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Scudetto Juventus: V consecutivo dopo partenza handicap

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Scudetto Juventus: V consecutivo dopo partenza handicap

Il solo dato statistico è impressionante: quello conquistato oggi è il 32/o scudetto per la Juventus, il quinto di fila.
La Juventus nell’albo d’oro precede Inter e Milan, che hanno 18 scudetti a testa, poi più indietro il Genoa (9), Torino, Pro Vercelli e Bologna (7), Roma (3), Fiorentina, Napoli e Lazio (2), Casale, Novese, Verona, Sampdoria e Cagliari (81).

La Juventus però questa volta ha scritto un’altra storia per questa vittoria: non è stata una strada in discesa.
Il titolo è arrivato dopo una impressionante cavalcata causata da una partenza ad handicap La svolta è arrivata dopo 4/o ko e dopo la conseguente sfuriata di Agnelli: poi infilato un record di 15 vittorie di fila e un allungo che non ha mai vacillato.

Juventus significa pokerissimo di scudetti, come nel quinquennio tra il 1931 ed il ’35 (e come il Grande Torino dal 43′ al 49′). I bianconeri sono riusciti in un’altra impresa straordinaria, che ha un sapore diverso dai 4 precedenti titoli: questa volta partenza al rallentatore, poi rimonta irresistibile con 16 successi uno di dietro l’altro, il sorpasso al Napoli nel confronto diretto e, infine, l’allungo perentorio con vittoria per distacco.

Ma ad un certo punto della stagione il 3/o posto sembrava il massimo obiettivo da riacciuffare. All’assemblea degli azionisti – il 23 ottobre – la Juventus era 14/a. “Una posizione inaccettabile”, aveva tuonato il presidente Andrea Agnelli, pur confermando la fiducia ad Allegri.

La Juventus aveva messo in conto qualche difficoltà in più, dopo la strepitosa stagione con scudetto, Coppa Italia e finale di Champions. In un colpo solo aveva perso tre big, Tevez, Pirlo e Vidal, in rosa aveva 10 nuovi giocatori, Marotta e il suo staff non era riusciti a prendere il trequartista cercato. Ma la Juventus aveva pur sempre tenuto Pogba, soffiato Dybala alla concorrenza con grande tempismo, e con largo anticipo si era assicurata la classe e l’esperienza di Mandzukic e Khedira.

Un allarme era suonato nell’estate, dopo la sconfitta nell’amichevole con il Marsiglia. “C’è una brutta aria intorno alla Juve”, aveva detto Allegri. Ma poi era arrivato il successo, a Shangai nella Supercoppa con la Lazio.

Il campionato però, con Marchisio e Morata fuori per infortunio, era iniziato malissimo. Debutto choc, 0-1 con l’Udinese – il primo inizio con sconfitta in casa nella storia bianconera – squadra a zero punti anche dopo 180′, avendo perso contro la Roma. E solo un pareggio alla terza giornata, 1-1 con il Chievo, con fischi nell’intervallo e Buffon a rabbonire i tifosi arrabbiati, molti già con pollice verso nei confronti di Allegri.

Alla quarta giornata il primo successo, 2-0 sul Genoa, ma già prima i bianconeri avevano rialzato la testa, vincendo a Manchester in rimonta contro il City.
Tutto risolto? Sul piano dei risultati no, ed ecco un nuovo passo falso allo ‘Stadium’, l’1-1 con il Frosinone, e poi la sconfitta a Napoli. Alti e bassi fino alla 10/a giornata: Juve ko a Sassuolo, quarta sconfitta stagionale e in apparenza addio sogni di gloria.

“Pazienza, bisogna avere pazienza”, aveva predicato Allegri, senza riuscire a convincere i critici più scettici. Ma proprio nel punto più basso – “primo tempo indegno, siamo stati indecorosi”, aveva ammesso Buffon con un’autocritica senza alibi – è scattata la molla.
Ritiro anticipato, “ci siamo guardati negli occhi, abbiamo discusso e abbiamo capito cosa avremmo dovuto fare, quali errori stavamo commettendo”, hanno poi spiegato molti giocatori bianconeri.

