Rapina odiosa a Mogliano, domenica sera.
Sono circa le 19 e 30, quando quattro malviventi con passamontagna in faccia, irrompono nella villa sul Terraglio con le pistole in mano.
Immobilizzano il proprietario, il petroliere Giancarlo Miotto di 79 anni, la moglie, e non si preoccupano minimamente della loro figlia di 7 anni che vive con terrore ciò che sta accadendo.
Non c’è tempo per accorgersi che stavano compiendo un crimine nei confronti di una bambina ignorata, il peggior crimine quando si calpesta la vita dei più deboli.
Non c’è tempo né voglia di capire, ormai tutto è ben preordinato.
Minacciano gli ostaggi, sono pronti a tutto. Attraversano il caveau e assaltano le casseforti, pretendono di scardinare tutto e fanno razzia di gioielli, e pietre preziose di grande valore.
Comandano obbedienza e minacciano di morte e di sequestrare la bambina.
Solo un provvidenziale allarme, che scatta all’improvviso, li fa fuggire dal giardino con il loro ricco bottino.
Hanno assistito alla rapina anche le due domestiche della famiglia che raccontano di aver sentito parlare al telefono uno dei quattro ladri, sembrava parlasse moldavo, dicono, e l’impressione è stata che ricevesse indicazioni da qualcuno che evidentemente conosceva la casa.
E assicurano che fuori della villa c’erano dei complici che controllavano tutto quel che si è svolto in poco più di mezz’ora. E anche un’automobile, per la fuga.
Ora i carabinieri della Compagnia di Treviso e del Nucleo investigativo, stanno indagando e controllando le riprese delle telecamere, sperando di trovare qualche elemento di prova e di riconoscimento dei rapinatori, che hanno fatto il ‘colpo grosso’, portandosi via gioielli, orologi e preziosi del valore di oltre un milione di euro.
A giudizio degli investigatori, il piano è stato studiato nei minimi particolari, orientato da chi, si suppone conoscesse la villa, il posto delle casseforti, le abitudini della famiglia.
Indizi e traccia del loro passaggio dovrebbero fornirle le immagini della videosorveglianza comunale e dei lettori delle targhe delle automobili.
La raccolta di testimonianze di chi vive intorno alla villa, potrebbero aiutare i militari che hanno anche sentito il custode che ha raccontato un particolare che forse era a conoscenza dei rapinatori.
Ogni sera, infatti, a fine turno, il custode della villa libera in giardino due pastori maremmani, che dovrebbero fungere da deterrente per i mal intenzionati.
Il fatto che la rapina sia avvenuta alle 19 e 30 fa supporre che i ladri conoscessero questa modalità.
Le supposizioni in questo, come in altri casi analoghi s’indirizzano verso bande specializzate nei colpi in villa e a rapine su commissione.
Forse è la stessa banda che a luglio ma di notte, ha assaltato a Preganziol la villa di Giuseppe Marcello del Mayno e insieme a lui hanno preso in ostaggio la moglie e la figlia. Forse, i carabinieri stanno studiando eventuali, utili collegamenti.
Forse la refurtiva potrà essere recuperata, qualche volta accade, saranno irrecuperabili invece e per sempre quei lunghi minuti che feriscono l’innocenza di una bambina che scopre quanto gli adulti siano cattivi e ignobili.
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Questo è il risultato di queste brutte azioni. Rendere peggiori tutti.
Da prenderli, rinchiunderli e buttare via la chiave