Reddito di Cittadinanza: in Veneto per ora si parla di oltre seicento persone senza titolo, che hanno già ricevuto la lettera che richiama alla restituzione del dovuto e di altre duemila sospettate, da indagare.
Ad oggi, l’importo individuato dai finanzieri, che dovrà essere riconsegnato allo Stato erogatore, si aggira intorno ai tre milioni e mezzo di euro.
L’indagine si è avvalsa di un incrocio di dati rilevati da numerose banche, riguardanti le persone che ricevono l’aiuto economico e una volta individuati si amplifica la ricerca che mira a considerare le reali entrate.
Sulla base delle conoscenze acquisite, i finanzieri hanno valutato che molte persone non avrebbero diritto per vari e differenti motivi, a beneficiare dell’erogazione del Reddito di cittadinanza.
Le situazioni di ambiguità riconosciute, svolte dai militari che hanno diritto ad accedere ai dati bancari hanno elaborato una lista di nomi e cognomi ‘sospetti’.
Diverse e articolate le situazioni delle persone che hanno ricevuto il contributo economico. Dalle famiglie, a quanti nel frattempo hanno aperto una partita Iva, senza comunicarlo, a chi ha lavorato in nero. . .
È evidente che questo comprensibile diritto di ‘fare i conti in tasca’ ai beneficiati dal reddito, nato proprio per far fronte ai problemi indotti dalla povertà, debba tener conto dell’anno e mezzo di pandemia che ha messo in ginocchio tante categorie economiche e si pensa, ancor di più chi non aveva lavoro e non possedeva niente.
Il meccanismo dei controlli su chi percepisce la misura integrativa al reddito è piuttosto complesso e chiama in causa diversi attori, tra l’Agenzia delle Entrate, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, la Guardia di Finanza e le altre autorità di controllo
Sarà compito dei finanzieri in questa indagine, distinguere chi ha davvero approfittato, truffato, cambiato le carte in tavola rispetto la propria condizione economica, da chi stava cercando di ‘sollevarsi’, magari accettando piccoli lavori in qua e in là, per tirare avanti con la famiglia.
Su questa provvisorietà si spiega forse la mancata comunicazione dell’eventuale variazione della condizione occupazionale. Insieme a situazioni odiose che hanno certificato l’arroganza e l’abuso, e chi le ha praticate dovrà rispondere per aver approfittato di un’entrata’ in denaro che spettava a chi veramente si trovava in difficoltà, si dovrà valutarne altre, di reale fatica quotidiana, che forse meritano un ragionamento prima di giudicarle sanzionabili.
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Certo che ci sono i profittatori! Triste situazione!