con risultato ai bandi ERP”.
I nuclei interessati potranno partecipare a uno solo dei bandi emanati e, al momento della presentazione dell’istanza, dovranno già essere in possesso delle certificazioni ISEE 2021 e dello SPID.
La domanda può essere presentata a partire dal 14 giugno 2021 sino al 28 luglio 2021.
“Le procedure concorsuali – prosegue Venturini – saranno snelle ed efficaci, con presentazione della domanda unicamente con modalità online tramite accesso con SPID (identità digitale elettronica) e con abbattimento dei tempi di espletamento in modo tale da dare esito sollecito alla domanda. Con il nuovo sistema che abbiamo adottato per Murano e per altri recenti bandi, infatti, gli uffici sono in grado di consegnare le chiavi dell’appartamento contestualmente alla conclusione dei cantieri, evitando così che case restaurate restino a lungo vuote in attesa dell’individuazione dell’assegnatario”.
Tutte le informazioni, i requisiti e i punteggi sono contenuti nel testo del bando: https://www.comune.venezia.it/it/content/bandi-e-graduatorie

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5 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Grazie Andreina per questo articolo e soprattutto per il richiamo ad una visione etica della città , di chi vive e di chi la amministra . Solo recuperandola riusciremo insieme ad imprimere un cambiamento : una città che serve al cittadino , al residente e non residente , a grandi , piccoli, vecchi , giovani , e non , al contrario , una città che arricchisce chi a Venezia non ci abita, chi a Venezia non prende il vaporetto, chi a Venezia non va a comprare il pane o altro .

  2. Grazie Andreina per questo articolo e soprattutto per il richiamo ad una visione etica della città , di chi vive e di chi la amministra . Solo recuperandola riusciremo insieme ad imprimere un cambiamento : una città che serve al cittadino , al residente e non residente , a grandi , piccoli, vecchi , giovani , e non , al contrario , una città che arricchisce chi a Venezia non ci abita, chi a Venezia non prende il vaporetto, chi a Venezia non va a comprare il pane o altro .

  3. Caro Venturini, un bando ad affitti calmierati (così si dovrebbe chiamare il diabolico termine inglese “Social Housing”) risolve poco o nulla e non garantisce agli sfrattati il passaggio da casa(privata9 a casa (pubblica) com’era in passato. Né i soggetti più poveri di reddito possono accedere ad affitti “calmierati ma non troppo” (530 euro al mese…). Vuole essere Lei il protagonista della morte di Venezia?
    Mi sembra che l’amministrazione Brugnaro ce la stia mettendo tutta per fare di Venezia una Disneyland…
    A Venezia non esiste la locazione ai residenti, quindi questi sono destinati ad andarsene perché trionfano le locazioni turistiche o brevi.
    Quindi sconvolge che nel bilancio approvato non ci sia un centesimo in più rispetto a quanto incassato coi canoni di locazione, per AUMENTARE GLI ALLOGGI PUBBLICI PER I RESIDENTI, e questa econdo me è la prova del nove che a Brignaro di loro non interessa nulla.
    Inaccettabile infine che uno che abitava a San Marco finisca a Sant’Erasmo o Alberoni…
    Prof. Fabio Mozzatto

  4. Grazie cara Andreina Corso per aver scritto questo articolo. io sono stata sfrattata tanti anni fa e adesso vivo a Marghera in una casa del Comune. Ricordo come un incubo gli arrivi degli ufficiali giudiziari e i miei figli che piangevano. Quanta rabbia, ci hanno sfrattati dicendo che avevano bisogno della casa per la madre, invece non era vero, avevano altri appartamenti a Venezia e la madre l’hanno messa in casa di riposo. Ancora non mi è passata la rabbia. Ricordo che i comitati mi hanno tanto aiutata, questo non lo dimenticherò mai.

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