Una musica, un sussurro poetico e filosofico quello che ieri ha alimentato la presentazione di una Mostra alla Giudecca, presso lo storico il Circolo Nardi.
L’artista, Serena Nono, ha donato sensazioni profonde attraverso i suoi quadri che di tanta bellezza toglievano il respiro.
Marmoree e insieme umane e le donne, la natura, rappresentate in tratti, colori, sfumature e pieghe, così ben narrate dalla presentatrice dell’evento, la scrittrice Francesca Brandes, che ha esplicitato la grandezza dell’artista, attraverso analisi e osservazioni che hanno raggiunto l’orizzonte poetico di una donna, una regista, una persona così vicina ai problemi dei più deboli, degli ultimi della Terra.
Quadri che hanno raggiunto il luogo della sofferenza, del grido e insieme del silenzio, un paese spirituale, che Serena Nono avvolge nella contemplazione del sacro e che contempla nel riferimento heiddegeriano, offerto da Francesca Brandes “il dolore per la prossimità del domani”, anche la poetica di Simone Weil.
Un tema caro all’artista che ha curato la regia di Venezia salva, rivisitando il testo di Cristina Campo e scegliendo come attori molte persone che hanno vissuto e vivono l’esperienza dei Senza fissa dimora accolti dalla Casa dell’Ospitalità di Mestre, alcuni dei quali, presenti alla Mostra.
Il Canale della Giudecca, all’ora del tramonto, si è integrato con i suoi toni delicati e le sfumature della sera generosamente affidate a chi usciva dal Circolo Nardi, lasciando ben impressi negli occhi e nel cuore i volti e i corpi delle donne che hanno detto tacendo, grazie all’occhio di un’artista come Serena Nono, molto di sé e di noi.
Andreina Corso | 30/05/2016 | (Photo up) | [cod serenano]