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Saman “fatta sparire”: la ragazza esce con la famiglia e poi torna solo lo zainetto

La ricostruzione dei carabinieri testimonia l'ipotesi di delitto: Saman Abbas sarebbe stata uccisa accompagnandola fuori. Da quell'uscita è tornato solo lo zainetto.

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Saman Abbas, la tesi si rafforza: è tornato solo il suo zainetto.
Nelle ultime ore è uscito un nuovo ulteriore dettaglio che avvalorerebbe la tesi che Saman Abbas, la 18enne scomparsa da un mese dalla Bassa Reggiana, sia stata uccisa per aver detto ‘No’ a un matrimonio combinato e per voler scappare con un fidanzato ‘segreto’, un connazionale non accettato dalla famiglia.
E’ infatti al vaglio degli inquirenti un terzo filmato sempre riconducibile al ‘girato’ acquisito dalle telecamere di sorveglianza nei pressi dell’abitazione della famiglia a Novellara, di cui ha dato notizia SkyTg24.
Un video che risale al 30 aprile, la data del presunto delitto.
Nella sequenza, le immagini ritraggono la ragazza uscire, con uno zaino chiaro in spalla, in compagnia dei genitori mentre si dirige verso i campi dietro casa.
Qui – secondo gli investigatori – sarebbe stata consegnata o ingannata ad andare verso lo zio, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio.
Passano dieci minuti e i genitori rientrano in casa, comparendo davanti alle telecamere, senza Saman.
Il padre, dopo qualche minuto esce ancora di casa, si dirige nuovamente nei campi e ritorna nuovamente in casa. Ma stavolta proprio con lo zainetto che indossava la figlia in spalla.

Saman Abbas sarebbe stata uccisa proprio in questo lasso di tempo, questa l’ipotesi dei carabinieri e il suo corpo poi occultato nella zona agricola vicino alla cascina.
Le ricerche, continuate pure nella giornata di oggi, hanno dato ancora esito negativo.
Nei prossimi giorni si chiederà aiuto alla tecnologia, con l’ausilio di un elettromagnetometro, in grado di sondare in profondità il sottosuolo grazie anche a piccole telecamere.
Sul fronte giudiziario intanto la Procura attende sempre l’estradizione per interrogare il cugino 28enne Ikram Ijaz, arrestato domenica a Nimes, in Francia mentre tentava di raggiungere alcuni parenti in Spagna.
Lui, assieme a un altro cugino e allo zio Danish Hasnain, 33 anni, sono stati i primi indagati dopo essere comparsi nel primo video sospetto ripreso dalle stesse telecamere vicino alla cascina di famiglia, risalente al 29 aprile, in cui con due pale, un piede di porco, un secchio contenente un sacco azzurro, si dirigono verso la campagna.
Per gli inquirenti in quel momento avrebbero preparato il luogo per nascondere la salma.
Il sostituto procuratore Laura Galli inoltre nei prossimi giorni fisserà l’udienza di incidente probatorio per ascoltare un minorenne vicino alla comunità pachistana, informato sui fatti e che ora si trova in una località protetta.
E’ lui che avrebbe riferito agli inquirenti che ad ucciderla sarebbe stato lo zio.

Quest’ultimo si troverebbe in Pakistan, dove risulta irreperibile. Così come i genitori – il padre Shabbar, 46 anni, e Nazia Shaheen, 47 anni – rientrati improvvisamente i primi di maggio in patria (come risulta dalle liste d’imbarco a Malpensa, dove invece non figurava Saman) e finiti anche loro nel registro della pm titolare del fascicolo per omicidio.
Il padre aveva dichiarato in un’intervista a il Resto del Carlino che “la figlia era viva in Belgio” e che “sarebbe tornato il 10 giugno per chiarire la vicenda”. Ma i carabinieri non credono alla versione.
Infine ci si interroga sul perché – e soprattutto se poteva essere fermata – Saman l’11 aprile sia tornata a casa, interrompendo il programma di protezione in una comunità del bolognese dove era stata collocata dopo aver denunciato i genitori per le nozze forzate.
La sindaca di Novellara, Elena Carletti fa chiarezza in una nota: “Nessuno poteva obbligare la ragazza a rimanere in comunità senza la sua volontà né impedirle di far ritorno nella casa dei genitori visto il raggiungimento della maggior età. I servizi sociali le hanno ripetutamente spiegato i rischi legati alla sua condizione e quelli che poteva correre allontanandosi volontariamente senza comunicazioni”.

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