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Santa Margherita, dopo ammonimenti e controlli, multe alla movida di Venezia

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Santa Margherita, dopo ammonimenti e controlli, multe alla movida di Venezia

Regole trasgredite e multe corrispondenti. La filosofia del Comune di Venezia, che ha deciso di intervenire con fermezza sulle trasgressioni dei giovani che di sera e di notte sostano in campo bevendo, festeggiando e disturbando di fatto gli abitanti, è passata dalla teoria alla pratica e mercoledì notte sono volate le prime quattro multe di 50 euro ciascuna.

Variegata la presenza di giovani, molti ignari delle nuove regole, abituati a vivere la notte in libertà, a inventare “la festa”, con effetti qualche volta imprevedibili.

Ci sono ragazzi seduti per terra, sul pozzo, molti sono giovanissimi, altri, forse stranieri che si aggregano senza un preciso perché, così come Pinocchio inseguiva Lucignolo, senza una vera ragione, per cercare svago, il Paese delle meraviglie e perché no, amicizia. Non lo sanno, anche se gli esercenti nei bar hanno avvertito e ammonito: non si possono usare bicchieri di vetro fuori dei locali, non si possono portare da casa bottiglie di alcoolici, non si può far chiasso…

In realtà la vera ragione del provvedimento sembra essere la prevenzione allo spaccio di droga, gli abitanti si sono impegnati a presenziare il campo di notte, hanno organizzato incontri, è intervenuta la parrocchia… e infine il Sindaco Luigi Brugnaro, ha messo nel piatto l’ordinanza, il controllo della polizia, le multe e i divieti al fine di decongestionare la situazione e rendere Campo Santa Margherita, ma anche San Barnaba e zone vicine, posti tranquilli e vivibili.

Gioverebbe una diffusa e manifesta informazione su totem, che spiegasse l’Ordinanza e i suoi perché, necessiterebbe una preventiva comunicazione che invitasse tutti a collaborare, perché la realtà del campo è complessa e rimuoverne i problemi non è possibile da un giorno all’altro.

Le multe sono un segnale, una sanzione, ma da sole non cambieranno abitudini radicate. Forse la politica della persuasione potrebbe avere la sua efficacia, con questi giovani sarebbe bene parlare, mettersi in gioco, cercare una collaborazione, insomma, fare patti. Qualche dibattito all’aperto, organizzato e gestito dai giovani potrebbe essere utile, anche perché molti di loro (i più), vivono la notte del campo con gioia, senza esagerare con l’alcool, senza drogarsi. E’ probabile che oggi siano proprio loro a non trovarsi bene dentro questa generalizzazione che elimina ogni differenza e che fa di loro persone da vigilare.

Andreina Corso

22/04/2016

(cod santama)

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