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Reddito di Cittadinanza: un mondo di abusi (c’è anche l’impiegato Inps)

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Reddito di Cittadinanza: un mondo di abusi. Misura di sostegno cercata e voluta per le fasce più indigenti, troppo spesso si trasforma in percorso agevolato per furbi che indigenti non sono.
Gli ultimi casi resi noti questa mattina: 5 denunciati a Monza, tra cui anche un impiegato dell’Inps.
Le cinque persone sono state denunciate dai carabinieri per aver percepito illecitamente il reddito di cittadinanza e tra loro c’è anche anche un impiegato dell’Inps di Monza.
La moglie, insieme ad altri due familiari, ha falsificato la documentazione, omettendo proprietà immobiliari e anche quella di tredici veicoli e “dimenticandosi” di inserire nella richiesta i 25 mila euro percepiti dal marito quale impiegato pubblico, riuscendo così ad ottenere il sussidio.
Con loro denunciata anche un altra persona che, a sua volta, ha truffato lo Stato fornendo documenti falsi per poter accedere al reddito.
La Procura della Repubblica di Monza ha già avviato le procedure per il recupero del denaro.

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno invece sequestrato 817 mila euro a 110 cittadini stranieri che avrebbero percepito il reddito di cittadinanza senza averne diritto.
Il provvedimento, emesso dal gip, su proposta della Procura della Repubblica guidata da Maurizio de Lucia, nasce dalle indagini delle Fiamme Gialle che hanno esaminato una platea di oltre 2000 stranieri, extracomunitari e comunitari, che avevano richiesto e percepito il beneficio: in maggioranza cittadini rumeni, nigeriani, marocchini, srilankesi, ma anche persone che provenivano dall’America latina e dai paesi arabi.

Il reddito di cittadinanza è riconosciuto ai nuclei familiari che, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, siano in possesso dei requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno e reddito previsti dalla legge.
Incrociando le informazioni segnalate dai beneficiari con quelle emerse dalle banche dati della Finanza, sono emerse discrasie in relazione al possesso dei requisiti in particolare quelli relativi alla residenza.
Il richiedente, al momento della presentazione della domanda, deve vivere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.
Dalle indagini è emerso che 110 stranieri presentando la domanda avevano mentito sul punto.
Alcuni, tra il 2019 ed il 2021, avrebbero percepito somme superiori a 29 mila euro.
L’attività è stata preceduta dalla collaborazione con l’INPS di Messina, che ha messo a disposizione del Reparto tutti gli elementi necessari ad effettuare gli approfondimenti.

C’è invece anche un assessore attualmente in carica in un comune dell’alto Tirreno cosentino, tra i 170 furbetti del reddito di cittadinanza scovati dagli uomini della Tenenza della Guardia di Finanza di Scalea nell’ambito di un’indagine finalizzata al monitoraggio e al controllo dell’illecita percezione, grazie a vari escamotage, del beneficio economico.
L’importo complessivo delle somme indebitamente ottenute ammonta a oltre 1,3 milioni di euro.

L’attività investigativa, che ha riguardato un territorio comprendente 14 comuni, si è sviluppata attraverso l’analisi delle informazioni contenute nelle banche dati dell’Inps e ha consentito di individuare quanti continuavano a incassare il sussidio omettendo di comunicare variazioni occupazionali e di reddito, l’attività lavorativa in essere all’atto della presentazione dell’istanza per il riconoscimento del reddito e la sottoscrizione della “dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro”.

In altri casi, i finanzieri hanno rilevato che alcuni fruitori risultavano fiscalmente a carico di nuclei familiari differenti da quelli dichiarati e che erano state fornite “residenze di comodo” trasferite al solo fine di rappresentare, in fase di dichiarazione, un nucleo familiare che escludeva da esso il produttore di reddito.

Al termine dell’indagine sono state immediatamente avviate le operazioni di irrogazione delle sanzioni amministrative di revoca e/o decadenza del beneficio ed il recupero delle somme indebitamente percepite.

Infine una curiosità: sei dei fermati dalla Procura Europea nell’ambito di un maxi contrabbando di sigarette tra l’Africa e l’Europa percepivano direttamente o tramite il proprio nucleo familiare il “reddito di cittadinanza”, beneficio che ora verrà loro sospeso.
Questo quanto emerso dall’inchiesta della Finanza che martedì ha portato a 13 fermi.
Gli specialisti del Gico, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni economico-finanziarie ottenute tramite le varie banche dati, hanno anche accertato la sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e i redditi dichiarati.

La Procura Europea ha disposto dunque anche il sequestro preventivo d’urgenza di un’imbarcazione, autoveicoli e motoveicoli riconducibili agli indagati per un valore complessivo di 150.000 euro.

Tutto quanto riportato solo nelle ultime 24 ore.

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