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Dal 16 al 21 marzo si vota per l’indipendenza del Veneto

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referendum per l'indipendenza del veneto

A quanto sembra, i veneti vogliono un referendum sull’indipendenza della regione. È questo il dato principale emerso dalla ricerca demoscopica presentata da Roberto Weber e realizzata su un campione di 1200 cittadini maggiorenni.

Alla domanda “Alcuni sostengono che il Veneto dovrebbe diventare uno Stato Indipendente. Altri sostengono che deve rimanere una regione d’Italia. Lei ritiene che sia opportuno interpellare, attraverso un referendum, i cittadini su tale quesito?”, la maggioranza (55%) ha risposto che è opportuno organizzare un referendum. Il 73% dei veneti, inoltre, ha dichiarato la propria intenzione a recarsi alle urne.

Dopo la relazione di Roberto Weber è stato illustrato il funzionamento della piattaforma telematica e del sito (plebiscito.eu) attraverso il quale tutti i cittadini veneti iscritti alle liste elettorali potranno votare, non solo online ma anche attraverso il telefono e i seggi territoriali che saranno allestiti. Ciascun veneto riceverà a casa un codice segreto con il quale abilitarsi al voto del referendum per l’indipendenza del Veneto, indetto dal 16 al 21 marzo prossimi.

Pietro Piccinetti, coordinatore e presidente del Comitato per il NO, ha sottolineato nel suo intervento l’importanza di favorire un ampio dibattito fra i cittadini e ha preannunciato l’organizzazione di un incontro, il 22 febbraio presso il teatro Duse di Asolo, per mettere a confronto le ragioni del Si con quelle del No. All’incontro di Asolo parteciperà, fra gli altri, Adolfo Urso, già viceministro alle Attività Produttive con delega al Commercio estero, in qualità di vicepresidente del Comitato del No.

Gianluca Busato, presidente del Comitato per il Si – dopo aver ricordato che l’indizione del referendum consegue l’approvazione della Risoluzione 44 da parte del Consiglio regionale del Veneto che riconosce il diritto dei veneti a confermare o smentire i risultati del referendum con il quale, nel 1866, il Veneto aderì al Regno d’Italia – ha sottolineato la grande partecipazione che il progetto sta riscuotendo non solo a livello istituzionale, con i 166 consigli comunali già a favore del referendum, ma anche fra la gente che sempre più numerosa partecipa ad assemblee già affollate in diverse realtà locali.

Alla conferenza ha preso parte anche Marco Bassani, docente di Dottrine politiche presso l’Università degli studi di Milano e membro del Comitato per il Sì, che ha sottolineato “la necessità di porre fine alla rapina fiscale che lo stato italiano sta perpetrando nei confronti dei veneti”.

A conclusione dei lavori, l’intervento di Paolo Dalla Vecchia, Assessore alle politiche ambientali della Provincia di Venezia e membro del Comitato per il No, il quale ha auspicato l’apertura di un ampio dibattito che funga da stimolo affinché le spinte indipendentiste mettano al primo posto i temi legati all’occupazione e alla crescita.

[12/02/2014]

Riproduzione vietata

(nella foto, da sinistra: Marco Bassani, Ordinario di Storia delle Dottrine Politiche presso l’università degli Studi di Milano, membro de Comitato per il SÌ; Gianluca Busato, Presidente del Comitato per il Sì; Roberto Weber, Presidente dell’Istituto di ricerche Ixè; Pietro Piccinetti, Presidente del Comitato per il NO; Paolo Dalla Vecchia, Assessore provinciale all’Ambiente per la Provincia di Venezia, membro del Comitato per il NO)

