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Presidio a palazzo Labia, sede Rai Veneto, a Venezia, per chiedere la riapertura delle discoteche

Il presidente Polato: "Il settore è fermo da 17 mesi, ma ora possiamo riaprire con la massima sicurezza".

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Domani, martedì 6 luglio, dalle ore 8 alle 10, tutti i presidenti provinciali di Silb-Fipe, Sindacato italiano locali da ballo, di Confcommercio, assieme a vari rappresentanti di categoria, terranno un sit-in a Venezia, nei pressi di palazzo Labia, sede della Rai del Veneto, per chiedere la riapertura delle discoteche.
Com’è noto, ancora non c’è una data per la ripartenza del settore che, giova ricordarlo, fu tra i primissimi a chiudere l’anno scorso allo scoppio della pandemia da covid-19.
“Siamo fermi da 17 mesi – dice il presidente di Silb Venezia, Franco Polato – Di fatto siamo l’unica categoria che ancora non lavora. Così il futuro è drammaticamente incerto, la verità è che ci sono centinaia di famiglie che rischiano di non arrivare a fine mese”.

Già nei giorni scorsi, il presidente Polato aveva lanciato un accorato appello al governo a riaprire le discoteche, anche per arginare e scongiurare eventuali assembramenti illegali, addirittura veri e propri rave-party nottetempo non autorizzati, ma frequentatissimi, che mettono a repentaglio la salute pubblica alzando il rischio di diffusione del contagio.

“Non è questione di indennizzi. Noi ribadiamo che è possibile ripartire in piena sicurezza con gli strumenti che sono a disposizione: il green passa per i vaccinati, i tamponi di screening, l’osservanza di misure di sicurezza e protocolli ben precisi all’interno dei nostri locali – sottolinea Polato – Chi può decidere si metta la mano sulla coscienza e comprenda che cosa sta passando il nostro comparto: obbligare a tenere ancora chiuso, mentre l’estate è scoppiata e le vacanze sono cominciate, rischia di trasformarsi in un boomerang spingendo chi non è troppo ligio a rispettare le regole, a organizzare feste abusive. L’industria dell’intrattenimento, che coinvolge tantissime professionalità, chiede risposte certe e veloci, non si può indugiare oltre”.

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