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Salvatore Parolisi, i primi permessi-premio: “Tradivo sempre Melania, ma non l’ho uccisa”

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Salvatore Parolisi può avere i primi permessi-premio. Dopo dodici anni di carcere per l’omicidio della moglie Melania Rea, ottiene dodici ore di permesso. Nell’occasione parla per la prima volta – ieri sera alla trasmissione “Chi l’ha visto” su Rai 3 – e non ci pensa neanche a fare un passo indietro. “Ripeto ancora una volta, sono innocente: non ho ucciso Melania”.

Parolisi non si presenta affatto come un uomo disperato, spezzato da dodici anni di reclusione, con il dolore di aver perso la moglie, ma si presenta come il classico maschio alfa, dall’atteggiamento un po’ arrogante, che non ha potuto fare a meno di tradire: “L’ho tradita mille volte , anche per quattro anni con una donna francese, perché mia moglie mi ha lasciato solo ed era un’escavatrice di soldi. Voleva persino dormire con sua madre invece che con me. Ma tradire qualcuno non significa essere un assassino”.

Queste parole provocano inevitabilmente sofferenza e sdegno nella famiglia di Melania. “Insiste ancora con questa farsa che non ha ucciso mia figlia”, stigmatizza la madre di Melania, Vittoria, 68 anni. “Quando è stato arrestato, ha detto che non vedeva l’ora di uscire di prigione per trovare l’assassino di Melania. Voglio proprio vedere ora se lo trova. Dovrebbe vergognarsi: è stato giudicato colpevole in tre gradi di giudizio”.

Detenuto nel carcere modello di Bollate, l’ex caporalmaggiore dell’Esercito sta scontando una condanna a vent’anni per omicidio aggravato. Questa è stata la sentenza emessa dalla Corte di Cassazione nel 2016. In realtà, per buona condotta, potrebbe uscire definitivamente dalla sua cella entro quattro anni.

Parolisi in primo grado è stato condannato all’ergastolo, nonostante il processo accelerato, perché il giudice è partito dall’ergastolo ma ha escluso l’isolamento diurno per effetto della riduzione di un terzo della pena.
In appello la pena è stata ridotta a trenta anni, poi scesi a venti davanti alla Corte di Cassazione.

Il delitto, avvenuto il 18 aprile 2011, ha sconvolto l’opinione pubblica all’epoca. Una giovane madre, di quasi 29 anni, originaria di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, è scomparsa da un parco di Ascoli Piceno mentre il marito spingeva la figlia sull’altalena. In realtà il corpo senza vita di Melania è stato ritrovato due giorni dopo, lontano da quel parco giochi, in un bosco a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo. Era stata pugnalata 35 volte, i suoi pantaloni erano stati tirati giù e una svastica era stata incisa sulla sua coscia. Mentre Melania veniva uccisa, la figlia Vittoria, di 18 mesi, dormiva nel seggiolino dell’auto parcheggiata lì vicino.

I sospetti si sono subito concentrati sul marito, istruttore di reclute presso la scuola femminile dell’Esercito di Ascoli Piceno, fin dalla scomparsa della donna. Non partecipò alla ricerca, chiese alla sua ultima amante, il soldato Ludovica, di negare la loro relazione extraconiugale, e cadde in una miriade di contraddizioni.

In quei giorni Parolisi è apparso in tv, sempre a “Chi l’ha visto” ea “Quarto Grado” di Rete 4, gridando la sua innocenza e affermando ripetutamente di aver tradito la moglie ma negando di averla uccisa. Sullo sfondo del femminicidio, c’era il classico triangolo amoroso: lui, lei e l’altra donna. Salvatore aveva programmato una vacanza con Ludovica per il weekend di Pasqua in Costiera Amalfitana per presentarla ufficialmente ai suoi genitori. Ma sua moglie è stata uccisa cinque giorni prima. Ieri sera, però, Ludovica è stata liquidata come “solo un’avventura, le ho detto anche un mucchio di bugie. Non avrei mai lasciato Melania”.

parolisi sconto condanna melania rea
Salvatore Parolisi con la moglie uccisa, Melania Rea

E la madre della vittima perde la pazienza: “Salvatore non cambia mai. È sempre lo stesso bugiardo. Ma il problema è che è anche uno spietato assassino, ha privato sua figlia della madre. Meno male che gli hanno tolto la potestà genitoriale. Oggi , mia nipote non porta nemmeno più il suo cognome”.

La ragazza ha 13 anni, ne compirà 14 a ottobre, e si è sottoposta a un iter per far fronte alla perdita della madre con l’aiuto di uno psicologo. “Sulla base dei consigli degli esperti, le abbiamo detto la verità”, ha detto la nonna. “Mia nipote non vuole nemmeno sentire il nome di suo padre, e per noi è una sconfitta che tra qualche anno uscirà di prigione. Nel nostro Paese si parla tanto di femminicidio, ma alla fine, non si fa niente, servono pene severe e certe, non riduzioni di pena come nel caso di Salvatore”.

E conclude amaramente: «La mia vita si è fermata nel 2011 quando è morta Melania. Continuo per mia nipote, per l’altro mio figlio Michele. Ma io e mio marito non abbiamo più una vita nostra».

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Mi pare che quanto dichiarato dall’assassino dimostri che il percorso di “educazione” ha fallito in pieno e non può attecchire in questa mente deviata, è ancora un pericolo. Permessi premio che sono un’offesa ed un oltraggio per Melania e la sua famiglia, una presa in giro per il Popolo Italiano. I detenuti sono un costo per cui meglio toglierseli di torno prima possibile. Un adolescente può essere forse recuperato, un adulto non è recuperabile per nulla, la sua maturazione sana o malata è già avvenuta.

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