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7 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Dobbiamo tutti porci una domnda. Lo Stato Italiano è democratico e persegue la libertà ed il benessere dei suoi cittadini? La risposta ve la lascio perché per quanto mi riguarda dico NO !
    Una banda di affaristi e statalisti si è impadronita del potere e ha gestito i propri affari senza curarsi troppo dei cittadini…pardon.. sudditi italiani.
    Beh..scusate ma chi ce lo fa fare a dover continuare una esperienza..quella italiana che è fallita miseramente?
    Volete ancora più povertà? Volete ancora credere che riusciranno a salvare l’Italia? E se sì cosa ci chiederanno ancora?
    No guardate lasciate perdere i Veneti se ne vanno per la loro strada e se vorranno fermarci allora confermeranno una volta di più in quale stato viviamo. L’Italia ha firmato un sacco di convenzioni e trattati internazionali e adesso che i Veneti vogliono che siano applicati …loro non vogliono?
    L’ITALIA non esiste più. Con la convenzione di Lisbona chi ha firmato ha firmato la cessione della sovranità italiana. Beh ma non di quella VENETA… ecco perché vogliamo uno stato indipendente e sovrano..poi vedremo cosa ci converrà fare con l’Europa…ma i patti saranno chiari e diversi da quelli attuali statene tutti certi. E NIENTE PAURA….MI FA’ PAURA PIUTTOSTO PENSARE A COSA CI ASPETTA SE RESTIAMO FERMI….ma no ci stiamo muovendo ed anche in fretta non Vi pare.
    Sostenete il referendum ne và della Vs. vita e del Vs. futuro.
    W SAN MARCO SEMPRE

  2. Fate bene di volere indipendenza e non mantenere un branco dei politici corrotti a Roma! Ma… pensate che ve lo davvero lascino a fare? Guardate la Crimea, che era “regalata” all’Ucraina da un politico stupito nonostante 58% della popolazione russa! Immagino, anche in Veneto verrà Barack Obama di persona a “portare la pace in una regione ribella” e sig.ra Merkel parlerà di sanzioni e chiusura delle frontiere per i ribelli veneziani! Ma perché il popolo non può decidere da solo come stare e con chi stare????

  3. SI SI SI.
    è giusto il referendum(anke se poi roma non ci molla,visto ke contribuiamo alla grande alla sua dolce vita parassitaria).
    I patrioti ke hanno dato la vita per l’unità di QUESTA italietta
    si rivolterebbero nella tomba se vedessero come è stata ridotta
    da 70anni di politici parassiti e corrotti,per loro libera scelta,
    visto che hanno deciso liberamente di fare i politici,cioè
    di essere ns.dipendenti,pagati con i ns. soldi.

  4. Cosa ci costa fare una firma? non è votare un partito ma un referendum ne abbiamo il diritto. Paghiamo in tasse molto di più di quello che riceviamo in servizi con l’indipendenza potremmo solo migliorare. Ma sembra che molti veneti non ci vogliano credere e non andremo da nessuna parte.

  5. si al referendum perchè:
    1.voglio sperare di non dover essere costretta ad emigrare con la mia famiglia ;
    2.per non lasciarmi rubare la mia azienda, la mia casa la mia dignità da uno stato baro e colluso con le banche ;
    3.per la dignità che mi merito avendo passato la maggior parte della mia vita a lavorare e ora mi ritrovo solo con tanti pensieri e notti insonni;
    4.perchè credo che un sistema politico corto e vicino ai cittadini farà molta fatica a rubare e non essere smascherato (i ladri ci saranno sempre, ma meno di numero è già una vittoria);
    5.perchè mi voglio sentire cittadina e non suddita;
    6.perchè quando un meccanismo ha dimostrato tutto il suo fallimento non si deve aver paura di cambiare;

  6. Sì al referendum , i giovani come tanti dicono non sono ben informati e non conoscono.
    Di certo non sarà la scuola e men che meno gli insegnanti (di sinistra) a spiegare cosa è avvenuto nel 1866 con il referendum ,siano i genitori a informare e le televisioni regionali a far conoscere.
    Fin’ora non ho sentito o visto niente nei media regionali!

  7. IL popolo Veneto da come sento parlare si sentono Italiani…sarà difficile che i giovani e meno giovani capiscano che loro sono prima di tutto e possono essere . Veneto Stato carta di identità e passaporto nuovo. hanno paura e sopratutto non lo comprendono. non sanno come si svolge il tutto, chi e come e sopratutto hanno paura del dopo…della Germania , dell’europa si sentono più europeisti…e poi sempre l’eterna idea che non ci lasceranno mai andare via……. Bisogna dare molta informazione rassicurazione e sopratutto ci vuole una figura carismatica e capace di convogliare tutte le paure e perplesità

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