Ancora i profughi fra le maglie del diritto e della burocrazia, questa volta alle prese con la sindaca di Oderzo Maria Scardellato, che in continuità con i suoi colleghi della Lega, non esita a negare il documento di identità a chi è già in possesso del permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari.
Continua quindi la campagna leghista dei respingimenti e lo dimostrano le azioni che tante volte in questi mesi hanno coinvolto la zona di Treviso e costretto i prefetti ad intervenire per far rispettare la legge.
Convinta e appoggiata dagli estimatori della non accoglienza, la sindaca di Oderzo Maria Scardellato ha scelto di imporre una vita ancor più dura per la già difficile esistenza dei profughi e questa posizione ha ricevuto il plauso del governatore della Regione Veneto Luca Zaia, che invita gli altri sindaci del nord ad imitarla.
Sono 400 i richiedenti asilo ospitati ad Oderzo nell’ex Caserma Zanusso e il Prefetto Mario Marcone, dirigente del Dipartimento Immigrazione del Viminale ha spiegato chiaramente che Scardellato viola la legge quando non concede il documento, disattendendo a un suo preciso dovere e che le leggi vanno rispettate da tutti, in particolare da chi rappresenta le istituzioni.
Nel merito, ha ribadito il prefetto, la carta d’identità permette di accedere alle misure per l’integrazione e per i lavori socialmente utili, e del resto questo provvedimento inserito in un decreto legislativo l’anno scorso, ha risposto a direttive comunitarie in materia di immigrazione. Norme contenute in un Testo unico nella consapevolezza della necessità di incontrare il problema dell’accoglienza attraverso direttive valide per tutto il territorio italiano.
Norme che definiscono il diritto di una persona (ospite per oltre tre mesi consecutivi in un centro di accoglienza, in possesso del permesso di soggiorno temporaneo e ivi residente), all’iscrizione all’anagrafe, dopo la verifica e gli accertamenti di rito.
La prima cittadina di Oderzo insiste, lamenta i 400 ospiti della ex caserma “Zanusso”, mette i bastoni fra le ruote della legislazione nazionale, si rifiuta di assegnare i documenti d’identità a coloro che a suo giudizio non ne hanno diritto. La Prefettura insiste: le leggi vanno applicate e invita a non strumentalizzare un problema così serio, che riguarda esistenze che già hanno sopportato dolore e umiliazioni.
C’è chi si comporta diversamente. L’esempio viene dal sindaco di Treviso Giovanni Manildo, che le carte d’identità le concede nel rispetto della legge e si preoccupa invece per il futuro dei profughi, degli strumenti in essere e divenire per garantire una accoglienza possibile con i 500 euro che la Finanziaria mette a disposizione dei Comuni per ogni richiedente asilo. Sono questi i temi da approfondire per chi ha la responsabilità di amministrare un territorio e con esso tutte le persone che ci abitano.
Andreina Corso
09/12/2016