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Sci nautico a Venezia con il taxi, sulle tracce del turista della bravata

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Sci nautico a Venezia con il taxi, sulle tracce del turista della bravata
Fra scherzo e scherno, si muove il viaggio inusitato sulle acque della Laguna, che qualcuno di tanto in tanto si prodiga ad affrontare con la complicità di guidatori e tassisti.

A giocare sull’acqua questa volta, è stato un turista che ha convinto un taxista a trainarlo con il suo wakeboard, in uno sci nautico immaginifico, strabiliante, incurante delle norme e delle leggi sulla sicurezza che proibiscono questo tipo di esibizioni.

Certo Venezia è una città “straniante”, la fantasia può prendere il posto della ragione e l’acqua suggerisce sogni fin qui irraggiungibili. L’impossibile invita alla verifica e certamente il nostro improvvisato atleta avrà trovato irresistibile l’avventura.

Ma i sogni, si sa, durano poco e il vigile occhio delle telecamere di Argos hanno filmato e trasmesso tutto nel web, anche il numero di taxi complice consapevole. Scontati i commenti, l’indignazione, i litigi di rito.

Ecco allora che il taxista smascherato ha ammesso tutto e si è presentato alla Capitaneria di Porto per scusarsi e per le dovute spiegazioni. Il veneziano infatti ha violato l’articolo 3 del Regolamento comunale sulla circolazione acque a Venezia, che potrebbe costargli la sospensione della licenza. Il comandante dei vigili Marco Agostini aveva pubblicato su Facebook le riprese della videosorveglianza, mettendo in evidenza fatti e protagonisti.

Già nel 2008 il campione olandese di sci nautico Duncan Zuur, aveva voluto volare sulle acque del Canal Grande facendosi trasportare da un congegno dotato di motore, spingendosi ad entrare in Piazza sfrecciando sull’alta marea. Chissà perché questa città invita a tante stranezze che ignorano (o ignare?) la vulnerabilità di Venezia, che non conoscono la delicatezza di un territorio bellissimo aperto al mondo, che richiederebbe però un minimo di rispetto e di conoscenza delle possibilità e dei limiti che esprime.

Ora si cercheranno i modi per uscire da questa delicata situazione, la capitaneria di Porto, dopo aver ascoltato il taxista pentito, vuole conoscere il nome del turista che pare abbia festeggiato al Caffè Chioggia di Piazza San Marco gli effetti della sua bravata con la famiglia, esibendo il video testimone e forse ora dovrà uscire necessariamente dal sogno “proibito” per calarsi, perfino lui, nel grigio, ma imprescindibile richiamo della realtà.

Redazione

18/04/2016

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La discussione è aperta: una persona ha già commentato

  1. Come al solito la lobby dei tassisti – gondolieri se la cavano con poco.
    Se io autista professionale in terraferma avessi fatto una cosa del genere avrei perso la patente e probabilmente anche il posto di lavoro

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