Malore durante la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario a Reggio Calabria per il presidente della Corte d’Appello, Luciano Gerardis.
Il magistrato, che dopo i primi soccorsi è comunque apparso vigile, si è accasciato al suolo mentre stava leggendo la relazione.
Subito è intervenuto il medico in servizio nella scuola allievi carabinieri dove si sta svolgendo la cerimonia che è stata interrotta. Gerardis potrebbe essere stato colpito da un attacco cardiaco.
E’ noto come i tempi attuali con le loro carenze di organico rendano sempre più difficile e stressante il lavoro nelle aule di giustizia esponendo anche i magistrati al sovraffaticamento.
L’apertura dell’Anno Giudiziario, in generale, era idealmente avvenuta poco prima con la relazione del presidente della Corte d’Appello di Roma, Luciano Panzani, in cui è stato detto che “a Roma viene prescritto 1 processo su 2”.
Nel 2019, infatti, nel distretto del Lazio “i processi prescritti sono stati 19.500 su un totale di 125.000, pari al 15%. Di questi 48% in appello (7.743) e 10% al Gip-Gup (7.300), 12% al dibattimento monocratico (4.300), 118 al collegiale (5%). La prescrizione colpisce maggiormente nei processi per cui c’è condanna in primo grado e quindi quasi uno su due a Roma in Appello”.
“L’elevato numero delle prescrizioni – ha aggiunto Panzani – è stato determinato dal notevole ritardo nell’arrivo del fascicolo in Corte dopo la proposizione dell’atto di appello, cui si è aggiunto il tempo necessario per l’instaurazione del rapporto processuale, spesso condizionato da vizi di notifica”.
Per Panzani “questo però è il risultato del collo di bottiglia a cui si è ridotto l’appello. Il Ministero ha finalmente previsto l’aumento delle piante organiche delle Corti di appello: più 9 consiglieri a Roma e a Napoli”.
“Per Roma significa 2.000 sentenze penali in più all’anno. Un progresso, non la soluzione del problema, anche se Roma in pochi anni è passata dalle 10.000 sentenze penali all’anno del 2014-2015 alle 16.000 del 2019, con un aumento, al netto delle sentenze di prescrizione, di 3.000 sentenze penali all’anno”, ha concluso il presidente.