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Nel Trevigiano 116 Redditi di Cittadinanza abusivi, e c’era chi girava in Maserati

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Avevano il “Reddito di Cittadinanza”. Poveri? Indigenti? Pare proprio di no visto che addirittura qualcuno viaggiava in Maserati.
Un’indagine della Guardia di finanza di Treviso ha scoperto e denunciato 116 persone per aver percepito illecitamente il reddito di cittadinanza.
L’importo truffato si aggira attorno ai 700 mila euro.
L’indagine è stata svolta in collaborazione con l’Inps e con la Regione del Veneto ed ha concentrato il controllo sulla veridicità dei dati contenuti nelle autodichiarazioni che sono previste per chi ha richiesto il RdC.
Nel Trevigiano sono così state scoperte 116 posizioni irregolari.
Diverse, e in certi casi assurde, le violazioni accertate.
Per 45 persone, in gran parte cittadini stranieri, la causa dell’abuso è aver mentito sul requisito della residenza, tenuto conto che la legge prevede che il richiedente debba essere residente in Italia da almeno 10 anni e che lo sia stato continuativamente negli ultimi due anni.
Incredibilmente, poi, tra i vari casi, c’era chi aveva acquistato un suv Maserati e chi ha investito sul gioco, anche vincendo addirittura un milione di euro.

Tra i richiedenti il RdC sono stati individuati anche tre italiani iscritti all’Aire ( l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, ndr ) che hanno falsamente attestato di essere residenti in Italia, solo per avere il beneficio economico.
Un coneglianese, emigrato nel 2011 in Venezuela, è rientrato in Italia nel 2019, facendo domanda per il beneficio dopo solo due settimane.
In 25 casi si è rilevato che i beneficiari hanno nascosto di aver avuto sostanziose vincite al gioco online.
In altri casi, invece, le stesse vincite sono state conseguite nel periodo in cui l’rdc veniva già percepito, ma non sono state comunicate all’Inps, perché questo avrebbe fatto perdere il diritto al beneficio.
Alcuni beneficiari dell’rdc, infatti, sono risultati titolari di conti di gioco online, usati assiduamente per fare scommesse su eventi sportivi, partecipare a tornei di poker o altri giochi.
Su tali conti di gioco sono state accreditate, in vari casi, somme di denaro per centinaia di migliaia di euro, incompatibili con uno stato di indigenza economica.
Come il caso di due disoccupati: un 54enne di Treviso, che ha vinto 1,6 milioni di euro, e un 48enne di Conegliano che ha incassato 500 mila euro.

In 17 occasioni, invece, l’irregolarità ha riguardato l’omissione, nella dichiarazione sostitutiva unica, di informazioni reddituali rilevanti (redditi percepiti, anche per attività di lavoro dipendente, e disponibilità immobiliari) che, se indicate, avrebbero messo i richiedenti al di fuori dei limiti previsti per l’ammissione al reddito di cittadinanza.
La situazione, ad esempio, è stata riscontrata ad una kosovara, residente a Treviso, che non aveva indicato nel proprio nucleo familiare la presenza di una persona, proprietario di immobili dati in affitto.
Un senegalese, invece, residente a Castelcucco, non aveva indicato che altri sei componenti del proprio nucleo familiare percepivano redditi da lavoro dipendente.
Diversi, ancora, i casi di mancata comunicazione, successivamente alla dichiarazione, della variazione delle condizioni che davano diritto all’rdc.
12 soggetti hanno nascosto di aver iniziato a lavorare, mentre altre 5 hanno avuto variazioni nella composizione del proprio nucleo familiare, senza però informare l’Inps.
In altri 3 casi, i beneficiari sono risultati proprietari di auto immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta dell’rdc, o di auto di cilindrata superiore a 1.600 cc o moto di cilindrata superiore a 250 cc, tutti possessi incompatibili con il beneficio economico.
E’ proprio una di queste persone, nel periodo in cui fruiva del beneficio, che ha acquistato un suv Maserati “Levante”.
Infine nove persone hanno omesso di comunicare la presenza, all’interno del proprio nucleo familiare, di persone che si trovano in carcere, circostanza quest’ultima che incide sui parametri normativi fissati per l’ erogazione del reddito.

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