La svolta all’ultimo minuto del derby, giocato per la prima volta dopo tanti anni dietro al Torino in classifica. All’ultimo assalto, tocco in spaccata di Cuadrado e la palla è rotolata in rete.
E’ stato quello l’inizio della riscossa bianconera: 15 vittorie consecutive, contro grandi e piccole, l’esplosione di Dybala, il ritorno a buoni livelli di Pogba, la difesa di nuovo granitica.

La rincorsa è diventata esaltante, un sorpasso dietro l’altro. Davanti era rimasto soltanto il Napoli, ma l’equilibrio dello scontro diretto, giocato a Torino, è stato rotto da Zaza quando la partita sembrava incanalata verso lo 0-0. Napoli superato, Juve di nuovo regina. Dopo di allora un solo mezzo passo falso, lo 0-0 di Bologna, 24 vittorie in 25 partite, un nuovo allungo quando il Napoli è naufragato a Udine.

Questo ennesimo scudetto bianconero ha, tra gli altri, un artefice speciale. Dopo il Mondiale del 2018 in Russia dirà stop al calcio giocato. Ma se si pensa alla sua ennesima stagione superlativa sembra impossibile che si stia avvicinando il giorno dell’addio al calcio giocato di Gigi Buffon.

Buffon a 38 anni suonati è stato uno degli autori della colonna sonora della stagione bianconera. Per le grandi parate – poche, perché la Juve ha sempre un reparto di ferro, ma sempre decisive -, per l’esempio e le parole che hanno risvegliato la squadra assopita nelle difficoltà, qualche volta imperscrutabili, dell’inizio di stagione.

Per Buffon è arrivata quest’anno un’altra conquista, il record assoluto di imbattibilità in campionato: 974′, oltre 10 partite, senza prendere un solo gol, meglio di Zoff e Sebastiano Rossi. E sotto sotto Buffon, forse, ha pensato di rimangiarsi le parole pronunciate un paio di mesi prima: “Se riuscirò a spingere fino al Mondiale del 2018, – aveva detto – andrò avanti. Poi calerà il sipario”. Così, messo al sicuro il nuovo primato, la sua postilla aveva il sapore di una rettifica: “Continuerò finché gambe, cuore e testa reggeranno”.

In campionato, Buffon ha saltato una sola partita, Juve-Frosinone della 5/a giornata. Serata amara, quella contro i frusinati, mai però come la domenica di Reggio Emilia: bianconeri ko con il Sassuolo, con lo stesso Buffon sorpreso dalla punizione di Sansone. “Siamo stati indecorosi”, aveva ammesso.

La quarta sconfitta stagionale aveva fatto arretrare i bianconeri verso il fondo della classifica. Ma all’indomani di quella infelice domenica, Buffon e gli altri ‘saggi’ avevano chiamato a raccolta la squadra.

E come d’incanto c’è stata la metamorfosi, cominciata dopo un derby con il Torino sofferto, con Buffon decisivo nel deviare un colpo di testa di Glik. Un intervento che poi il portiere bianconero ha eletto tra i migliori della stagione.

La forza dell’intramontabile portiere ha dato sicurezza a tutto il reparto, che spesso si è trovato a fare i conti con gli infortuni. E la difesa della Juventus è stata ancora una volta
la meno battuta della serie A.

Buffon decisivo contro l’Empoli ed il Sassuolo, imbattuto contro l’attacco atomico del Napoli, con Higuain a secco, insuperabile anche con il Milan e con la Fiorentina: parate da urlo a S.Siro e al Franchi, dove para anche un rigore a Kalinic, in una delle ultime ‘trappole’ sul cammino tricolore dei bianconeri.

Mario Nascimbeni

26/04/2016

(cod buffoju)

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